Il Consacrato - Capitolo 16

[Home] [Divagazioni] [eBook] [Me, myself & I] [Poesie] [Pubblicazioni] [Racconti] [Recensioni] [Vari]
 
-=Menù=-
 


 Comico - Umoristico
Fantasy
Generico
Riflessioni
Saga Carrefour

 
-= Presente su=-
 


Fantasy Story

 
-= Navigazione =-
 


Prossimo
Precedente

 
-=Spot=-
 

 

 

-=Capitolo 16: In ostaggio =-

 

Helge era a terra, intontito, e sebbene l'arrivo di Alchor, il guerriero della luce, avesse sbloccato la situazione per un attimo, i demoni erano ancora ben lungi dall'essere sconfitti.

Infatti, con un arto tramutato in lama, lo stesso con cui aveva trafitto Balrog poco prima, Chelor poteva ora ribaltare la situazione tenendoli in ostaggio.

“Uh uh…ben arrivato guerriero!”

Sorrise crudele mentre il suo corpo mutava, contorcendosi, per fronteggiare meglio il nuovo venuto senza perdere né la presa su Balrog né il vantaggio di avere un ostaggio.

Si ritrovò quindi a osservare dritto negli occhi Alchor. Non sembrava particolarmente preoccupato né teso per l'arrivo del guerriero.

“Sei stato abile, davvero, ad arrivare così vicino senza farti scorgere. Possiedi una perfetta padronanza dei tuoi poteri se sei riuscito ad eludere le nostre percezioni…”

Il cadavere di Baled consumato dalla magia lo dimostrava appieno.

“Ma non così perfetta…” si ritrovò pensare Alchor consapevole che il demone tenuto in ostaggio assieme ad Helge era riuscito a scorgerlo.

Forse era stato semplicemente un caso: dopotutto l'attenzione degli altri due era volta ad altro che a lui.

Lanciò una rapida occhiata ad Aglàr per valutarne la potenza e poi tornò a volgere la propria attenzione a Chelor.

Era da qualche settimana ormai che li cercava. Sapeva che si trovavano in città ma non riusciva a localizzarli nonostante i suoi sforzi.

Grazie ad una visione, ad un po' di fortuna e ad Helge soprattutto era riuscito a localizzare Korsheed, complice di quei tre. Ma era morta troppo presto perché riuscisse ad ottenere da lei qualche informazione.

E ora finalmente li aveva trovati: forse sarebbe riuscito a recuperare ciò che avevano trafugato dal Santuario delle Nuvole Cremisi!

“…ma cosa farai ora? Sei solo contro due demoni… anzi…”

Lentamente abbassò il braccio con cui lo reggeva e osservò Balrog negli occhi.

Chelor voleva mettere alla prova Balrog e la sua fedeltà al vuoto.

“Ho avuto un'idea migliore”, confidò.

Alchor rimase in silenzio soppesando gli elementi di quell'insolita situazione. Avrebbe dovuto fronteggiare due o tre demoni? Avrebbe dovuto lottare anche per quel guerriero confuso e incapace che ora era a terra?

“Umpf, non vi facevo così deboli e vigliacchi. Ma è tipico di voi demoni, o mi sbaglio forse? Siete talmente consapevoli della vostra imminente sconfitta che osate addirittura attaccare in tre. E con un ostaggio per giunta!”

Li stava provocando. Forse non avrebbe dovuto farlo, ma era l'unica possibilità perché Helge potesse evitare di venir coinvolto. Sempre se l'avessero effettivamente attaccato in tre.

La lama nera della sua spada iniziò ad illuminarsi di energia azzurra mentre l'armatura magica si irrobustiva sul busto, dove i nemici avrebbero concentrato i loro colpi. Nel frattempo, l'immobilità regnava nel parcheggio sotterraneo: le auto si tenevano a distanza e le persone, terrorizzate e spaventate da ciò che vedevano, non osavano né uscire dall'ipermercato né aggirarsi incautamente tra le auto. Qualcuno aveva anche gridato di chiamare la polizia, altri invece, incuriositi, riprendevano la scena con il cellulare.

Ai loro occhi sembravano personaggi di un qualche set cinematografico. Difficile stabilire se il fuoco che aveva consumato uno di loro non fosse stato un effetto speciale o solamente un'illusione. Quegli uomini potevano essere chiunque, e al contempo per nessuno di quegli ignari consapevoli essi rappresentavano forze eterne ed implacabili da sempre in lotta tra loro.

Per un istante Helge e Alchor si fissarono.

“Uh uh, non siamo così deboli come credi. Solo non mi va di sottovalutarti, guerriero”.

Chelor non aveva ceduto del tutto alla provocazione.

Le mani di Aglàr ora avvampavano di un fuoco violaceo: era pronto ad attaccare.

