Il Consacrato - Capitolo 09

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-=Capitolo 09: Duplice incontro =-

 

Helge stava ancora riflettendo sulla sua vita appoggiato al corrimano del ponte quando si accorse che, qualche decina di metri più avanti, un uomo stava pescando nel fiume.

Rimase un poco ad osservarlo recuperare la lenza, preparare l'esca e poi rilanciarla in questo o in quell'altro punto del canale. Reggeva con pazienza la lunga canna grigio antracite con il manico in sughero ed un moderno mulinello con i cuscinetti a sfera. Pescava con il galleggiante lasciando che la corrente trasportasse l'esca fino a qualche metro più a valle e poi la recuperava. Appoggiata a terra invece, una canna da fondo: il filo trasparente partiva dal cimino per poi immergersi nell'acqua. Probabilmente il vecchio l'aveva predisposta per catturare carpe o tinche.

Istintivamente abbandonò la propria posizione e, dal ponte, si diresse verso l'altro. Quand'era un ragazzo anche Helge aveva praticato la pesca sportiva e ora era colto da uno strano irrefrenabile senso di nostalgia. La pesca lo rilassava, gli piaceva e gli permetteva di stare a contatto con la natura. Aveva partecipato anche a qualche gara ma poi, per una serie di motivi legati ai suoi studi, al lavoro e infine al proprio ruolo di guerriero della luce, aveva dovuto ridurre le occasioni per praticarla e infine smettere del tutto.

Ma ora, osservando quell'uomo che pescava in tutta tranquillità, non poté fare a meno di sorridere. In fondo, quello che la Luce e le Tenebre cercavano di fare era assimilabile all'impegno del pescatore.

Entrambe cercavano di pescare anime, di portare gli umani dalla loro causa. Certo, cambiavano le modalità ed il fine ultimo, ma entrambe attingevano al mondo degli umani. E tra le due, quella che sembrava avere maggior fortuna sembrava essere la forza del male. Più comoda, più affascinante, senza vincoli.

Ma pericolosa.

“Salve”, salutò Helge a bassa voce.

“Buongiorno”, rispose il vecchio voltando appena la testa in direzione di Helge situato un po' più indietro rispetto a lui, a metà tra la riva e l'argine.

“Come procede?” chiese curioso, indicando la nassa semi immersa nell'acqua.

“Beh, non mi lamento. Per ora ho preso solo un paio di carassi. Ma non ho fretta e sono sicuro che prima o poi qualcos'altro abboccherà”.

“Carpe?”

“Forse”

Poi entrambi rimasero in silenzio, in attesa. Non era il tipo di pesca che Helge amava di più – preferiva di gran lunga la pesca alla trota, più dinamica, più avvincente – ma ugualmente rimase a fissare il galleggiante rosso e giallo che andava con la corrente. Di tanto in tanto, sincronizzato con l'anziano, un'occhiata all'altra canna.

Per qualche minuto non successe nulla. L'uomo continuò a recuperare la lenza, a pasturare e a rilanciare ma niente: di pesci nemmeno l'ombra.

Proprio come per i guerrieri della luce, sorrise Helge. Un lavoro paziente alla costante ricerca di anime da salvare, un'attesa snervante che il più delle volte si risolve con un nulla di fatto. Dopotutto, se i pescatori della luce usavano la lenza, quelli delle tenebre sembravano usare qualche esca magica che attirava a loro le genti senza troppa fatica. Addirittura erano attratti ad uscire dall'acqua di loro spontanea volontà, ammaliati da false promesse, dall'appagamento di vuoti desideri.

“Beh, la saluto. In bocca al lupo!”

Non gli augurò “buona pesca”: per un pescatore equivale ad una maledizione, alla declamazione di una condanna.

Quindi si volse per allontanarsi e risalire la riva erbosa. Anche l'anziano si voltò per salutarlo.

Nuovamente entrambi rimasero fermi, immobilizzati ad osservare nella stessa direzione. Ma questa volta il fiume era alle loro spalle.

Sulla riva una splendida ragazza avanzava correndo: stava facendo jogging. Le lunghe gambe ben allenate e abbronzate, i capelli scuri raccolti sulla nuca, un top molto aderente che metteva in mostra le sue magnifiche curve sobbalzanti ed un addome tonico e piatto.

