BARCELLONA - Dal 28 dicembre
al 1° gennaio si è svolto a Barcellona il 23° incontro europeo
dei giovani, organizzato dalla comunità di Taizè.
Taizè è un
paesino della Francia dove vive una comunità di monaci, guidati
da frère Roger. Tutto è iniziato nel 1940, quando frère
Roger ha cominciato ad accogliere i rifugiati di guerra, tra cui molti
ebrei perseguitati, offrendo ristoro, accoglienza ed ascolto.
Oggi Taizè accoglie
giovani di ogni fede cristiana (cattolici, ortodossi, protestanti) per
una settimana di preghiera, meditazione, lavoro e condivisione gioiosa.
Inoltre a Capodanno la comunità accoglie una città europea
dove i giovani possano incontrarsi per dialogare fra loro e condividere
momenti di preghiera e di festa.
Anch’io con un gruppo di
giovani della nostra Diocesi sono stato a Barcellona. Ero ospitato in famiglia
con don Luca, Carlo e Paolo. La prima cosa che mi ha colpito è stata
l’accoglienza: la famiglia ha liberato subito una stanza e ha preparato
4 materassi. Ha messo a nostra disposizione la casa, come se fossimo dei
figli, e ci ha dedicato molte attenzioni e tempo libero.
Ho apprezzato molto anche
gli incontri in parrocchia, dove con altri giovani di nazionalità
diversa ci siamo confrontati sui temi proposti da frère Roger: è
possibile il perdono? Quali sono le responsabilità di noi giovani
cristiani? Come capire e vivere la chiamata di Cristo? Di fronte alla sofferenza,
che sostegno ci dà il Vangelo? Come essere portatori di pace?
Questi sono alcuni dei
temi che ci hano fatto riflettere e discutere insieme.
Abbiamo poi partecipato
ad alcuni momenti di vita parrocchiale, con la preghiera del mattino e
le Messe, arricchite da intenzioni, letture e canti in varie lingue.
Quello che mi ha stupito
di più è che 80.000 giovani hanno rinunciato a festeggiare
il Capodanno del Millennio con cenone, fuochi e botti, e hanno preferito
una veglia di silenzio e di preghiera per la pace. Anche il Papa nella
GMG ha insistito perché questo terzo millennio sia fondato sulla
pace, la tolleranza, la condivisione e il perdono.
Dopo la veglia c’è
stata la “festa dei popoli”, dove ogni Nazione ha proposto canti, danze
e giochi per salutare il nuovo anno con semplicità e nella condivisione.
E’ questo il messaggio
di frère Roger: non schiamazzi e paroloni, ma umiltà, semplicità,
fiducia e impegno in prima persona. Questo messaggio è stato accolto
dagli 80.000 giovani di Barcellona, che in questi giorni hanno sperimentato
• l’incontro con giovani
di tutto il mondo, segno di ascolto, riflessione, condivisione,
l’incontro con Dio tramite
il silenzio, la preghiera comune, il canto,
• l’unità della Chiesa,
segno di tolleranza e accoglienza verso i nostri fratelli ortodossi e protestanti.
Sono tre programmi impegnativi
che dobbiamo mettere in pratica adesso che siamo tornati a casa.
Per concludere con le parole
di frère Roger: “Il Cristo ci chiama, noi poveri del Vangelo, a
realizzare la speranza di una comunione e di una pace che si diffonda intorno
a noi. Anche il più semplice fra i semplici può riuscirci.
Sì, Dio ci vuole
felici!... e l’umile dono di sé rende felici”.
giovanni marchiandi