IVREA - Una cena povera animata da
Silvio Mantelli, il mago Sales, la sera del primo marzo alla parrocchia
del Sacro Cuore, ha visto insieme, tra adulti e bambini più di 350
partecipanti, che, coinvolti dalla magia del mago, sono riusciti a ritrovare,
e per questo a gioire, il bambino che ognuno portava dentro. Proprio per
questo la risposta è stata generosa, dal momento che la cena era
stata organizzata e voluta per aiutare i bimbi di una scuola, in terra
indù-mussulmana, portata avanti da due sacerdoti missionari: 5.000
euro sono stati consegnati la sera stessa al Mago Sales perché con
la bacchetta magica del suo cuore, quegli euro fossero al più presto
trasformati in tanto pane, quaderni, coperte e giocattoli per tanti bimbi
di quelle terre martoriate dalla fame e dalla stupidità violenta
della guerra. La chiesa, in cui eravamo ospiti, sembrava che allargasse
le sue pareti a ogni entrata di gruppi di persone, per ospitarli tra i
colori festosi di mense preparate nelle zone libere dai banchi..! Il biancore
delle tovaglie, il profumo del pane... i colori delle mele davano a tutta
la chiesa un volto caldo, ospitale... provocatore, quasi un incitamento
a rendere più umane e vere anche nei segni le nostre liturgie eucaristiche!
La parrocchia del Sacro Cuore, senza venir meno al suo costante impegno
per la crescita umano-cristiana dei ragazzi della nostra missione in Formosa
do Rio Preto e dei ragazzi della scuola El Manà in Colombia, ha
voluto, con il ricavato della cena, essere presente là dove, in
questo tempo, la guerra e l’odio stanno massacrando ogni dignità
umana. Grazie ai tanti collaboratori laici, la cena si è svolta
nella serenità più grande, mentre si consumava con frugalità
il pasto: una pastasciutta, una mela, una pagnottella e acqua! Prima della
cena c’è stata la santa messa, concelebrata da don Mario Girodo,
don Silvio e da me, a cui ha partecipato un folto numero di persone, le
quali prima di ogni cosa hanno voluto alimentarsi di quella Parola di Dio
senza la quale la vita si gonfierebbe di presunzione scientifica, o si
alienerebbe nella confusione tiranna della superstizione, o si irrigidirebbe
nel dover essere secondo i propri schemi e quindi nel seguire leggi e norme
non sempre aperte al totalmente diverso da noi! La cena povera ha voluto
essere questa apertura a tutto ciò che è profondamente diverso
da noi, ma anche e soprattutto una presa di coscienza di quanto noi abbiamo
resi diversi gli altri, perché non assimilabili alle nostre normative!
Alla fine di tutto un gran ringraziamento generale e un arrivederci commosso
a don Silvio, il mago che ha saputo coinvolgere adulti e bambini nella
magia dell’amore, con l'impegno di estendere nella vita quanto si è
vissuto in quel momento di grande solidarietà.
don severino
(con un grazie a tutti
i collaboratori)