Il Consacrato - Capitolo 17

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-=Capitolo 17: Estinzione =-

 

Alchor rise.

“Dimmi: perché dovrei comprenderti, rinnegato?”

Una risata amara e crudele ai danni di quel demone che soffriva sotto la sua spada. Forse si stava attardando troppo ma non aveva ancora ottenuto tutte le informazioni di cui necessitava. Tanto più che la conversazione si stava rivelando interessante.

“Perché forse anche tu porti nel cuore le mie stesse cicatrici..”

Quella constatazione espressa con placida calma colpì il guerriero come una sferzata di vento gelido nella calura. Subito interruppe la sua risata e tornò a farsi severo in volto.

“Hai perduto i tuoi cari per volere della Luce…”

“Taci! Ho perso la famiglia per colpa di demoni come te, mostro”

Il volto di Balrog era ancora umano ma, mano a mano che procedeva quella sorta di tortura, iniziavano ad apparire parti del suo aspetto demoniaco. Tanto più che il suo corpo era quasi del tutto consumato e rimanevano solamente il busto e la testa. Mancava poco alla sua totale estinzione, tuttavia il guerriero del Bene non poteva perdere troppo tempo ancora: correva il rischio di perdere le tracce di Helge e dei demoni che l'avevano rapito.

“Uh uh…se ti fa piacere crederlo…alle volte, sono le verità più ovvie a sfuggirci…”

“Già, come il fatto che il tuo amico sia ora nelle mani di demoni come te. Cosa pensi che faranno con lui? O pensi forse che l'abbiano rapito per prendere un the coi pasticcini tutti assieme?”

Sperava di giocare sul suo legame con Helge per ottenere qualche informazione ma sul volto di Balrog non lesse né preoccupazione né ansia.

Nulla.

“Se è nel suo destino che debba morire…”

“Lui non può morire. Non ancora.”

Alchor si interruppe: rischiava di rivelare segreti che un demone non doveva conoscere.

“Anche se” , pensò, “tra poco sarà ormai estinto”.

Tuttavia scorse della curiosità balenare per un attimo negli occhi del rinnegato.

“Mi dispiace demone: non è nel tuo destino saperlo. Ma ora basta, ho perso anche fin troppo tempo con te. Dimmi: dove sono diretti? Dov'è il loro covo?”

“Perché pensi che io lo sappia? E poi, perché dovrei rivelartelo? Sono demoni, come me. Se sei un consacrato alla Luce, allora perché essa non ti aiuta illuminandoti il cammino? Non hai avuto visioni in merito a quello che sta accadendo ad un tuo compagno?”

Alchor si rese conto di stare solo a perdere del tempo prezioso: il demone non gli avrebbe rivelato null'altro. Sperava che covasse odio e disprezzo per gli altri due che erano riusciti a sfuggirgli con Helge. Sperava che collaborasse. Ma si era sbagliato.

Come probabilmente si erano rivelati infondati i suoi timori: non era niente di più che un patetico demone che per un colpo di fortuna era riuscito a scorgerlo nonostante, prima, si fosse avvicinato sotto la protezione di un potente incantesimo di invisibilità

Con un lampo di luce espanse la fiamma azzurra che avvolgeva la spada. La luce avviluppò quel che restava di Balrog: l'avrebbe consumato ed estinto per sempre.

Tuttavia quello scambio avuto con lui non era stato del tutto inutile, ammise mentre si allontanava seguendo la flebile traccia magica che proveniva dalla farfalla di luce. Si trattava di un incantesimo innocuo e poco appariscente che aveva imparato a generare e che si rivelava molto utile negli inseguimenti dei demoni, creature abbiette, abili nel far perdere le loro tracce e a mescolarsi tra gli umani.

Non aveva ben compreso perché avessero preso in ostaggio Helge anziché ucciderlo sul posto. Probabilmente speravano di ottenere una qualche forma di vantaggio su Balrog. O su di lui.

Se non aveva capito male da quel poco di conversazione che era stato in grado di seguire, il rinnegato li aveva aiutati in passato, almeno in un'occasione. E visto che un tempo era stato un seguace della luce, era più che plausibile che fosse stato lui a condurli al Santuario delle Nuvole Cremisi.

“…erano quattro…demoni…”

Queste le parole di Ayla, una delle sacerdotesse che aveva trovato ancora in vita dopo l'attacco dei servitori del Vuoto.

Quattro, non cinque. I conti tornavano se si ammetteva che Balrog li avesse solamente accompagnati fino al santuario senza prender parte al combattimento che ne era seguito.

Ma le sue erano solo supposizioni.

A torto si era ritenuto che quel luogo sacro fosse sicuro, che i sigilli magici posti a sua difesa fossero sufficienti.

La Luce si era sbagliata.

Il rinnegato doveva aver messo le proprie conoscenze al servizio del Vuoto per aiutarli ad annientare i servitori posti a difesa della Reliquia e del guerriero della Luce che stavano addestrando.

Di entrambi non vi era più traccia.

Più di un guerriero era stato mobilitato per cercare di recuperarli. Anche Helge avrebbe dovuto adoperarsi in tal senso ma non aveva mai risposto alla chiamata nonostante fosse uscito pressoché indenne dallo scontro contro Mirinon.

E, anche se non comprendeva come avesse potuto trascorrere parecchie settimane in compagnia di un demone o il perché non avesse fatto ricorso alla magia durante il combattimento di poco prima o quando si era scontrato con quella donna demone in riva al fiume, ora era suo compito aiutarlo.

Si era esposto a numerosi rischi accettando l'amicizia di Balrog tuttavia, per qualche strano motivo, il rinnegato l'aveva risparmiato.

