Il Consacrato - Capitolo 12

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-=Capitolo 12: Questione di prospettive=-

 

Dopo un altro boccone di pasta, Helge continuò rivelando al demone quanto sospettava: “Forse la magia sta tornando in me. Forse…”

“Tornerai ad essere un patetico servitore della Luce? Di quella stessa Luce che in tutto questo tempo ti ha lasciato solo a soffrire in silenzio? Senza nemmeno inviare qualcuno ad aiutarti?”

In un istante appena Balrog, accennando a quella spiazzante verità, aveva spazzato via quel barlume di speranza che Helge era riuscito a scorgere per il suo futuro.

Con tutto quello che gli era accaduto, il ritorno della magia per lui forse significava non solo la salvezza dalle sue crisi e dal vuoto che sentiva crescere dentro, ma anche il ritorno ad una vita che aveva abbandonato e rinnegato.

Il demone aveva ragione, Helge non poteva dargli torto.

“Così poi tutto sarà come prima, dici? Tornerai ad essere un burattino nelle mani di una forza che ti ha usato e poi gettato via quando eri troppo debole per servirla?”

“Smettila…”

“No, non la smetterò finché non ti renderai conto di quale assurda follia rappresenti la Luce ! Condanna noi demoni per ciò che facciamo, per il nostro comportamento nei confronti degli umani, per la nostra libertà nell'esercizio del potere. Ci accusa ingiustamente di usarli per i nostri piani. Malvagi, così li definisce!”

Una breve pausa mentre le pupille dei suoi occhi lentamente si facevano più scure sino ad assumere una colorazione di un rosso vivo.

“Ci accusa ingiustamente mentre i suoi guerrieri si riempiono la bocca di falsità come la misericordia, il perdono, l'altruismo ma non appena uno di voi non è più in grado di servirla, questo viene abbandonato al suo destino! Ah, che idiozia! Che ipocrisia! Se è questo il vero senso della Luce allora a che pro seguirla? Dimmelo! Per ingannare gli umani? Per ingannare voi stessi, guerrieri della causa sbagliata, che il mondo possa diventare migliore con il vostro contributo?”

Ora Balrog si stava alzando, Helge non l'aveva mai visto scaldarsi tanto.

“Ora calmati..”.

“No”.

Il demone afferrò il telecomando e accese la televisione. Rapidamente passò da un canale all'altro interrogando il suo commensale sul comportamento degli umani, palesemente evidente attraverso le immagini in successione.

Sullo schermo si susseguirono, uno dietro l'altro, telegiornali, spot, programmi televisivi, sequenze di violenza, sparatorie…

“E' questa l'umanità per cui vuoi sacrificarti ancora? Guardali! Loro non vogliono essere salvati! Ogni giorno si offendono e si insultano tra loro, rubano, stuprano, picchiano, compiono omicidi! O peggio ancora, guerre in nome del denaro! Violentano bambini, distruggono loro stessi ed il pianeta su cui vivono! Non vogliono essere salvati, Helge!”

L'uomo non sapeva cosa dire, come negare l'evidenza.

“Noi demoni non siamo il Vuoto. Noi siamo creature nate dall'odio e dal vuoto che questi stupidi umani hanno nel cuore. Siamo loro figli! Noi siamo la loro ombra, siamo l'evidenza del male che contribuiscono a creare ogni volta che mentono, quando alzano la mano contro il fratello, ogni volta che stuprano una donna o un bambino e quando si impongono sul più debole!”

Helge sentiva gli occhi rossi di Balrog fissi nei suoi, la bocca aperta in attesa che le parole giungessero a confutare quanto il demone gli aveva mostrato, quanto gli aveva rivelato.

Ma non giunse alcun suono, nessuna verità.

In cuor suo, Helge sentiva che qualcosa era venuto meno.

Se anche la magia gli fosse tornata, lui non sarebbe tornato quello di un tempo. Non era più pervaso da quella fede incrollabile che l'aveva sostenuto, spingendolo al sacrificio e al totale dono di sé.

L'umanità che Balrog gli aveva rivelato attraverso lo specchio della televisione era quella per cui lui si era tanto prodigato, per cui aveva lottato, per la quale aveva sofferto.

“Dimmi se non ho ragione, Helge. Dimmi se esiste un motivo sensato per restare al fianco della Luce. Dimostrami che gli uomini vogliono la Luce !”

