Nell'immaginario collettivo e 'mediatico',
l'ingresso dei primi turni degli operai a Mirafiori (o da qualche altra
parte) rappresentava il flash simbolico della ripresa del lavoro,
dopo la pausa estiva. Altri tempi. Ora le vacanze non sono più scandite
dai tempi ferie dei grandi gruppi industriali. Si fanno anche prima o dopo.
O non si fanno per niente.
Eppure il ritorno al lavoro (comunque
avvenga) è un momento a suo modo 'magico'. Magari brontolando o
smoccolando sulle vacanze passate troppo in fretta, o guastate dal maltempo
imperversante un po' ovunque, o ostentando (i fortunati!) qualche centimetro
quadrato di invidiata abbronzatura, si torna alle solite cose portandosi
dentro un po' di voglia in più. Di lanciarsi, di mettercela tutta,
se ne vale la pena. Resteranno le cartoline ricordo, i momenti di nostalgia,
i video fatti subire agli amici ("sai, ti devo proprio far vedere il video
girato a..."). ma soprattutto, come in ogni inizio, il desiderio di guardare
avanti. Di programmare, e di sognare, se serve.
Anche noi del "Risveglio" siamo
tornati al lavoro. Con l'impegno di mantenere gli occhi sgranati e la voce
meno rauca, a raccontare la realtà socio - ecclesiale, che ci circonda.
Assumendo, se occorre, la fatica di leggere e di interpretare quella realtà
con la pazienza dell'analisi, dell'ascolto, e del dialogo, ove sarà
possibile, rifuggendo dalla scorciatoie degli stereotipi scontati e degli
schematismi facili e stupidi. Ricercando nuove collaborazioni e nuova attenzione.
Obiettivi ambiziosi? Sarà,
ma è necessario guardare più in alto, se ci si vuole "stanare"
dalla solita posizione che occupiamo.
piero agrano