“Balrog! Aglàr! Annientatelo!” ordinò Chelor mentre i suoi occhi si facevano rossi e alcune placche iniziavano ad perforare la pelle sul suo volto.

Balrog non si mosse.

“No” , disse semplicemente, “questa lotta non mi appartiene!”

“Maledetto bastardo! Come osi?”

I piani di Chelor si stavano rivelando errati. L'insubordinazione di Balrog poteva rivelarsi un problema assai spinoso, soprattutto in un frangente come quello. Il ragazzo a terra non rappresentava una minaccia ma uno scontro uno contro uno con quel possente guerriero della Luce vestito di nero lo impensieriva non poco.

Fortunatamente, l'intesa con Aglàr era invece perfetta.

Un colpo con il dorso della mano si abbatté violento su Balrog il quale volò per qualche metro atterrando dolorosamente prima sulle macchine e poi rovinando sul cemento. Il suo corpo fu percorso da alcune scariche di energia elettrica che lo fecero sussultare convulsamente e poi rimase immobile.

Contemporaneamente, sincronizzato al colpo del suo capo, Aglàr aveva scagliato un muro di fiamme contro Alchor il quale aveva parato utilizzando la propria spada. Ma la magia del demone gli si era incollata addosso intrappolandolo in una prigione di fiamme che avvampò per qualche istante.

Quando l'effetto del sortilegio terminò, il guerriero sciolse lo scudo di energia che aveva eretto attorno a sé per difendersi.

Dei due demoni non vi era più traccia.

Così come di Helge.

 

Balrog invece era a terra, qualche metro più in là. Sembrava avesse perso conoscenza tra due macchine. Imponente e minaccioso, Alchor lo sovrastava con la lama della spada rivolta verso la sua gola.

“Ehi”, lo chiamò.

Lentamente l'altro aprì un occhio poi, puntandosi su di un gomito, si sollevò di un poco per osservare meglio il suo nemico. Come supponeva, il guerriero notò che non aveva particolarmente accusato il colpo.

“Come hai fatto?”

“A fare cosa?”, l'ingenua risposta di Balrog nonostante la lama alla gola.

L'unico occhio di Alchor lo fissò con maggior intensità. L'inseguimento di quei due avrebbe dovuto avere la priorità tuttavia c'era qualcosa di sospetto in quel demone, una sensazione di pericolo che non gli riusciva di ignorare.

“A percepire la mia presenza nonostante l'incantesimo di invisibilità. Gli altri tre non si erano minimamente accorti di me”

Balrog sorrise: “Sarà stato un caso. Forse una rifrazione della magia ad attirare la mia attenzione. Dopotutto ero l'unico che osservava nella tua direzione.”

“Già”.

“Se si esclude che Chelor e Aglàr avevano fatto il palo per tutto il tempo mentre il terzo interrogava lui ed Helge”, pensò il guerriero. “Considerando poi l'emanazione di potere di Chelor, nient'affatto indifferente, suona strano che l'unico ad accorgersi del mio arrivo sia stato questo patetico demone.”

“Dimmi: come mai ti conoscevano?”

“Forse perché sono un demone?”

Un repentino guizzo della lama sfregiò la fronte di Balrog.

“Non mi sono spiegato bene”, Alchor cominciava a perdere la pazienza.

“Come mai li conoscevi?”

Per un istante il demone rimase in silenzio soppesando la risposta da fornire. Attorno a loro, incapaci di scorgerli, una decina di curiosi stava esaminando la scena in cui, fino ad un attimo primo, vi erano degli strani uomini impegnati in una sorta di animata e violenta discussione.

“In passato li ho aiutati in più di un'occasione” ammise Balrog.

“Capisco”

La risposta aveva fatto scattare qualcosa nei pensieri dell'uomo. Quel demone non era quel che sembrava, era più che evidente. Tanto più che l'avevano chiamato “rinnegato”, un appellativo a dir poco inusuale.

Tuttavia quell'indizio poteva essere la chiave di tutto.

“Ti hanno chiamato rinnegato. Perché? Eri un guerriero della luce?”

Ancora una volta Balrog rimase impassibile, ad osservarlo con quei suoi occhi di un azzurro infinito come se non gli importasse di nulla.

“Cos..”

La punta della lama sul collo era un invito più che eloquente a non mentire e a non indugiare ulteriormente nel fornire le risposte. Ma ciononostante non perse la sua arroganza.

“E se anche fosse?”, chiese sorridendo.

“Ha importanza. Avanti, dimmelo!”

“E se anche lo fossi stato? Sono un demone ora!”

Gli occhi di Balrog si erano fatti di un rosso intenso, sanguigno.

