Dopo
la GMG di Roma, ecco Toronto: un altro appuntamento con il "nostro" Papa,
un po' più stanco, ma sempre giovane. Partiti in 10 sotto la guida
di don Luca, e raggiunti il giorno dopo da mons. Arrigo Miglio e don Roberto,
abbiamo vissuto quest'esperienza di spiritualità e confronto con
altri popoli.
Dopo 9 ore passate sospesi in aria,
scendiamo all'aeroporto di Toronto. Lì ci aspettano simpatici scuolabus
gialli che, dopo ben 5 ore, ci portano a Ottawa, dove arriviamo all'una
di notte. Dal 18 al 22 luglio il nostro alloggio è un capannone
che ospita oltre 5000 giovani, di cui 260 dal Piemonte. Una curiosità:
ci sono due novelli sposi, che si erano conosciuti nel '97 alla Giornata
Mondiale di Parigi e hanno
deciso di fare di questa Giornata
della Gioventù il loro viaggio di nozze. Nei momenti liberi, che
sono pochi, si organizzano partite di calcio. La più combattuta
è Italia-Ecuador, vinta dall'Italia, "alla faccia" dell'arbitro
Moreno!
Le giornate di Ottawa iniziano alle
7 del mattino e sono scandite da numerosi eventi: S. Messa, visita alla
città e alle parrocchie, incontro con altri giovani stranieri. Alla
domenica, nella parrocchia Madonna della Risurrezione, incontriamo alcuni
emigrati dal Veneto, Abruzzo e Calabria. Con loro ci sentiamo "a casa"
e possiamo comunicare pensieri, amicizia, allegria.
Lunedì 22 arriviamo a Toronto
e siamo ospitati nella "Beaumonde High School", in periferia. Lì
possiamo dormire, chi in palestra, chi nelle aule, ma di giorno dobbiamo
andare nei luoghi dove si svolgono le catechesi guidate dai vescovi Petrocchi,
Miglio, e Strofaldi. Molto accogliente è la comunità di San
Rocco, nei pressi della scuola, dove la presenza degli italo-canadesi è
calorosa e vivace (a Toronto, su 4 milioni di abitanti, 700 mila sono di
origine italiana). La sera del 22 il card. Ruini accoglie gli italiani
nel Molson Amphitheatre. Noi regaliamo ai canadesi una copia della croce
di San Damiano e l'immagine della Madonna di Loreto, tra lo sventolare
di bandiere tricolori. La serata prosegue, animata dai cantanti Paolo Vallesi,
Antonella Ruggiero e Anna Tatangelo.
Martedì 23 si apre ufficialmente
la GMG con la Messa di benvenuto celebrata dal cardinale di Toronto. Venerdì
26 c'è la Via Crucis con il Papa: migliaia di piccole fiammelle
fanno da contrasto alle luci brillanti dei grattacieli. Sabato 27, al mattino,
raggiungiamo l'area dell'ex l'aeroporto militare ora chiamata Downsview
Park, e ci accampiamo intorno al palco dove si svolge la Veglia con il
Papa. Durante la veglia ascoltiamo canti e testimonianze in varie lingue,
poi l'intervento del Papa sul tema "Voi siete la luce del mondo. Voi siete
il sale della terra". Dormiamo per terra, avvolti nei sacchi a pelo; ma
all'alba ci sorprende la pioggia, che ci accompagna fino a metà
Messa. La celebrazione eucaristica è il momento culmine di queste
giornate, è l'invito del Santo Padre a seguire la chiamata
di Gesù ed essere testimoni nelle nostre realtà di tutti
i giorni. Dopo la Messa il campo si spopola e nel cammino di ritorno la
gente ci ristora con acqua e ci rincuora con sorrisi e incoraggiamenti.
