Ritorna l'Avvento, il periodo
di preparazione al Natale. Mi pare che si possa parlare di questo tema
anche su di un giornale. Infatti l'Avvento evoca questioni che toccano
l'esistenza dell'uomo nella storia, e non solo quella del credente.
L'Avvento è, in
primo luogo, un invito a prendere coscienza dei limiti dell'esistenza.
Limiti individuali e sociali. La presa di coscienza diventa giudizio contro
i facili ottimismi e i sentimenti di onnipotenza.
In secondo luogo l'Avvento
è attesa. Il giudizio sul presente non è disperazione, non
è chiusura. Questo mondo, questa storia, con i loro limiti, rimangono
realtà piene di valore, aperte al futuro, tendenti alla pienezza.
Di conseguenza, in terzo
luogo, l'Avvento è speranza. L'attesa, cioè, diventa capacità
di accogliere e costruire un futuro nuovo. Non si limita ad attendere in
maniera fatalistica l'evolversi degli eventi. Per il credente questa speranza
si fonda nel Cristo.
Ma ogni persona, credo,
può essere aiutata dall'Avvento a scoprire un richiamo a valori
trascendenti.
beppe scapino