IL VESCOVO Dopo il Giubileo:
chiamati a “mostrare il volto di Gesù”
“E’ ora dunque che ciascuna chiesa,
riflettendo su ciò che lo Spirito ha detto al popolo di Dio in questo
speciale anno di grazia, ed anzi nel più lungo arco di tempo che
va dal concilio vaticano II al grande giubileo, compia una verifica del
suo fervore e recuperi nuovo slancio per il suo impegno spirituale e pastorale”.
Con queste parole Giovanni
Paolo II invita le chiese locali a ripartire con entusiasmo dopo la conclusione
dell’anno giubilare. La lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, già
presentata sul Risveglio della scorsa settimana, è per noi non solo
una parola stimolante e incoraggiante ma ci dà una conferma significativa
a proseguire, seguendo il programma pubblicato nell’ottobre scorso “Vogliamo
vedere Gesù”. Anche il Papa riprende queste parole del quarto vangelo
per invitare tutta la Chiesa a mettersi in contemplazione del volto di
Gesù. E’ il frutto più bello dell’anno giubilare ed è
al tempo stesso la richiesta, non sempre consapevole, che gli uomini del
nostro tempo rivolgono ai credenti di oggi: non solo parlare di Cristo
ma in un certo senso farlo vedere.
Dobbiamo essere molto grati
al papa Giovanni Paolo per averci guidati, e in certi casi anche un po’
trascinati, nell’esperienza del giubileo. Fin dal ‘95 aveva indicato alla
Chiesa un cammino triennale di contemplazione del Dio trinitario Padre,
Figlio e Spirito Santo. Nell’anno giubilare ci ha messi in ginocchio davanti
all’Incarnationis Mysterium ed ora ci invita a fissare il nostro sguardo
sul volto di Gesù, Gesù di Nazaret, l’ebreo figlio di Maria,
che per noi è la piena manifestazione del volto di Dio. Sono dunque
anni che la comunità cristiana è invitata a ritornare al
centro della propria fede.
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