Gli avvenimenti recenti - le dimissioni
di Rutelli da sindaco di Roma, le polemiche sull'uranio impoverito e sui
rischi di attentati antiamericani in Italia, il prossimo congresso del
PPE - suggeriscono alcune riflessioni generali sulla vita politica.
CONDIZIONI NUOVE La crisi dei partiti sta creando condizioni
nuove per l'attività politica. Il partito - pur con i suoi limiti
- coniugava ispirazione ideale e formazione dei militanti. In questa maniera
selezionava il personale che avrebbe dovuto esercitare il potere. La crisi
del sistema dei partiti sta creando nuove condizioni per l'attività
politica. In primo luogo la conquista del potere non è più
legata ad una ispirazione ideale. Il potere è un fine in se stesso.
In secondo luogo il reclutamento del personale segue nuove regole. C'è
il politico che è tratto dalla società civile e che, normalmente,
mira alla difesa dei propri interessi senza la mediazione dei politici.
Modello tipico è Berlusconi, prima sotto le ali di Craxi, ora attore
in prima persona. L'altra strada passa dall'esperienza nelle amministrazioni
locali. Modello è Rutelli, ma possiamo aggiungere altri nomi. Il
prestigio raggiunto da Bassolino, da Bianco, da Cacciari testimonia l'importanza
di questo passaggio. Si spiegherebbe così anche la volontà
di Veltroni di candidarsi a sindaco di Roma. Il limite delle nuove condizioni
dell'attività politica sta nella svalutazione dell'ispirazione ideale.
ALLEATI O SUBORDINATI? Le polemiche relative ai rischi dell'uso
di armi dotate di uranio impoverito e alle minacce di attentati anti
USA in Italia pongono un problema riguardante il senso delle alleanze internazionali.
Bisogna premettere che le notizie sono poco chiare. Sembra però
che gli USA non abbiano fornito molte notizie agli alleati sull'uso di
quelle armi. Così pure non avrebbero informato l'Italia sulla presenza
di terroristi. Se queste notizie fossero confermate credo bisognerebbe
rinegoziare le alleanze con gli USA. Non per spirito antiamericano,
ma per coscienza della propria dignità nazionale. Gli USA sono una
grande potenza, ma non sono i padroni della terra: per il bene loro e di
tutti.
UN PPE CONSERVATORE? Il Congresso del PPE (i Popolari Europei)
sembra dare una svolta all'identità del popolarismo. Già
qualche tempo fa lo spagnolo Agag aveva dichiarato che il PPE avrebbe accentuato
i toni moderati e liberisti. Il popolarismo era nato come movimento moderato
e riformatore, attento ai ceti popolari. La definizione di De Gasperi della
DC come partito di centro che guarda a sinistra illumina la radice del
popolarismo. Ora questa radice sembra venga estirpata. Già l'ingresso
di FI era stato un segno premonitore. Le recenti dichiarazioni di Agag
al Corriere della Sera lo confermano. Il PPE sembra trasformarsi in un
movimento conservatore con un unico obiettivo: conquistare il potere. Bisognerà
vedere se i partiti popolari progressisti riusciranno a invertire la tendenza.
Altrimenti una corrente ideale fondata sulla persona sparirà e lascerà
posto ad un freddo liberismo.