| Parliamo
ora del più radicale intervento di revisione del piede del 521 OMC. Dopo
aver visto l'intervento più classico, ovvero la sostituzione della girante
pompa acqua sul 521 "piede piccolo", ovvero la versione senza scarico
nel mozzo elica, prodotta tra il 1977 ed il 1986, passiamo ora, alla procedura
di smontaggio della scatola ingranaggi in attesa di occuparci del ben più
impegnativo piede a "scarico nell'elica", Ovviamente,
come per la girante, le stesse operazioni di seguito descritte valgono anche per
i precedenti modelli 360 cc e, con poche varianti, per quelli di minor potenza
come il 6 ed il 9,5 prodotti negli anni '70.
In genere tutto
comincia con una scena del genere. Al
momento di cambiare l'olio del piede (in questo caso contestualmente alla revisione
dellla girante), invece di un olio lucido e scuro, si vede uscire una sorta di
caffelatte opaco. A volte, soprattutto
se il motore è statofermo in verticale per parecchi mesi, dalla vite inferiore
esce acqua limpida, più pesante dell'olio e per questo depositatasi. Il
responsabile è sicuramente un paraolio che ha ceduto, quasi sempre quello
superiore, più raramente quello dell'asse elica. |
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Non è il caso di lasciar correre
e , perder tempo soprattutto nei modelli posteriori al 1980, dove, al posto delle
bronzine, ci sono cuscinetti reggispinta a rulli,
assai meno resistenti all'azione delle ossidazioni, e siccome le piste sono ricavate
direttamente sugli ingranaggi e l'asse..... ci siamo capiti, vero? Se
proprio non avete il tempo o la possibilità di sventrare il piede, fate
un sacrificio e controllate , e se necessario cambiate, l'olio dopo ogni uscita,
per evitare che si possa avere ristagno di salsedine nella scatola ingranaggi....per
un fuoribordo stare in salamoia non è il massimo... |
Appena potete, perdete una giornata
e dedicatevi ad una seria verifica dello stato degli organi interni... Per
fortuna, questo piede è stato progettato, nei lontani anni '50, soprattutto
in funzione della massima facilità di manutenzione, e non vi nascondo che
lo preferisco di gran lunga al più bello ma sicuramente pesante e complicato,
"piede grosso". Per
prima cosa non dimenticate di lasciar ben scolare
l'olio PRIMA di aprire il tutto... non c'è nulla di peggio che lavorare
su componenti impiastricciati di lubrificante che sgocciolano da tutte le parti. Per
i perfezionisti, un risciacquo finale al vano interno con un vecchio tubo dell'olio
caricato con gasolio, sarà l'ideale. |
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A questo punto fissiamo
il piede a testa in giù in modo stabile e sicuro, preferibilmente usando
una morsa le cui mascelle avremo l'accortezza di schermare con due pezzi di legno. Dovremo
esercitare una discreta forza per allentare le sei viti che tengono assieme le
due sezioni senza rovinarle, per cui assicuratevi che sotto spinta il piede non
possa scivolare fuori dai propri fermi. Rimuovete
per prima la vite a croce posta lateralmente al foro di rabbocco dell'olio, ed
indicatea dalla freccia, che funge da fermo e da perno di rotazione per il selettore
delle marce. Poichè essa comunica
direttamente con la scatola ingranaggi, è previsto un OR di tenuta collocato
in una cava ricavata subito sotto la testa. |
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Se
oppone troppa resistenza, lasciatela pure dove sta. E' un pelino più complicato,
ma si riesce ad operare lo stesso. Dopo
aver tolto le sei viti di fermo, con un paio di colpetti ben assestati sulla pinna,da
dietro verso avanti, si vincerà la resistenza opposta dal sigillante e
potremo finalmente ammirare l'interno della scatola ingranaggi. |
Ed
ecco finalmente in bella vista gli ingranaggi ed il selettore del cambio. Se
non saremo riusciti a togliere la vite a croce, quella sorta di forcella di comando
risulterà ancora solidale alla pinna inferiore. |
Per separare
le due parti, sarà necessario rimuovere la piccola copiglia visibile all'estremità
dell'alberino del cambio e sfilare il perno. NON
azzardatevi a sfilare tutto l'alberino del cambio! .. si rischia di danneggiare