Per certi versi, l'aveva addirittura protetto dagli altri.

Perché?

Questo Alchor non riusciva a spiegarselo.

Che davvero mirasse a renderlo un rinnegato proprio come lui?

Non era da escludere. Dopotutto il ragazzo era giovane, inesperto, confuso. Non aveva ricevuto un vero e proprio addestramento: la Luce stessa, secondo quanto aveva riferito tramite i Due Spiriti, aveva ordinato che si formasse sul campo.

Nonostante la sua importanza, la Luce aveva deciso di esporlo a numerosi pericoli, di rischiare che il suo spirito venisse messo alla prova.

Un gioco pericoloso.

Un gioco che ora rischiava di terminare anzi tempo se non giungeva ad aiutarlo prima che fosse troppo tardi.

 

 

La fiamma bruciò ancora per qualche istante poi, non appena Alchor fu abbastanza lontano, essa si immobilizzò come se fosse divenuta solida.

Quindi si disperse nell'aria.

Balrog, anzi, quel che restava della sua testa, aprì le palpebre. I suoi occhi vermigli erano ancora vitali.

Iniziò quindi a pronunciare una nenia in una lingua proibita, un incantesimo di negromanzia conosciuto solo da pochi adepti della causa del Vuoto. Un sortilegio che era necessario apprendere per poter rinunciare alla Luce e passare alla causa del male. Altrimenti sarebbe stata l'estinzione nel processo di trasformazione dell'essenza magica che albergava nel cuore e nel corpo di colui che si apprestava a rinnegare il bene.

La melodia che andava intessendo con la propria voce roca prese forma solida e le parole che ne componevano il testo iniziarono a costituire attorno a lui una fitta ragnatela nera che lo avvolse completamente.

Pochi istanti dopo, il bozzolo prese a crescere coperto da un fitto strato di incantesimi di invisibilità.

Quando raggiunse le dimensioni di un uomo si sciolse lasciando Balrog nudo e coperto di liquido amniotico violaceo.

Era nuovamente in vita.

“Bleargh…”

Il demone fece una smorfia ad esprimere il suo disgusto per l'odore nauseabondo del liquido viscoso sulla pelle.

“Non pensavo mi sarebbe capitato di riutilizzare questo incantesimo nuovamente”.

Si sentiva rinato, immortale, invincibile.

Nessun guerriero della Luce avrebbe mai potuto annientarlo. Come per i Sommi Sacerdoti del vuoto, solo reliquie benedette e incantesimi di alto livello avrebbero potuto condurlo all'estinzione.

Al contempo, fino a che conosceva il segreto della rigenerazione, le possibilità di venir annientato da un comune guerriero o da altri demoni erano minime.

In compenso, quell'incantesimo non poteva essere tramandato.

Fortunatamente, si trovò a pensare.

Altrimenti portare a termine i suoi piani sarebbe stato assai arduo, se non impossibile.

Tuttavia, in un modo o nell'altro, ci sarebbe riuscito.

Grazie ad Helge.

Colui che assieme ai Due Spiriti avrebbe dovuto ripristinare l'equilibrio nella Luce.

Ma ora, nudo, nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale aveva bisogno di vestiti. E di energia vitale.

Mentre alcune guardie della sicurezza allarmate dalla gente che andava e veniva dall'ipermercato al parcheggio stavano verificando cosa fosse accaduto e una folla di curiosi si accalcava dietro a loro per osservare meglio, lui, indisturbato e ancora invisibile, si diresse verso un'auto di grossa cilindrata parcheggiata in un luogo poco in vista. Utilizzò la magia per aprirla senza che scattasse l'antifurto e si sistemò comodamente sul sedile posteriore. Il fuoristrada era comodo e ben spazioso.

“Stupido Alchor”, pensò mentre scioglieva uno ad uno gli incantesimi di invisibilità che lo proteggevano.

“Hai rovinato i miei piani”

Telepaticamente si mise allora alla ricerca di un paio di anime corrotte tra la piccola folla di persone che studiavano il cadavere di Baled decomposto e consumato dalla fiamma della luce, o tra quelle che esaminavano i danni riportati dai veicoli in seguito al colpo ricevuto da Chelor.

Trovò due persone che facevano al caso suo, due anime turpi, corrotte. Le guidò fino a lui ed entrambi giunsero senza opporgli resistenza alcuna, ammaliati. L'uomo salì davanti accomodandosi umile sul sedile del passeggero mentre la ragazza si posizionò dietro, con il demone.

Si sarebbe nutrito e poi avrebbe raggiunto Chelor e Aglàr.

Avrebbe dovuto rivedere i suoi piani ma nonostante tutto non era preoccupato.

Dopo Korsheed, avrebbe ucciso i suoi complici e quel fastidioso guerriero della Luce. Li avrebbe trovati nello stesso posto e, con tutta probabilità, già feriti vicendevolmente.

Il guerriero era forte ed esperto: Balrog non lo avrebbe mai affrontato senza prima averne osservato le tecniche e i poteri.

La ragazza era ora sopra di lui, completamente nuda, a strusciarsi col suo corpo caldo.

Mentre l'uomo attendeva il suo turno per cedere la propria energia vitale a quell'essere tanto affascinante che l'aveva chiamato a sé.

“Umani…”, sospirò Balrog.

 

 

Leonardo Colombi

 

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Fantasy Story :

da Selerian Alastre (23 luglio 2007):

Il racconto sembra prendere una strada ben diversa da quella che ci si sarebbe aspettati all'inizio, ma riesce molto bene. Balrog è un ottimo personaggio, e la conversazione con Alchor è ottima. Lo scontro, secondo me, è descritto in modo poco chiaro, ma per il resto tutto a posto

 

 

 

 

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