L'anno giubilare sta scorrendo con iniziative
e avvenimenti di segno contrastante. Incontriamo infatti celebrazioni che
rischiano di scadere nel trionfalismo e che sembrano ridurre il Giubileo
a segno del potere clericale. Tale ad esempio poteva apparire il giubileo
degli sportivi di domenica scorsa. Nello stesso tempo quest'anno ci fa
assistere ad avvenimenti, nella stessa Palestina, che sono la negazione
dello spirito dell'anno santo. L'esplodere della violenza, il crescere
dell'odio. E' chiaro che indire un Giubileo non significa risolvere tutte
le situazioni di divisione, però questo contrasto dovrebbe spingerci
a riflettere. In primo luogo verso una presa di coscienza dei nostri limiti.
In secondo luogo verso la ricerca di atteggiamenti più umili. Infine
per vivere l'anno santo come conversione. Forse verranno a mancare le folle
oceaniche, ma non è un male. La cosa importante è che un
messaggio si faccia strada, sia pure sottovoce, nelle coscienze dei
singoli e dei popoli.
beppe scapino