La fretta ed il trascorrere del tempo

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Capitolo 4

Parte 1

 

LA FRETTA ED IL TRASCORRERE DEL TEMPO

 

La fretta, è cattiva consigliera. Lo so bene.

Ma la gente ha sempre fretta. O, meglio, quando vuole, ha sempre fretta.

Quando ero all'imbustatrice (nota: un aggeggio che serve per sigillare le borse delle persone che entrano nell'iper, per evitare furti et similia), durante la mia breve parentesi di addetto alla sicurezza, e dovevo controllare i clienti che entravano nell'Iper, ho avuto modo di notare che la gente entra ed esce di continuo.

E, soprattutto, che ci sta dentro ore, giorni, settimane…

E di questo ho le prove! Non si può entrare con zaini o valige o “carrelli personali” (quelli per trainare le valige): tutte queste attrezzature sofisticatissime vengono depositate dall'addetto il quale consegna al cliente un tesserino con su scritto un numero. Al termine della spesa, presentando la targhetta con il numero, il cliente riprende possesso di ciò che è suo. E accade così che lo zaino che prendi in consegna alle 10, venga ritirato alle 15.

Altre volte si devono organizzare spedizioni per rintracciare il proprietario: e non auguro a nessuno di andare in ricognizione nel settore 7 G…circolano strane voci di belve feroci, fantasmi e mostri alieni…qualcuno, di quelli mandati a cercare questo o quel cliente disperso non ha più fatto ritorno o, peggio ancora, è tornato indietro stravolto, cambiato, folle…ma questo è un'altra storia.

La storia di un essere chiamato Platinette!  

Comunque…certa gente non ha il senso dell'orientamento, secondo me.

Quindi entra nell'Iper, gira un po' … gira ancora un po'…un altro po'…poi si siede che c'ha il capogiro…e non si raccapezza più (Nota: il CarreChan è su un solo piano. Una volta un cliente mi ha chiesto dove fosse un certo prodotto. In fondo là, gli ho detto. “Ok, vado di sopra allora” mi ha risposto. Non ho mai capito dove avesse inteso dire di voler andare…).

Oppure, e questa secondo me è la spiegazione più azzeccata, certa gente non ha proprio un ca**o da fare! E quindi, all'interno dell'iper, gira per ore.

Alle volte perché non sa cosa comperare. Altre volte perché sta cercando qualcosa che non trova (eppure la concessionaria dell'Audi era proprio qui, dietro il reparto della pasta…). Altre volte perché…boh, non si ricorda nemmeno perché è entrata.

Certa gente, per me, vive dentro al supermercato…non i dipendenti intendo…

Vabbè, in definitiva, la maggior parte della gente se la prende comoda, moooolto cooomoda…

Però, attenzione, se chiedi un attimo per cambiare il rotolino alla stampante (è finito! Cosa faccio? Scrivo a mano sulla carta? Faccio i conti a mente?), la gente sbuffa e inizia a lamentarsi: “Ecco, sempre quando ci sono io” “Ogni volta” “Dai che ho il l'autobus.” “Dai che ho il treno” “Dai che ho le doglie” “Ho un infarto, la prego si sbrighi…la preg….la p…”

E poi ci impiegano ore a mettersi via la roba.

Ore per tirare fuori i soldi.

O per cercarli.

O per telefonare ad una persona per raccontargli di quanta gente sta bloccando in cassa, al supermercato.

O per limonare con la fidanzatina, là, in cassa, davanti ad un povero cristo che è stanco, ha 7 ore di lavoro alle spalle e vede una fila di clienti che non finisce più…

Io odio quando la gente si comporta così.

Sei in coda: amen, porti pazienza.

Se hai fretta, cambia cassa.

Oppure, non venire il sabato a comprarti una pianta di cactus!

Oppure spicciati e levati dai maroni!!!

Sì perché c'è gente che sta in coda per un ovetto kinder, per un quaderno…un pallone…

I disastri nascono quando arriva il cliente che attacca briga con gli altri clienti. E' raro, ma capita.

Le varianti sono due:

  • Coalizione contro il cassiere
  • Royal Rumbe (nel wrestling, un incontro tra più lottatori, tutti contro tutti)

Nel primo caso, il cliente istiga la coda contro il/la cassiera, esagitato per il tempo che sta perdendo, per il fatto che non si sbriga, perché ha vari impegni, perché nel tempo che impiegherà ad arrivare il suo turno l'euro avrà perso valore, la Cina avrà invaso l'Europa e Biscardi avrà imparato i congiuntivi!!

