Il pagamento in contanti ed il resto

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Capitolo 4

Parte 3

 

IL PAGAMENTO IN CONTANTI ED IL RESTO

 

Il pagamento in contanti e la conseguente restituzione del resto sono il quotidiano banco di prova della nuova - anche se è stata introdotta già da qualche anno - moneta. E, al contempo, permette di capire il livello di capacità matematica e logica delle persone.

Solitamente, quando si parla di pagare in contanti la gente pensa “devo pagare con pezzi di carta” e quindi si da per scontato che la moneta non abbia valore e non sia importante. Capita spesso, quindi, che la cassa vada via via riempiendosi di banconote cartacee e veda le metalliche risorse monetarie diminuire sensibilmente fino al tragico momento in cui ci si deve barcamenare con quello che si ha…o andare in passivo fornendo al cliente un resto superiore al dovuto.

Questo accade per un assurdo preconcetto etico e morale che considera cosa buona e giusta il fatto che il cliente paghi come gli pare, sia fornendo banconote da 500 euri per un tozzo di pane sia fornendo due quintali di metallo per coprire una spesa da 80 euro unicamente utilizzando monete da 1 euro o di valore inferiore, mentre non è tollerato che il cassiere dia il resto allo stesso modo obbligando i clienti a muoversi con una carriola per trasportare la moneta.

Il cassiere o la cassiera deve quindi barcamenarsi con quello che ha richiedendo moneta quando possibile, ovvero sempre.

Il problema insorge quando una serie consecutiva di clienti effettua spese insulse e paga con banconote da 50 euro (o più) obbligando il dipendente della cassa a dare fondo a tutte le proprie risorse auree.

Ovviamente, si cercano sempre soluzioni di compromesso, cercando di gestire le monete al meglio e per questo si invita la gentile clientela a fornire anche la moneta.

E di fronte alla fatidica, tragi-comica domanda “per caso, non è che ha moneta?” la gente reagisce in modo completamente disparato.

Vediamo alcuni casi emblematici:

  • Approccio disponibile : il cliente si dimostra disponibile a collaborare e offre di sua spontanea iniziativa la moneta necessaria.
  • Approccio consulenza : il cliente si dimostra disponibile tuttavia appare in difficoltà nel capire quanta moneta serve: viene quindi aiutato nel difficile compito di recimolare moneta. In alcuni casi, soprattutto con le persone anziane, capita che al cassiere venga fornito il portafoglio della cliente con l‘invito a prendere quel che serve: una ghiotta occasione per recuperare quanta più moneta è possibile.
  • Approccio bastardo : questo caso si avvera quando il cliente apre il portafoglio dinnanzi al cassiere, il quale ha modo di constatare la presenza di banconote di piccolo taglio e della moneta necessaria ad agevolare il pagamento oltre che a fornire un valido sostegno per tutti i marocchini che girano per i parcheggi dei supermercati della Nazione. Il cliente però rimane per un po' pensieroso, ci pensa, si ricorda di non aver gli occhiali e che quindi non vede un cavolo (o almeno, questa è la mia teoria più accreditata), ed esclama un “no, mi spiace” molto fintamente dispiaciuto.

Comunque sia, in base a quello che il cliente fornisce, il cassiere opera la restituzione del resto. Accade allora che, nonostante il cliente “prima” del recupero del resto non avesse moneta, quando il cassiere inizia a racimolare 4-5 euro in monetine, se ne esca fuori con “aspetti…ecco i due euri che voleva!”.

Un'altra cosa che mi stupisce del pagamento in contanti è il conto di chi la moneta ce l'ha. Ora mi spiego: se un cliente ha moneta, il suo conto sarà tale da raggiungere una cifra che renda sconveniente l'utilizzo della moneta, con cifre simili a 39.90, 28,90…

Se invece, il cliente non ha moneta (avevo il portamonete nell'altra gonna, mi disse una volta un distinto signore coi baffi..) allora il conto, inevitabilmente, sarà di 31.00 o di 20.10 obbligando chi di turno a investire ingenti risorse monetarie nel resto da fornire.

Le considerazioni sul resto da fornire ci hanno quindi portato al grande dilemma del capire come le persone effettuino il pagamento in contanti.

Ovviamente, gli approcci possibili sono molteplici, esaminiamo le casistiche più significative:

  • Approccio esoso : qualsiasi sia la spesa (un ovetto kinder o un intero reparto PGC), qualunque sia il numero dei carrelli, si paga con banconote di grosso taglio selezionando, nell'ordine, banconote da 500, 200 o 100 euro.
  • Approccio normale : si fornisce un quantitativo cartaceo simile e di poco superiore al totale della spesa.
  • Approccio precisione svizzera : il cliente possiede, tra banconote e monete, l'importo esatto della spesa. Può accadere che lo fornisca immediatamente a seguito del calcolo del totale oppure cercando di raggiungere la somma raccogliendo tutte le monete sparse nella borsetta o nel portafoglio. I più virtuosi possono inoltre esibirsi in spettacolari prove circensi effettuando questo tipo di pagamento bendati e con le mani incatenate dietro la schiena.

Sfortunatamente, l'approccio esoso è quello più gettonato, vuoi per la comodità vuoi per l'illusione di ricchezza che la nostra moneta “eurica” ci da…vuoi perché siamo poco propensi a spendere due secondi del nostro preziosissimo tempo per renderci disponibili verso uno stupido e maleducato cassiere CarreChan che ha il coraggio di chiedere moneta.

Più e più volte mi è capitato di parlarne con i clienti e personalmente ho la convinzione che, al di là della difficoltà (soprattutto per gli anziani) di pensare senza più le migliaia, siamo un popolo di ignoranti.

Alla fin fine pagare significa saper fare un po' di aritmetica…dato che la gente non sa far di conto preferisce fornire banconote e via il pensiero.

Ma siamo ignoranti anche perché abbiam (hanno) fatto delle monete insulse, tutte simili e dagli stessi colori: cambiando il colore, magari, la gente aveva meno difficoltà a identificare la moneta che tiene tra le mani. Perché anche questo è uno dei grandi problemi legati all'uso della moneta: c'è chi scambia cinque centesimi per due, o dieci per venti centesimi…due euro per le vecchie cinquecento lire…

Di conseguenza, ma non solo per questo naturalmente, si usano le banconote di carta e la gente spende di più. E spende di più perché siamo italiani furbi e scaltri che al momento del passaggio all'euro abbiam pensato di non effettuare controlli e di bruciare tutti i listini del secolo scorso.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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