IVREA - “Varco per la pace”, il progetto
di solidarietà per la Palestina è stato presentato al pubblico
nella serata di martedì 12, nella Sala Santa Marta di Ivrea. Pubblico
numeroso e attento, rappresentante le diverse forze della società
eporediese e anche canavesana, che concorrono alla realizzazione di questo
progetto: comuni, diocesi, chiese, sindacati, comitati impegnati nella
solidarietà. Dopo la presentazione, fatta da Levati, sono intervenuti
il sindaco Grijuela e il vescovo mons. Miglio.
Da pochi giorni sono ritornati dalla
Palestina i due inviati del Comitato promotore che hanno preso i necessari
contatti per dar vita al progetto, che si fa in collaborazione con il “Pingo”
(Coordinamento delle Organizzazioni della Società Civile Palestinese)
e con “Ta’ayush” (Vivere insieme), associazione di pacifisti israeliani,
che hanno già compiuto atti di concreta solidarietà ai palestinesi,
come la donazione di sangue per i feriti. Importante l’apporto della Caritas
di Gerusalemme.
Il progetto si articola in tre punti:
adozione di un villaggio palestinese, per sostenerlo in tutte le sue necessità
(ne sono stati indicati tre, bisognerà scegliere, secondo precisi
criteri) - adozione di uno dei militari in carcere per essersi rifiutato
di servire nei territori occupati - appoggio e possibilmente partecipazione
alle iniziative di interposizione di pace progettate per Pasqua in Palestina
(è una richiesta precisa fatta a tutti i paesi di andare là,
per dimostrare solidarietà e dare respiro agli occupati).
La proiezione di alcune diapositive
scattate nel recentissimo viaggio dei due inviati, ha dato modo a uno dei
due, Piero Marchisio della Caritas di Rivarolo, di illustrare la situazione
della Palestina, tragicamente peggiorata in questi giorni: macerie di villaggi
distrutti dai carri armati, alberghi vuoti, spianate di terra dove c’erano
centinaia di ulivi, abbattuti per punizione, muri di protezione dei 200
mila coloni insediati (nel ‘79 erano 17 mila), ecc. Purtroppo una situazione
che in parte conosciamo, ma che vista dal vivo ha certo un’altro impatto.
Situazione che non tutti i cittadini di Israele conoscono e di questo anche
si fanno carico i membri di “Ta’ayush”, quando vanno a chiedere loro soldi
per i palestinesi e intanto spiegano che cosa succede. Particolar-mente
allarmante la denuncia di bambini incarcerati e violentati.
Il sindaco Grijuela ha sottolineato
come il problema palestinese sia un problema internazionale, non risolvibile
con le armi e come la nostra modesta azione possa essere un segnale di
come tutta l’Europa debba sostenere la pacificazione di un territorio che
deve essere di due popoli e due stati.
Mons. Miglio ha insistito sul significato
speciale che ha per tutto il mondo il nome stesso di Gerusalemme. Questi
due popoli che oggi si combattono stanno insieme, a volte in conflitto
a volte in pace, da tremila anni. Sono due popolazioni complesse, i palestinesi
non sono tutti arabi, gli israeliani sono di diverse provenienze, il
mondo ebraico non è uguale a Israele, i palestinesi sono stati combattuti
anche da paesi arabi. La causa della Palestina pacificata è la causa
della pace mondiale.
Dopo la discussione, è stato
ricordato che il gruppo di lavoro impegnato nel progetto si ritrova ogni
martedì alle 19 nella sede della Caritas di Ivrea, in piazza Castello.
liliana curzio