IVREA – L’ORCHESTRA È
STATA SAPIENTEMENTE DIRETTA DA CARULLI
Non più
giovani, solo bravi
Aperta la stagione della Sinfonica
del Piemonte
IVREA - Tutto esaurito,
giovedì 12 ottobre a La Serra, per il concerto inaugurale della
stagione 2000-2001 dell’Orchestra Sinfonica del Piemonte diretta dal maestro
Michele Carulli. Molto accattivante il programma, comprendente brani di
compositori delle cosiddette “scuole nazionali” affacciatesi nel secolo
Ottocento ai margini (geografici) della Mitteleuropa: il norvegese Grieg,
il finlandese Sibelius e il russo (occidentalizzante) Cajkovskij.
Leggendo il programma di
sala notiamo subito che qualcosa è cambiato: non leggiamo più,
infatti, Orchestra sinfonica “Giovanile”, ma solo “Orchestra Sinfonica
del Piemonte”. Eppure sono, più o meno, gli stessi strumentisti,
tutti piuttosto giovani, anche se, ovviamente... con un anno in più
dell’anno scorso! Ma la nuova, e ben pertinente, determinazione del complesso
indica chiaramente che, nei suoi cinque anni di vita, esso ha camminato
molto speditamente, e ormai non dev’essere più trattato come un’orchestra
di giovani alla quale si guarda con indulgenza e si rimane piacevolmente
sorpresi quando la si sente suonare così bene, ma come un’orchestra
composta da professionisti di alta levatura e dalla quale si aspettano
e si pretendono, a buon diritto, ottime esecuzioni.
L’organico, vasto e compatto,
di quasi settanta elementi validamente diretti da Carulli - artista di
consumata esperienza, sensibile e raffinato -, si è dimostrato degno
del suo nuovo nome (e della sua fama) e ci ha incantati (è proprio
il caso di dirlo!) con il mondo fiabesco di Peer Gynt di Grieg (due Suites
di quattro pezzi ciascuna, tratte dalle musiche di scena composte per l’omonimo
dramma di Ibsen): pagine brevi, pregnanti, nelle quali il compositore norvegese
si dimostra grandissimo “pittore” di panorami, scenette e stati d’animo,
con quella ricchezza di ritmi e di effetti orchestrali che gli è
propria. Viva, frizzante, languida o appassionata, l’orchestra ha sottolineato
e interpretato perfettamente lo spirito di ciascun brano, superandone agevolmente
anche le grandi difficoltà tecniche.
Con la stessa sicurezza
e raffinatezza di fraseggio, dinamiche e colori orchestrali Carulli e i
giovani hanno affrontato una Suite tratta dal balletto “La bella addormentata”
di Cajkovskij, composta di cinque brani fra i più belli di questa
celebre opera del creatore del “balletto sinfonico”. Anche qui atmosfera
magica, fiaba, sogno, musica “liquida” con cascatelle di note d’arpa, fluide
danze che paiono eseguite da libellule, panorami incantati e improvvise
accensioni quasi demoniache (che denotano la strega cattiva). Difficile
da rendere il mondo vario e colorato di questo grande compositore: efficace
ed affascinante l’esecuzione. Nello stesso filone fiabesco s’inserisce
“Il cigno di Tuonela” di Sibelius, tratto dalla mitologia finnica del Kalevala.
Atmosfera di morte, tetra e dolcemente malinconica, resa stupendamente
e che ha ottenuto, come le altre esecuzioni, un vivissimo successo.
carla zanetti occleppo
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