Lunedì 29 e martedì
30 ci concediamo un po' di relax alle cascate del Niagara, sul confine
USA-Canada. Ogni volta che attraversiamo la frontiera veniamo perquisiti
accuratamente e notiamo che l'attentato alle Torri Gemelle ha reso davvero
fiscali gli addetti alla sicurezza.
Lidia, la nostra guida, ci spiega
la mentalità, la storia e la geografia del Canada, ricco di laghi,
grossa risorsa economica. Così si conclude la nostra Giornata Mondiale
della Gioventù, fatta di incontri, preghiera, riflessione e impegno...
da portare avanti una volta tornati a casa.
carlo e giovanni marchiandi
Da alcune settimane il sipario è
calato sulle GMG di Toronto. Vale la pena di tornarci, adesso che le luci
sono spente e gli entusiasmi attenuati.
Ancora una volta una folla di giovani
ha accolto ed accompagnato il Papa in questa “avventura” canadese. Sono
le generazioni che - qualche anno fa - venivano definite “senza padri né
maestri”. Eppure, cessati da tempo i grandi movimenti di massa (si pensi,
in Nord America, ai movimenti hippies, on the road) è rispuntata
la domanda di paternità autorevoli, anche se la suggestione di certe
immagini è filtrata dalla nuova sensibilità giovanile. Insomma,
a quanto pare, non è la generazione che insegue solo i miti del
passato, tipo Elvis Presley, quella che ha affollato il Downsview Park.
1. La forza dell’annuncio. Sull’onda
delle GMG romane, ma in situazione culturale e religiosa assai diversa,
il Papa ha ricordato che il nuovo “Areopago” mondiale è affollato
da tanti maestri, fra i quali “falsi profeti che estinguono la luce della
fede, della speranza e dell’amore”. “Il raggiro più grande - in
cui si può cadere, secondo Papa Woytila - è l’illusione di
trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà
escludendo la verità morale...”.
La proposta del Papa è sempre
forte e coinvolgente. Essere “luce e sale della terra” (questo era lo slogan
guida delle giornate canadesi) significa “umanizzare il mondo”. Compito
immane che valorizza, però, anche le piccole risorse (“Anche una
fiamma leggera che s’inarca solleva il pesante coperchio della notte!”)
e richiede una comunione ecclesiale (“Quanta più luce farete voi,
se vi stringerete uniti nella comunione della Chiesa!”). Allora anche le
controtestimonianze (il Papa allude ai preti pedofili) possono essere “riassorbite”
in un cammino segnato da tanti valori e testimonianze positive.
L’annuncio è ora accompagnato
da un richiamo all’esperienza personale. Il Papa “vecchio ed un po’ stanco”,
vissuto “fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari” è convinto
“in maniera incrollabile” “che nessuna difficoltà, nessuna paura
è così grande da poter soffocare la speranza che ‘zampilla’
eterna nel cuore degli uomini”.
2. Dall’annuncio alla pastorale
giovanile. I discorsi papali, le catechesi delle giornate canadesi, - a
Toronto, in una località simbolo del pluralismo etnico, culturale
e religioso - hanno incontrato, come era logico, livelli di ascolto e di
adesione differenti. Per taluni giovani si è trattato della conferma
autorevole di un cammino già intrapreso e scandito dalle stesse
GMG, per altri di un misurarsi, per la prima volta, con una pastorale giovanile,
cioè (detto nel linguaggio ecclesiale) con una qualche strategia
di proposta e di accompagnamento dei giovani verso la maturità della
fede.
Se un disegno di pastorale giovanile
giunge totalmente nuovo - al di là dell’ happening ecclesiale -
a molti giovani americani, per noi si tratta di una verifica necessaria:
sui progetti già elaborati ed attuati, e sull’impatto che essi hanno
sul mondo giovanile, in una società sempre più secolarizzata,
e sempre più “americanizzata”, come è la nostra.
Per ricordare le giornate di Toronto,
ecco a lato alcune testimonianze (chiediamo scusa per quelle non pubblicate
per mancanza di spazio).
d.p.a.