IVREA - "Siamo qui perché
non c'è alcun rifugio dove nascondersi da noi stessi". Questo recita
la filosofia - anzi, la Filosofia - del "Progetto Uomo", quella che viene
ripetuta ogni giorno alla Casa della Solidarietà di vicolo San Nicola.
E la Filosofia, richiamata in più occasioni in modo palese o più
nascosto, ha fatto da sottofondo al convegno che si è svolto lo
scorso sabato al centro congressi La Serra. L'occasione era di quelle meritevoli
di essere celebrate: i dieci anni di vita de L'Orizzonte - Centro di solidarietà
eporediese. Dieci anni spesi bene, avendo come costante punto di riferimento
la solidarietà concreta con persone - segnatamente ragazze e ragazzi
con problemi di tossicodipendenza - i cui bisogni primari sono l'essere
accolte, sostenute, accompagnate in un tratto del loro cammino.
Don Arnaldo Bigio, presidente de
L'Orizzonte, ha condotto con mano registica sapiente l'incontro: ha ripercorso
questi primi dieci anni di vita dell'associazione, ne ha ricordato l'ispirazione
ideale e le realizzazioni concrete, ha offerto la parola a tanti, che hanno
portato saluti, dichiarato simpatia e vicinanza, proposto testimonianze
del proprio vissuto.
Sono intervenuti il responsabile
del Sert eporediese, il presidente dell'Albo delle associazioni cittadine,
l'assessore Paola Oberto - "Il sindaco mi ha ceduto la parola perché
a questa associazione e alla sua storia mi sento profondamente legata"
-, il vescovo. "La Casa della Solidarietà - ha ricordato monsignor
Miglio - è un'opera che nasce in occasione della visita del Papa
a Ivrea nel 1990: nell'occasione si era deciso, invece di spendere tanti
soldi in realizzazioni di carattere celebrativo e commemorativo, di impegnare
fondi per dar vita a un'opera che potesse risultare utile alla comunità.
La struttura annessa alla chiesa di San Nicola ora vive anche grazie alla
presenza dei ragazzi dell'Orizzonte, e la loro vicinanza, anche fisica,
al duomo e al vescovado, che se vogliamo simboleggiano il cuore della diocesi,
è un fatto bello e importante".
I momenti di maggiore intensità
sono stati, forse, quelli delle testimonianze: hanno parlato il responsabile
dello staff degli operatori, alcuni ragazzi, una mamma. Parole semplici
e toccanti, a testimoniare la fatica di percorrere un cammino di crescita,
le difficoltà quotidiane con cui ci si scontra, la gratitudine verso
persone care, forti e dolci, la convinzione che la droga può essere
sconfitta, anche se non sono tanti quelli che ci riescono. Parole che,
in altra circostanza, sarebbero potute apparire retoriche, ma pronunciate
nel contesto venutosi a creare sabato sono parse per quel che sono: vere,
toccanti, in qualche caso commoventi.
Ampio spazio è stato riservato
all'intervento di don Paolo Fini, presidente e fondatore del Centro Torinese
di Solidarietà: è stato dall'incontro con questo sacerdote
"toscanaccio", trapiantato in terra subalpina, che l'idea de L'Orizzonte
ha preso piede e si è sviluppata. L'intervento di don Paolo è
stato duro, non ha risparmiato pesanti critiche alle incongruenze che le
istituzioni propongono, sul tema della lotta alla droga e alle dipendenze
in genere; ma ha riconfermato la volontà di non lasciarsi abbattere
dalle difficoltà sempre crescenti, e di voler continuare a camminare
insieme ai ragazzi.
L'altra relazione della mattinata
è stata curata da Rodolfo Venditti: docente, magistrato, insigne
giurista, Venditti ha sviluppato un tema alto, ovvero come la vera solidarietà
non possa essere intesa unicamente come "compassione" verso chi si trova
in difficoltà; la solidarietà, quella vera, contiene in sè
i germi che danno vita al cambiamento e alla crescita. A lui, ancora, il
compito di ricordare Luciano Tavazza, un eporediese trapiantato a Roma
che sulla solidarietà ha costituito la propria esistenza: fondatore
del Movi, il Movimento del Volontariato Italiano, è stato tra i
padri della legge quadro sul volontariato e ha sempre, instancabilmente
lavorato per formare le coscienze al dovere morale della solidarietà.
La festa del decennale non poteva
che concludersi... festosamente, con un momento di allegria e convivialità
alla sede di piazza Duomo.
m.s.