L'uomo avrebbe potuto controbattere accennando al potere di un sorriso sincero, di quel sorriso disegnato sulle labbra di chi viene redento e perdonato, salvato dall'oscurità. Avrebbe potuto adoperarsi per far comprendere al demone la grandiosità dell'amore, il dono prezioso di un abbraccio, l'importanza di una vita salvata dalla contaminazione del vuoto.

Ma non lo fece.

Per ogni persona che aveva salvato mille altre sceglievano di rifiutare la Luce. Ora se ne rendeva conto.

L'umanità sembrava naturalmente appartenere al vuoto.

Aveva sempre saputo che la sua missione era una lotta impari, un costante sacrificio per proteggere e salvaguardare ciò che gli uomini avevano ed erano in grado di creare e provare. Dopotutto, allo stesso modo in cui i demoni erano figli di quell'odio e di quel vuoto che gli uomini provavano, la Luce era la dimostrazione che qualcosa di buono, di puro e luminoso ancora sopravviveva nel loro cuore.

Ma era una flebile fiammella in un universo di tenebre e buio.

Un lumicino capace di molto ma che nel suo cuore sentiva spento e freddo.

Non sarebbe più tornato quello di prima.

Anche se la magia fosse tornata a scorrere in lui, non sarebbe tornato un cieco e solido sostenitore della Luce.

Lo sentiva nel profondo del suo cuore.

In parte erano state le parole del demone a donargli quella consapevolezza, in parte tutti quei mesi passati tra l'incapacità di aiutare il prossimo con una magia che più non possedeva e la percezione di essere solo, abbandonato in un mondo di esseri abbietti che sapevano solo pretendere, ricorrere alla luce solo nel momento del bisogno, voltando ad essa le spalle ogni volta che più conveniva loro.

Amareggiato e deluso, finì il suo pasto in silenzio. Poi si alzò per riporre il suo piatto sporco nel lavabo.

Balrog lo osservò senza aggiungere alcun commento, lasciandolo alle sue considerazioni e infine, quando lo vide dirigersi verso l'area notte dell'appartamento, gli chiese se gli andava di mangiare qualcos'altro.

“No, grazie lo stesso”.

In silenzio, scomparve nella semi oscurità del corridoio.

Balrog, rimasto solo.

E sorrise.

 

 

 

Leonardo Colombi

 

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Fantasy Story:

da Caladan Brood (05 maggio 2007):

Ed eccomi ancora. Un commento ogni tre capitoli, praticamente un orologio ^_^. E devo dire veramente belli. Lo scontro tra Alchor e la demonessa è descritto bene (ma troppo corto, io volevo vedere il sangue, a parte quello di Helge e del pescatore ovviamente ^_^), le risposte che Alchor dà quando parla con Helge sono enigmatiche (il che è bene) e i dubbi che sollevi nel cap10, ma soprattutto nell'11, mi sono piaciuti molto (la storia si fa veramente intrigante ^_^). ma la vera chicchina dei tre capitoli è alchor che trova la demonessa squarciata da qualcun altro, un colpo di scena coi fiocchi. dirai chi l'ha sminuzzata vero? Dimmi di sì, dimmi di sì ^_^. Che dire? La trama comincia a muoversi, e bene anche. pochino per volta Helge sta capendo che diavolo gli sta succedendo (la strada è ancora lunga mi sa, il ragazzo è un pò confuso ^_^), Balrog ci trova gusto a tormentarlo, quasi mi verrebbe da dire menarlo per il culo (quell'uomo è un mito) e si è vista un pò di sana azione. Aspetto con ansia il seguito ^_^. Non mi resta che dirti: bravo e ai prossimi capitoli

da Selerian Alastre (06 maggio 2007):

Il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto, e sono curioso di leggere i prossimi capitoli. La trama è veloce e molto intrigante, crea molta curiosità di vedere come continuerà.

Hai per caso letto la saga "il Demone" di Terry Brooks? se non è così, te la consiglio perché ha un'ambientazione piuttosto simile alla tua storia, una battaglia nel mondo reale fra Cavalieri guidati da sogni e demoni subdoli.

Credo che potresti migliorare la forma. alcuni periodi sono molti lunghi e hanno troppe congiunzioni, si leggono con difficoltà, anche se il senso è sempre chiaro.

Aspetto nuovi capitoli!

 

 

 

 

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