E a volte riesce nell'intento e raccoglie proseliti.

Altre volte no.

E se, quando poi tocca a lui, si verifica qualche inconveniente…

Per la cronaca: al cassiere o alla cassiera, non gliene frega niente di quello che gli vien detto da un idiota. Magari si risente al momento, oppure ci sta male per 3 secondi. Poi ti manda a cagare. Se hai reclami, vai all'ufficio reclami e non rompere. Che poi, a nessuno viene in mente che, cavolo, in un Iper così, quanta gente ci lavora? Cento? Duecento persone? Di più? Bene, allora ci sarà una certa suddivisione dei compiti. Se uno sbaglia, e non siamo noi delle casse, le magagne le scopri in cassa, quando devi pagare, ma la colpa il/la cassiere/a non ce l'ha. E invece…

…e tutto per non aver mai pensato di installare una bella botola con i coccodrilli!!

Il secondo caso, la “rissa”, è quello più divertente: i clienti iniziano ad insultarsi e a innervosirsi reciprocamente (“Stai zitto, campagnolo di mer*a!” “Ma vaff****lo te! Immondizia”: esempio di reciproco scambio di parole di stima avvenuto tra una dolce signora di Mestre e un umile cittadino di Marghera). Iniziano a volare parole, a tamponarsi con i carrelli, a picchiarsi (alla cassa 10 pezzi due si son pestati perché uno dei due aveva più di dieci prodotti e quindi rallentava quello dietro: probabilmente c'era dell'astio già in precedenza…però io tifavo per quello vestito di rosso…).

Poi, dopo ben 10 secondi di interruzione, il/la cassiere riprende a lavorare (ma non avevamo fretta?) e la rissa sfuma, con somma delusione degli avvoltoi che, dalle vetrate, stavano già pregustando un lauto banchetto.

Risultato: avvelenamento dell'ambiente e stress per niente.

Soluzione: avere a disposizione un tasto botola e/o un attrezzo per l'elettroshock.

Oppure, prendere tutto con più calma.

Ma purtroppo situazioni simili si verificano ovunque: nei bar (dai che ho parcheggiato in seconda fila!), negli uffici pubblici (dai che devo andare a prendere il bambino a scuola!), nei bagni (dai che me la sto per far…aah..no….ormai non serve più…)…

E non parliamo della fretta per le strade!!

Ma in fondo, siamo italiani anche in questo!

Non si pensa a partire cinque minuti prima!

Non si pensa a fare prima le cose urgenti e poi le cavolate!

Non si pensa ad organizzarci un poco!

No! Ognuno è libero di fare quel cavolo che gli pare, di trascorrere ore, giorni e settimane a parlare con le amiche davanti alla cassa e poi a rompere le scatole purché hanno fretta (il mio sogno ricorrente che vorrei veder realizzato, prima o poi : “per piacere, ho fretta: devo prendere l'autobus!” “ok” dico io “a che ora ce l'ha? Vediamo, ho qui il foglietto con gli orari: quale deve prendere?” “ehm…quello…per…Venezia!” “Parte tra quindici minuti.” “Ah, no, per Mogliano, volevo dire per Mogliano” “Parte tra venti minuti” … ).

Siamo troppo abituati a pretendere, ad avere e ad ottenere, che alle volte dimentichiamo che prima di tutto dovremmo guardare a come ci comportiamo noi medesimi e poi, nel caso, possiamo metterci a contestare agli altri.

Avere fretta perché sia ha poco tempo a disposizione per qualcosa di importante posso capirlo: ma allora chiedi gentilmente di passare davanti ed esponi il tuo problema educatamente. Di sicuro cercherò di aiutarti, non sono quel mostro disumano che pensi io sia.

Avere fretta per motivi futili o perché si ha deliberatamente scelto di perdere tempo in cavolate, beh, mi spiace, in questo caso non credo sia corretto avvelenare gli altri solo per fare prima.

Il segreto di tante cose (lasciando perdere il lavoro in cassa..) sta nella lentezza!

…a meno che non siate un centometrista, ovviamente…

 

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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