Traduzione:
Quando un
fresco soave dolce vento, / alla stagione più bella, alla migliore,
/ sento scherzare tra le foglie / e pare che spiri amore, / mi viene
in mente quella / non già donna, ma stella, / quando il venticello
scherza / tra i suoi capelli e glieli scompiglia. // Quando alle volte
odo gli uccelletti / - come sarebbe a dire gli usignoli - / cantare su
gli alberelli / i vaghi versi suoi / l'accorto ragionare / ed il gentil
parlare / di quell'ingrata mi vengono nel cuore, / ch'è tutt'altro
che udire l'usignolo. // Quando io vedo qualche prato fiorito, / bianco,
rosso e azzurrino, / coperto e rivestito / di verde e fresca erbetta, /
invece di rallegrarmi / ancor più provo passione / per uno strano
fiore che non ha propri petali, / ma li cambia a suo talento. // Quando
io vedo qualche bosco grande / d'olmi, di cipressi, d'elci e pini, / con
gli alberi delle ghiande, / le sorbe e i corbezzoli, / al mio cuore mi
pare / poterlo paragonare: / poiché il mio cuore si è fatto
bosco, / tante sono le frecce che Amore vi trasse. // E quando vedo qualche
acqua corrente / brillare come un cristallo netta e chiara / sì
che chi vi pone attenzione, / in fondo vede la ghiaia / e dentro così
vi brilla / il pesce con l'anguilla, / al suo mormorio piacevole e lento
/ mi lamento che Amore non rende giustizia. // Quando il mare è
grosso e corrucciato / contro gli scogli batte i marosi, / ed è
sempre alterato / finché con essi combatte; / così, quando
è irata, / appare quella Nerona, / e io sembro gli scogli fermi
e pazienti / ai torti, alle ingiurie, ai tormenti. // Quando io penso che
la tramontana / è guida di chi va per mare / e sempre Diana / precede
il giorno, / mi sovviene allora / che in strana forma ognora / un'altra
stella, ma più assai lucente / guida a suo piacere la mia vita dolente.
// Quando il mondo è scuro e tenebroso, / e il Cielo s'apre e si
vede uscire / un lampo luminoso / che l'aere fa brillare, / ed il gran
lume suo / l'occhio non può reggere, / mi sembra il lampo che mi
terrorizza / se a quella Tigre piace guardarmi. // Quando in tempo sereno
viene l'eclissi / con meraviglia ognuno guarda in su, / né già
il gran lume / vede più come prima; / così quella crudele,
/ se copre il suo viso / con un ventaglio o velo delicato / sembra il gran
pianeta eclissato. // Quando sì bello e così vago appare
/ l'arco celeste striato di colori / sembra quell'acconciatura / che mi
ha legato il cuore, / e se il sole compare / attorniato da nubi / mi sembra
vedere lei scapigliata / mentre si asciuga i capelli. // Quando il
sole alla sera se ne va / e porta il giorno con sè / notte assai
presto fa, / e ogni colore si spegne, / se anche il mio sole si ritira
/ appena ha varcato la soglia / tutta la terra nonché la contrada
/ mi sembrano un uggioso limbo. // Quando in estate vedo la luna
in aere / che pare non si muova e fa cammino / e di color son l'aure /
d'azzurro oltremarino, / mi viene in cuore quell'una / più bella
assai della luna / se dopo cena se ne sta seduta / in villa alla finestra
della strada. // Quando la notte uno specchio sembra il cielo / tutto dipinto
e ricamato di stelle / mi pare scorgervi dietro / quelle belle trecce:
/ chè gli ornamenti suoi, / i fiori, gli spilli, / stelle divengono
del sidereo coro / appena toccano quei capelli d'oro. // E quando vedo
poi il sole levato / che asciuga la rugiada sull'erbetta / il cielo netto
e spazzato / senza una nuvoletta / veder mi pare il viso / di quella desiderata
/ che esce di casa insieme con sua madre, / e fa splendere il mare, la
terra e l'aria. // In conclusione, quand'io vedo o sento / fiume, arco,
eclisse, uccelli, bosco, prato, / sole, luna, stelle, vento, / e lampi
e mare agitato / il polo e l'oriente, / il mezzodì e il ponente
/ e ogni altra cosa bella in terra e in cielo, / mi pare avere negli occhi
lei. // Ma se vedo lei stessa, che cosa mi pare? / Che ne è di me,
quando vedo lei? / Non ho più nulla da desiderare, / e mi pare d'essere
in cielo / sì che mi sento cambiare / e trasformarmi in lei, / perciò
mi tocco a vedere se io sono io / o qualcun altro che mi assomigli.
// O versi miei, che già bagnai di pianto / e poi con i sospiri
asciugai, / quanta passione provo / e se ho il cuore trafitto, / chiunque
vi vedrà / da voi lo capirà, / perciò ve n'andrete
davanti a quella / fanciulla più crudele e bella d'ogni altra. //
Così le direte: che sebbene non abbia speranza / d'ottenere mai
da lei alcun favore / e di solito verso le sue pari / l'amore non va a
buon fine, / tuttavia io l'onoro e l'amo / e sempre più la bramo:
/ poiché virtuoso e santo è il mio scopo / e il bene che
le voglio è onesto. |