IVREA - E DA TRE ANNI ESATTI
E’ ALLA GUIDA DELLA NOSTRA DIOCESI Arrigo, 10 anni
da vescovo Il 25 aprile del 1992 l’ordinazione
di mons. Miglio
IVREA - Il 25 aprile di dieci anni
fa Mons. Arrigo Miglio veniva ordinato Vescovo nella Cattedrale di Ivrea.
Un decennio di ministero episcopale non può evidentemente passare
sotto silenzio. Dieci anni - sia pure passati, in larga parte, nella diocesi
sarda di Iglesias - offrono parecchie opportunità di vedere al lavoro
il Vescovo Arrigo e di cogliere le “radici” del suo ministero nelle precedenti
esperienze che lo hanno visto presbitero ad Ivrea, per parecchi anni e
con notevoli responsabilità.
Negli anni ‘60, don Arrigo è
a Roma per gli studi sulla Sacra Scrittura, presso il Pontificio Istituto
Biblico, ospite dell’Almo Collegio Capranica. A Roma vive da vicino l’appassionante
esperienza conciliare, sia negli studi, sia nel primo ministero sacerdotale,
nella parrocchia di San Fulgenzio alla Balduina, alla cui creazione e ai
cui inizi don Arrigo collabora attivamente.
Sono i tempi in cui il Concilio
Vaticano II non è più solo “ascoltato” ma “vissuto” e tradotto
nella vita ecclesiale e nella prassi pastorale. A questo impegno si dedica
ancor più, tornato ad Ivrea, con il Vescovo Luigi Bettazzi, che
non si stanca di riproporre il Concilio come motivo ispiratore e punto
di riferimento imprescindibile per la vita della Chiesa particolare.
Agli entusiasmi delle prime enunciazioni
dell’assise conciliare sono ormai subentrate la fatica e la pazienza di
tradurle nella vita quotidiana delle comunità locali, misurandosi
con resistenze, e con interpretazioni talora divergenti. Quante “rivisitazioni”
del Concilio compiute nel ministero di Mons. Bettazzi, sotto l’attenta
regia del Vicario Generale, Mons. Arrigo Miglio! E poi, spente le luci
dei vari convegni, conferenze..., l’impegno del discernimento e della programmazione
pastorale, costantemente agganciati al messaggio conciliare di una Chiesa-comunione
aperta al mondo... L’ordinazione episcopale “destina” il Vescovo Arrigo
alla diocesi di Iglesias. Per molti di noi quella era poco più di
un puntino sulla carta geografica della Sardegna. Per lui, la comunità
in cui vivere la prima esperienza di Vescovo. Misurandosi con i problemi
ecclesiastici e sociali di quella terra. Le cronache giornalistiche raccontavano
della sua discesa... agli inferi delle miniere del Sulcis, a condividere
lotte, sofferenze, apprensioni dei minatori.
E poi, tre anni orsono, sempre il
25 aprile, il ritorno ad Ivrea. Inatteso, per alcuni, data l’improbabile
destinazione di un vescovo alla sua diocesi di origine. Ma nelle chiese
antiche, spesso la comunità esprimeva i suoi ministri fino ai livelli...
più alti.
Mons. Arrigo è, dunque, tornato
ad Ivrea, nel segno della continuità con l’episcopato di Mons. Bettazzi,
ma anche della differenza umana e temperamentale fra i due. Un vescovo
canavesano non è identico ad un ... vescovo bolognese. E questo
è il “bello” della Chiesa: l’unico Corpo di Cristo si rende presente,
si realizza, in luoghi diversi utilizzando risorse umane, individuali e
ambientali differenti.
Recentemente Mons. Arrigo si è
dotato e ha dotato la sua Chiesa di un piano pastorale, contenuto nei “Cinque
pani e due pesci”. Un necessario “aggiornamento” dell’insegnamento conciliare
alla nuova situazione del millennio che è iniziato.
25 aprile 1992, 1999, 2002. Sempre
la memoria dell’evangelista Marco. Per un Vescovo/biblista, l’intercessione
dell’Autore del secondo vangelo è un’intercessione che vale. Auguri
Mons. Arrigo!
d.p.a.