CONCORSI

Architettura Italiana 1

SCAFATI

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L'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA:  concorsi nazionali ed internazionali - progetti di Ermanno Corsaro

ERMANNO  CORSARO

architetto

PREMIO MEGARIS TORNA ALLA COPERTINA CONCORSI OPERA DE LA BASTILLE RAVENNA CITTA' DI PROGETTO LANCIANO - VALLE E PIAZZA DELLA PIETROSA AQUINO - PARCHEGGI ATTREZZATI  SANT'ARSENIO - PIAZZA EUROPA

CONCORSI NAZIONALI ed INTERNAZIONALI

1. Concorso Nazionale Sistemazione Centro di Scafati - ( III Premio)

    

   IL VERDE COME UNA PIOVRA NELLA CITTA' ____________________ Il progetto scaturisce da alcune considerazioni ed anche da sensazioni più generali sull'uso del territorio e in maniera più profonda, da posizioni particolari nei riguardi della "sistemazione architettonica urbanistica" dei centri urbani. ...in pratica sono considerate in linea di principio nell'ambito della "ristrutturazione ambientale architettonica". ...Si è operata una riqualificazione dello spazio urbano, attraverso una definizione architettonica degli ambiti, nel complesso del progetto di nuova sistemazione, nel quale quasi ogni cosa risulta prevista in quel sito ed in quel momento progettuale totalmente definito. Primo obiettivo è stato l'inserimento totale degli spazi funzionali nella realtà urbana.. Si è avvertito sia planimetricamente, che usando effettualmente il territorio, che la Villa Comunale partecipava poco allo spazio urbano, in quanto due barriere si frappongono all'uso organico del territorio: il Sarno (che divide le case dal verde) e via Oberdan (che divide la Villa dall'area del Gaizo) ...Pertanto primo compito era quello di creare l'osmosi tra le varie parti funzionali. Ciò si sarebbe ottenuto in miglior modo con interventi radicali e fuori dai limiti del bando, mentre noi volevamo una facile realizzabilità. Si è preferito non utopizzare nulla, non rinunziando assolutamente al tentativo di abolire, in qualche modo, quelle barriere. Cosicchè il progetto fornisce alla Villa quasi dei tentacoli, che si aprono al territorio circostante: è il verde secolare della Villa la PIOVRA che apre i propri tentacoli sui contesti, aggrappando l'altra sponda del Sarno con ponti pedonali e ciclabili, aprendosi in piazzali di sosta, assicurando le penetrazioni dalle palazzate. e finalmente un "lungo Sarno" pavimentato ed attrezzato con panchine inserite nei muretti e lampioni, lampade, porta rifiuti, che fanno fruire anche psicologicamente l'altra sponda costruita. La scuola elementare aperta nel verde della Villa e partecipe; una nuova piazza "la piazza del bambino" come filtro tra la via Melchiade e la Villa, innestata attraverso un percorso a baionetta, che penetra dentro e fuori attraverso il ponte..... ....Un altro tentacolo, costituito da un portico e dalla rampa del ponte, porta alla scuola e dal parcheggio direttamente dall'altra parte della villa. I due ponti pedonali, le ascensori e le rampe diramano la piovra sull'area Del Gaizo, ormai così inglobata organicamente, in osmosi alla Villa ed insieme a questa ne disegna un territorio fluttuante. ....I parcheggi, dislocati in nodi strategici, dovranno permettere l'uso delle strutture e la vivibilità ambientale ai pedoni ed ai ciclisti, restituendo loro ciò che gli ossidi di carbonio hanno depredato. ... Per le attrezzature ricreative e sportive per esempio la stessa piscina non è che un pretesto, quasi una fontana nel prato di un parco pubblicoi: ristori, porticati, servizi ed attrezzature ne assicurano l'uso quotidiano a tutti, non solo a chi ci si rechi appositamente; sono intese pertanto come integrazione totale alle funzioni del territorio comunale, vissuto così, in contatto più diretto con gli elementi naturali. LA PIAZZA VITTORIO VENETO: La direzione e la dimensione: due presupposti progettuali. Si è prima restituita la piazza al suo spazio interno tramite un piccolo porticato e poi questa si è aperta all'esterno, proiettando dal portico la curva della fontana sul piazzale. .... per la chiesa si è costruita, con semplici ricorsi di sedili a lampioni e disegno della pavimentazione, la navata di accesso al pulpito, da sempre intesa come luogo aperto, quasi un invaso nel quale gli architetti della storia hanno costruito le finestre della città affacciate su questo invaso. E qui quale occasione migliore per riproporlo, ma con delle finestre vere, quelle dei balconi limitrofi, su una navata finta, quasi ripristinata da uno scavo archeologico e riprodotta dal restauro accorto nei soli e pochi segni della pavimentazione e piccoli arredi fissi. ....questa piazza la abbiamo voluta progettare come una piccola proposta di arredo urbano ...... ma tutto è lontano dal design industriale ricercatissimo e prolifico nella ricerca dello "effimero essenziale". Qui tutto è in muratura o calcestruzzo rivestito da lastre di travertino su pavimentazioni di marmi, bordi e piastre di ottone, lampade in profilati IPE, su basamenti funzionali organicamente al contesto ed armature disegnate e non in "design - ate". ... Il bel campanile e la chiesa li abbiamo tenuti lievemente staccati (non avendo trovato nello scavo la pavimentazione) e vi abbiamo fatto crescere un fazzoletto di prato con cespugli di margherite.

ha collaborato: Arch. Adriana Messa

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Aggiornato il: dicembre 12, 1999.