Alchor ritrasse di un poco la spada, cambiò la presa e la conficcò nell'addome del demone. Poi vi si appoggiò sopra col corpo, rigirandola.

“Stammi bene a sentire, feccia. Non ho tempo da perdere con te. Perciò, se non vuoi soffrire più del dovuto, rispondi alle mie domande e ti concederò un'estinzione rapida e indolore”

“Ah…ah…”, seppur dolorante e con voce strozzata, il demone gli rise in faccia.

“Chi…chi è il cattivo ora? Ah ah…voi guerrieri…ipocriti…”

Senza pietà alcuna per quell'essere nato dal Vuoto, Alchor rigirò ancora una volta la lama. Balrog strinse i denti e si lamentò per il dolore. Quella spada benedetta gli stava corrodendo le interiora.

“Te lo chiederò ancora una volta: eri un guerriero della luce?”

“Sì”

“Perché accompagni Helge?”

“Lo renderò un demone…come me…insieme vi daremo la caccia…”

“Non credo proprio che caccerai alcunché dopo che avrò finito con te. E tanto meno lui: è un consacrato. La sua anima è confusa ma il sentiero della luce è il suo destino”.

“Il destino si può cambiare…io…l'ho cambiato…”

La fiamma azzurra che divampava dalla lama aveva iniziato a consumarlo. Come se fosse una reazione chimica, il corpo del demone aveva iniziato a corrodersi e ad afflosciarsi sotto l'effetto della magia di Alchor. L'incantesimo di invisibilità che il guerriero aveva lanciato prima di iniziare con lui gli avrebbe permesso di continuare indisturbato malgrado gli umani che pascolavano nelle vicinanze. Ora erano concentrati sulla macchia putrescente che una volta era stato Baled, mentre due addetti alla sicurezza iniziavano a registrare le prime testimonianze. Sembrava improbabile e assurdo credere che quelli fossero i resti di un umano ciononostante ascoltarono con molta serietà ciò che i presenti avevano da riferire.

Di certo avrebbero avuto la possibilità di comprendere maggiormente cosa era accaduto interrogando uno degli uomini segnalati. Ma nessuno di loro sembrava esser presente. Eccettuati Alchor e il demone che stava estinguendo al riparo da occhi indiscreti grazie al potere della magia.

“No, ti sbagli. Il destino non può essere cambiato. Anche tradire la Luce faceva parte...”

“Cazzate! Perché mi avrebbe scelto allora?” Balrog sputò sangue nero mentre una smorfia di dolore gli si dipingeva sul volto contratto.

“Se era nel mio destino tradirla, perché la Luce avrebbe dovuto scegliermi? Dimmelo! Tu puoi capirmi, lo sento”.

Alchor rimase interdetto.

Istintivamente portò una mano al volto, allo sfregio, alla ferita che gli aveva causato la perdita dell'occhio. Tornò con la mente a quella notte, quando ancora era umano. Ripensò a quel giorno di quasi quarant'anni prima in cui aveva perso tutto, a quando la voce della Luce che per tanto tempo aveva ignorato l'aveva spinto a divenire un guerriero al suo servizio.

Li aveva visti violentare sua moglie e la sua bimba di undici anni. Esseri deformi e raccapriccianti, creature del vuoto senz'anima che si divertirono a seviziare e a trucidare la sua famiglia dopo averlo torturato e ferito a morte. Quella sull'occhio era solo una delle tante cicatrici che gli ricordavano quella terribile notte e l'incontro con Paruel, il guerriero della Luce che l'aveva salvato.

Aveva impiegato mesi per riprendersi. Altrettanti per accettare ciò che era accaduto. Ma poi aveva deciso di seguire la sua chiamata, di addestrarsi per divenire un guerriero al servizio della Luce. Quando venne consacrato, quando per lui il tempo umano si fermò relegandolo ad un'esistenza nuova, giurò che avrebbe dato tutto se stesso per combattere i demoni. Nessuna di quelle immonde creature gli sarebbe sopravvissuta, nessuno avrebbe mai più sofferto a causa loro. Nessuna famiglia sarebbe divenuta un passatempo per la loro indole malvagia, un gioco con cui generare dolore, odio e risentimento. Alchor l'aveva promesso: avrebbe dato tutto se stesso per annientare i servitori del vuoto.

“Io dovrei comprenderti? Io dovrei comprendere un guerriero che ha rinnegato la Luce ?”

 

 

 

Leonardo Colombi

 

Creative Commons License
Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti via mail:

da Grivitt (31 maggio 2007):

Semplicemente splendido! forse qualche errore nella form ogni tanto, ma la storia si sta facendo sempre più appassionante!

 

 

-=Invia un commento oppure una critica=-

Nome / Nickname :
Titolo opera :
Commento/critica :
Indirizzo mail a cui rispondere: