L ' uscita

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-=L'uscita (2) =-

 

Capitolo 1

Parte 4

 

L'USCITA (2)

 

Ma non divaghiamo oltre e torniamo alla mia (interminabile) riflessione divisa in due parti in perfetta coerenza con lo spirito del 2 x 1 di questi giorni.

Osservando certi comportamenti, davvero vorrei tanto avere un tasto botola come quello del signor Burns (un personaggio dei Simpson x i non informati sui fatti): un tasto che, una volta premuto, attiva una botola per far sparire i dipendenti che chiedono ferie o aumenti.

Io lo userei con i clienti.

“Posso uscire di qui?”

“Certo, passi pure”.

Poi sarebbe questione di attimi.

Il sorriso che si dipinge sul volto del/della cliente che ha ottenuto una vittoria, una conquista: perché è questo quello che ottengono; la consapevolezza di essere migliori degli altri, di averla avuta vinta, una piccola soddisfazione in mezzo a tante piccole frustrazioni quotidiane. Non è il fatto di uscire senza fare code, ma solo la possibilità di averla vinta su un sistema, sulle regole, sulle persone.

E poi un urlo mentre scompare per sempre nel vuoto.

Che poi, se già gli italiani hanno difficoltà a comprendere il concetto di “uscita senza acquisti”, per gli stranieri diventa una cosa assurda e inconcepibile.

“Why?” ti chiedono “Because at the entrance …” e loro son già lontani: certe volte hanno ancora meno cortesia e buon senso di noi italiani.

Vorrei tanto sentire come urla un tedesco mentre precipita nella botola…o un rumeno…

In linea di massima, la gente vuol far quel ca**o che gli pare e basta.

E così non va bene.

Ci sono delle regole di comportamento? Bene, le rispetti e non fai storie.

Non le capisci, chiedi informazioni.

Invece…invece la gente vuole averla vinta comunque. D'altronde, c'è pure un adagio che dice che il saggio non sa niente, l'intelligente sa poco e il mona sa tutto!

E se pensiamo ai messaggi che piovono dalla televisione o agli esempi forniti da certi illustri parlamentari (ad esempio quello della Lega che ha insultato un miliardo di islamici come niente fosse…ed era pure ministro…)

Infine un'altra chicca, per quanto riguarda l'uscita dalla cassa: se per tutto il tempo che trascorri nel magico mondo delle spese il carrello lo spingi poi, all'improvviso, perchè in cassa lo sposti solo trainandolo o spingendolo con estrema barbarie? Perché lo guidi senza quell'aristocratica e straordinaria “umiltè” che i Savoia raccomandano nonostante scandali ed episodi di dubbia moralità in cui sembravano essere stati coinvolti e di cui non si è più saputo nulla?

Quante volte ho visto carrelli andare a sbattere contro la cassa o sfracellarsi sulla barriera antifurto, o addosso alle colonne dell'ipermercato con tanto di clienti investiti…

Alle volte poi sei lì in cassa che stai gestendo un cliente, mentre sulla cassa dietro di te un carrello si muove imbizzarrito.

Lo scorgi con la coda dell'occhio, ma tu sei impegnato: stai gestendo il cliente di fronte a te. Lo sai che può capitare, ma speri che il cliente alle tue spalle abbia un briciolo di buonsenso e di destrezza.

O almeno che non piloti come un ubriaco affetto da morbo di Parkinson!

E poi l'impatto.

Di solito con la sedia, altre volte…con chi sta lavorando: Crash!

”Mi scusi!“

“Niente…si figuri…per favore…stia più attento la prossima volta…”

”Per te non ci sarà una prossima volta, figliolo!”

“???”

Crash! Crash!

“La prego…basta…non sento più le gamb..”

Crash! Crash!

“Buahahahah!!!“

[Dall'altoparlante: Un addetto alle pulizie in cassa 23. Urgentemente, per favore, prima che il sangue si coaguli sul pavimento]

Non mi meraviglia che le assicurazioni auto siano salite tanto negli ultimi anni (a parte che ci son molti altri discorsi in merito, tra truffe da parte dei clienti e ostentata magnanimità di compagnie palesemente no-profit): chissà quanti incidenti accadono a causa della disinvoltura delle persone al volante.

Della serie: hai visto come sono bravo a guidare con le mani insaponate?

L'assurdità è che, al CarreChan come in altri iper, esistono anche dei carrelli per bambini: sono meno capienti a forma di “automobile” fatti a misura di bimbo. Uno mette il pargolo nel posto di guida, che sta nella parte anteriore del carrello, e si fa le spese tranquillo, senza venire costantemente disturbato.

Il bimbo si trova nella parte anteriore del carrello, ricordiamolo.

Ora mi spiego perché molti bimbi piangono all'interno del ipermercato. E mi spiego anche il sangue per terra…le vittime innocenti della strada!

Che la gente, muovendosi nel supermercato, è ancora più stressata e indisciplinata che per le strade: avvengono tamponamenti, investimenti, deragliamenti in curva.

Una volta ho visto due, fermi al bordo della corsia dei vini, con i fogli della contestazione amichevole in mano: in lontananza il carrello dei carabinieri giungeva a tutta velocità…

 

 

 

Leonardo Colombi

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti dal sito ewriters:

da Elisa Rattighieri (06 dic 05) :

ciao...dovresti fare il comico! ho riso un casino! a me pice tanto ridere...complimenti!

 

Commenti dal sito Scrivendo:

da jack_m (08 gen 06) :

l'inizio è divertentissimo, le prime 14 righe (anche se toglierei la parentesi: "(ma è sempre bello comportarsi in modo da destare sospetti)"
poi prendi la tangenziale per riflessioni narrate con ritmo altalenante tra saggistica un pò noiosa e umorismo divertente, e questo ritmo non mi piace, è monotono, anche se il finale è simpatico.
ti premetto che non ho letto la seconda parte, ma io prenderei il meglio da ognuna una delle tre, e ci scriverei un racconto dal ritmo frenetico come è nei supermercati, compatto e veloce, senza pause di riflessioni, tanto di cose divertenti ne hai scritte tante nelle tre parti, non c'è bisogno di allungarlo, se non lo fai tu lo faccio io...

jack meditabondo

da Franksolitario (08 gen 06) :

il tono umoristico appare forzato e la tecnica del "vi parlo di un costume sociale, ovvero di quello che succede di solito nei supermercati" non appartiene tanto alla scrittura... semmai potrebbe essere uno sketch-monologo da cabaret
però dovrebbe essere scritto con un umorismo più marcato e riuscito

 

 

 

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