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    Giovani e "cultura della notte"
    ECHI DELLA NOTA DEL SERVIZIO NAZIONALE PASTORALE GIOVANILE

    In un tempo in cui sembra attenuarsi la passione educativa per i giovani, in cui si avvallano con molta facilità tutte le mode, in cui si è disorientati nei confronti del "mondo giovanile", il problema dell'ecstasy, portato alla ribalta in questi giorni dai max media in seguito ad alcune tragiche vicende del sabato sera, torna a scuotere la coscienza della comunità cristiana e di quella civile. Il problema va affrontato con attenzione e responsabilità senza lasciarsi guidare dalla solita spinta emotiva del momento. Una giovane vittima trovata morente nei pressi di una discoteca ci richiama ai gravi rischi a cui vanno incontro i giovani nella notte. Soprattutto ci richiama  - come avverte mons. Domenico Sigalini in un commento del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI, apparsa in questi giorni sui giornali, - che "molte disfatte dei giovani nella notte dipendono da giornate senza senso, da mancanza di adulti significativi nel lavoro e nella scuola, nella famiglia e nella società". Il problema è reale "tutta la comunità della Chiesa deve capire la 'cultura della notte' di cui sono portatori i nostri ragazzi".  
       Questo fenomeno è di difficile interpretazione e richiede lo sforzo di andare incontro ai giovani per offrire loro un annuncio autentico e vero perché riprendano in mano la vita con coraggio. La chiesa è chiamata a fare molto. Ecco perché suona fortemente provocatoria la proposta espressa da mons. Sigalini in quella nota pastorale. "Apriamo le chiese per far incontrare Dio nella preghiera e nel raccoglimento, apriamo i conventi perché i giovani possano incrociare le claustrali che pregano, apriamo le associazioni che possono offrire ai giovani opportunità di servizio e di volontariato..." diventa il richiamo ad offrire alle nuove generazioni i valori di una vita robusta e non lucine colorate. 
       C'è anche un compito da parte della chiesa di non lasciare soli nell'affrontare il problema della "cultura della notte" le altre istituzioni e le famiglie chiamate a dare una risposta concreta. Occorre creare collaborazioni. E' il tempo forse in cui più che ripetere quanto si è sempre fatto, come se fosse l'unico criterio di verità per chi vuol offrire ragioni di vita ai giovani, si intraprenda una nuova strada che sappia dare nuovi stimoli e cammini formativi robusti. Questa potrebbe essere l'espressione di una comunità cristiana che si prende a cuore le nuove generazioni, che non li condanna, ma denuncia gli errori, che si offre di soccorrere i feriti e che dimostra di amare anche senza ricevere gratificazioni. 

    don roberto farinella 
      

     
   
  
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