I due uomini rimasero ad osservarla mentre lei passava. Anche lei li vide e lanciò un caldo sorriso al guerriero della luce.

Lui, anche senza rendersene conto, sorrise di rimando, ammaliato. Poi si riscosse e riprese a salire l'argine, un ultimo cenno al vecchio pescatore sorridente e si incamminò verso il ponte.

La ragazza era lì, poco più avanti rispetto a lui: stava praticando alcuni esercizi per tonificare il fisico e sciogliere i muscoli.

Aveva scelto un insolito posto per fermarsi.

O forse…naaa…Helge scosse la testa: forse si era fermata lì perché sperava che lui la raggiungesse. Pensiero allettante ma da scacciare subito.

In ogni caso, doveva dirigersi verso il ponte per poi seguire la strada fino alla fermata dell'autobus.

Non sembravano esserci auto né altro movimento al di fuori di quelli della ragazza e del suo corpo sinuoso. Dopotutto era domenica e la zona industriale non era molto affollata nel weekend.

Quando era a pochi passi da lei, la ragazza lo salutò con un caldo sorriso. Lo stesso che gli aveva rivolto prima mentre correva.

Non ci credo, si disse Helge.

“Ciao!”, lo salutò fissandolo negli occhi.

“Ciao…”, rispose Helge impreparato a gestire una simile situazione.

“Non mi riconosci?”, chiese lei avvicinandosi.

Helge trasalì: che fosse la ragazza di cui gli aveva parlato Balrog? Quella che lui…oddio…

“Ehm…”, doveva temporeggiare e cercare di far mente locale. Ma lei continuava ad avvicinarsi.

“Come?”

Pareva quasi divertita, il capo leggermente inclinato a destra mentre lo osservava con quei suoi profondi occhi azzurri, “non mi riconosci proprio?”.

“Mi spiace…ma proprio non mi viene in mente nulla…eppure…”

“…di una bella ragazza come me ti ricorderesti di certo, giusto?” gli sussurrò languida a pochi centimetri da lui.

Helge quasi non respirava, inebriato. Non sapeva cosa dire o cosa fare: era in difficoltà.

La ragazza allora gli prese una mano e se la portò sul seno. Il contatto fu piacevole e davvero Helge non sapeva che pensare mentre lei continuava a sorridergli, complice e divertita.

Poi si riscosse: non percepiva alcun battito di cuore!

Ritrasse subito la mano ed indietreggiò di un paio di passi: la faccenda si stava complicando.

“Non può essere…”

“Invece sì guerriero della luce…”

Helge imprecò silenziosamente: si era distratto, dannazione! Come aveva potuto essere così stupido! Si era fatto abbindolare e non si era nemmeno accorto di chi aveva di fronte!

Imprecò contro se stesso e per la situazione in cui s'era cacciato.

Un istante dopo era piegato in due, senza respiro: un colpo all'addome l'aveva fatto barcollare in avanti.

“Ma guarda che strani incontri si fanno da queste parti: un guerriero della luce privo di poteri!”

Il demone sollevò Helge senza sforzò e lo scaraventò giù per l'argine. Poi, spiccò il salto pronta a colpirlo mentre ancora questi rotolava a terra. Ma il giovane riuscì ad spostarsi all'ultimo secondo e ad evitare il colpo.

“Arrenditi e lasciati ammazzare senza crearmi problemi, Helge”

Come fa a conoscere il mio nome? Non mi pare di averla mai incontrata prima? Il dubbio per un attimo tra i pensieri del guerriero decaduto mentre cercava di ricordare dove avesse potuto aver incontrato quell'essere immondo.

“Ma cosa succede? Che state combinando?”

Helge si voltò verso l'origine della voce: erano poco distanti dal vecchio pescatore, solo una decina di metri.

“Vattene da qui!” gli gridò mentre un altro colpo già lo raggiungeva. Con un calcio poderoso venne sbalzato ancora più indietro finendo a pochi passi dal pescatore.

La ragazza demone avanzava calma e terribile verso i due. Helge tossiva e sputava sangue cercando di rialzarsi mentre il vecchio lo aiutava a sollevarsi e a riprendersi.

“Mettiti in salvo!” cercò di dirgli. Ma era troppo tardi ormai: con un colpo il vecchio venne decapitato.

“Sei così debole che nemmeno riesci a proteggere gli umani che hai giurato di proteggere!” la voce del demone alle sue spalle.