sul serio l'OR di tenuta, e combiarlo è estremamente scomodo, dovendo lavoprare
dall'interno. | |
Una
decisa trazione o colpettino delicato dal basso verso l'alto sull'asse elica ci
permetterà di liberare l'intero gruppo di trasmissione orizzontale, che
a questo punto potremo scomporre delicatamente, prendendo nota della posizione
e del verso di eventuali rondelle e distanziali. |
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Sotto allo scorrevole di selezione
delle marce che si trova tra le due ruote dentate, sono collocate le due sfere
di fermo e la relativa molla di pressione, cui non parrà vero di poter
schizzar via a tradimento andando a nascondersi nel più recondito angolo
della stanza... state all'erta. |
Prima fase: abbiamo
tolto il blocchetto posteriore che alloggia la bronzina di supporto ed il paraolio. Si
vede l'ingranaggio della retro in procinto di essere sfilato a sua volta. La
bronzina che si vede sull'asse è quella alloggita a all'interno dell'ingranaggio
di retromarcia. E' flottante per ridurre
l'attrito e la velocità relativa. | |
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Seconda fase... tolti i due ingranaggi,
è rimasto solo il maledetto scorrevole con le sue sfere di ritegno ben
occultate.... Sono ben visibili le tracce
di ossidazione superficiale e i residui di olio cristallizzati sull'albero elica |
Ecco
finalmente tutto scomposto e allineato nella
corretta sequenza per promemoria. Notate
la molla e le due sferette in alto a destra ed il foro di alloggiamento sul millerighe
dell'albero elica. Ora possiamo pulire
per bene ed esaminare asse ed ingranaggi alla ricerca di eventuali danni, costituiti
da piccole incisioni , ossidazioni e, nel caso dei denti, scheggiature |
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Raccogliete tutti i pezzi in modo ordinato
e mantenete li sempre leggermente unti. Ricordate
che una accidentale caduta con atterraggio in posizione sfavorevole potrebbe essere
sufficiente per rendere inutilizzabile un costosissimo ingranaggio ... Coprite
le parti rettificate dell'asse elica con carta e nastro da carrozzeria. Verificate
che l'asse stesso non presenti incisioni profonde in corrispondenza della battuta
del labbro del paraolio, riconoscibile come un sottile segno scuro che gira tutto
intorno alla superficie , |
Ripuliamo accuratamente
la superficie della flangiatura dai residui di sigillante usando alcool o diluente
nitro. Se si rende necessario raschiettare
o carteggiare, agite con cautela e facendo molta attenzione a non comprometterne
la planeità. Le due metà
del piede sono lavorate assieme alla macchina utensile, e praticamente vengono
accoppiate senza interporre nessuna guarnizione, se non il sottile OR perimetrale,
quindi la precisione di lavorazione è molto importante |
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Ecco il piedino. Al
contrario di quel che si può pensare, la guarnizione perimetrale, se rimossa
con cautela e ben ripulita, può essere riutilizzata senza grossi patemi.
Ripulite bene la sede e verificate che
nella parte più bassa del piedino non siano presenti criccature o fenditure
conseguenti ad urti contro ostacoli sommersi. Ad
onor del vero, è facile accorgersene anche a motore chiuso perchè
l'olio trafilerebbe senza pietà. |
Avendo il piedino in mano, questa potrebbe
essere l'occasione giusta per dargli una carteggiata e riverniciata... mica vorrete
farmi credere che non ha mai visto da vicino la sabbia del fondo, no? Prima
di farlo, però, rimontate temporaneamente la vite trasversale e quella
di carico/scarico olio, in modo da preservarne la superficie di battuta, che deve
rimanere sverniciata. L'interno del piedino
invece è meglio non toccarlo... non ce n'è alcun bisogno... a proteggerlo
dalla corrosione ci penserà l'olio. A
questo punto la verifica potrebbe dirsi conclusa... ci rimane solo da cambiare
i paraolio e rimontare tutto come si deve.. Sembra facile, vero? Bhe,
nella prossima puntata scopriremo che comunque non è
difficile! By Camillo Si
ringrazia Claude Guerra
per aver gentilmente messo a disposizione le foto. |
Last Update 09.12.09 |