Helge, imbrattato di sangue, la guardò con odio mentre lei riportava alla forma originale il braccio che aveva usato come lama per uccidere il pescatore.

Cosa poteva fare?

Come poteva sperare di contrastare un demone privo dell'uso della magia?

Ma non voleva morire: non gli rimaneva che la fuga.

Non aveva senso rischiare la vita in quelle condizioni. Certo, desiderava incontrare un demone, l'aveva desiderato più di una volta. Anche la sua convivenza con Balrog era subordinata a questo suo desiderio, alla vaga speranza che stando assieme ad un demone prima o poi avrebbe potuto incontrare qualche altro guerriero della luce.

Ma ora…

Dannazione!

Ora le cose si mettevano male.

Non aveva difese, né armi.

Non doveva andare così!

La donna si mosse ad una velocità inumana e lo colpì con il palmo della mano lasciandolo a terra, accasciato sul posto.

Helge annaspava mentre, osservandola dal basso, già scorgeva il sinistro luccichio della luce solare sulla lama di quello che fino a poco prima era un braccio. Senza poteri magici anche le sue percezioni erano ridotte per cui non riusciva a captare i rapidi movimenti dell'avversaria.

“Sei patetico! Nonostante quello che hai saputo combinare contro Mirinon non sei che un guerriero mediocre!”

Helge prese un pugno di terra e glielo lanciò negli occhi accecandola. Sfruttando quell'attimo di vantaggio tentò la fuga ma dopo pochi passi qualcosa lo colpì alle spalle: un esplosione di energia che lo spinse in avanti mandandolo a ruzzolare per terra. La schiena dolorante mentre si contorceva per il colpo subito.

“Su, avanti! Smettila di fingere e combatti! Mostrami quel potere…”

“Di quale potere.. coff coff…di quale potere parli?”, chiese allora il giovane mentre si appoggiava ad un tronco di un albero abbattuto.

E' finita, pensò.

Poi un'ombra nera e una figura possente si intromise tra lui e la sua splendida avversaria, un'ammaliante demone dalle fattezze di una dea.

Sorrise.

L'uomo che aveva di fronte era un guerriero della luce.

Finalmente…

 

 

Leonardo Colombi

 

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti via form mail:

da Grivitt (26 febbraio 2007):

uuuuuh! la faccenda si sta facendo interessante! un demone e un altro guerriero votato alla Luce! poi, a quanto pare, il potere di Helge è qualcosa di più di un qualsiasi altro guerriero, altrimenti il demone non lo avrebbe cercato! ma il dmone non è la ragazza che helge, diciamo... con cui helge si è accoppiato, vero?

 

 

Commenti da Fantasy Story:

da Caladan Brood (09 marzo 2007):

nuovi capitoli... nuova recensione ^_^. siamo arrivati al 9 e proprio nell'ultimo la situazione, nel presente della storia, si è movimentata, ottimo. peccato per la ragazza, è un demone, io mi ero già innamorato ^_^. è stata bella l'idea di spiegare come Helge avesse fatto a perdere l'uso dei propri poteri (anche se non sono del tutto convinto che li abbia persi sul serio), io all'inizio pensavo fosse un flashback tra i tanti combattimenti sostenuti dal protagonista mentre era guerriero della luce, un modo come un altro per spiegare chi era prima dei suoi problemi, ma così è anche meglio, rispondi ad una delle domande che il lettore si pone, come ha fatto Helge a ridursi così?
anche se parecchie domande restano, tra queste quale sarà il destino del ragazzo, combattuto tra bene e male (sensazione che davi già nei capitoli precedenti e qui accentui). la trattazione psicologica di Helge è approfondita, adesso posso dirlo con più sicurezza. anzi, prende buona parte dello scritto, e questo certo aiuta ad immedisimarsi in lui, effetto che, io almeno, avverto.
la storia si sviluppa bene, non c'è che dire. un unico appuntino che ti faccio è su certi pensieri un pò confusi nel testo, o meglio, alcuni pezzi in cui il significato del periodo non è subito chiaro, questo un pochino spezza la scorevolezza del testo.
continua così, la storia sta prendendo forma, e la forma che sta prendendo non è affatto male ^_^.
aspettiamo con ansia il prossimo capitolo, anche perchè son curioso di vedere chi è il nuovo arrivato ^_^.

 

 

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