Si parte, fortunatamente, dal
gruppo meno complicato. Qui sono quasi tutti daccordo (anche se ci sono alcune
specie nuove, di descrizione recentissima che probabilmente accenderanno alcune diatribe).
Foglie molto belle, di norma variamente variegate/marmorizzate molto consistenti, alta
richiesta di luce, temperature da basse a medie, spesso richiedono un periodo di riposo
invernale. Fiori singoli o a coppie, variamente colorati, dal verde, al bianco, al rosa,
al giallo intenso, con labello rotondeggiante e petali grandi come il sepalo dorsale o
ancora più grandi. Come subgenere è uno dei più chiari come inquadramento tassonomico.
Tutte le specie, ad esclusione del delenatii (che vive più o meno litofita su rocce
granitiche, in substrato nettamente acido) vivono litofite su rocce calcaree o in accumuli
di detriti calcarei, comunque sempre in substrati piuttosto basici.
Negli ultimi anni nuove specie o varietà (alcune molto belle, tra
l'altro) si sono scoperte, grazie anche alle recenti aperture all'occidente che stanno
mostrando Cina e Vietnam, e proprio alcune di queste possono portare alcune problematiche
di inquadramento tassonomico.
P.
armeniacum Chen & Liu
Cina, fiore giallo limone intenso e discretamente grande che nasce singolarmente su un
lungo stelo. La pianta produce nuove vegetazioni addossate al fusto principale ma anche da
stoloni piuttosto lunghi. Le foglie presentano una minuta tassellatura.
La specie è stata scoperta nel 1979 nella provincia cinese dello Yunnan e descritta
successivamente nel 1982. Vive in boschi aperti sui 2000 metri di quota, tra rocce
protette da cespugli, in ambiente fresco e molto luminoso, con copiose piogge tra la
primavera e l'autunno ed un periodo piuttosto secco in inverno, quando la temperatura
scende sotto i dieci gradi.
In coltivazione preferisce temperature medie e molta acqua durante il periodo vegetativo
ed un paio di mesi di riposo invernale, con temperature basse (sui 10°), poca acqua e
molta luce. Ha bisogno di un vaso molto grande, che riesca a contenere i lunghi stoloni
che emette dal fusto principale.
L'armeniacum presenta (colore a parte) molte affinità con il delenatii e si è a lungo
discusso se potesse essere considerata specie a se stante o semplicemente una variazione
di colore di quest'ultimo. Tuttavia, la pianta nettamente diversa, con aspetti vegetativi
anche differenti, il colore del fiore e le differenze della forma del fiore stesso
(proporzioni differenti, labello molto più grande, ecc.) lo distinguono nettamente del
delenatii.
Una curiosità: il nome armeniacum significa "del colore dell'albicocca"
ossia arancione
colore un po' distante dal giallo limone delle piante che si
trovano in coltivazione.
Moltissimi gli ibridi effettuati, a cui trasmette il suo bellissimo colore, tanto che è
difficile sceglierne solo alcuni. Alcuni dei più diffusi sono il P. Armeni White (x
delenatii), il P. Fumi's Delight (x micranthum), P. Golddollar (x primulinum), P.
Dollgoldi (x rothschildianum), P. Wossner Armeniglan (x glanduliferum). Moltissimi ibridi
di questa specie (quasi la metà) sono stati creati e registrati da Franz Glanz a partire
dal 1987.
P. delenatii Guillaumin
Originaria del Vietnam, questa specie dal bel fiore bianco/rosato ha una storia veramente
interessante.
E' stata trovata solo poche volte in natura, nel 1913 la prima volta (e si parla come
stazione di raccolta una località imprecisata del nord Vietnam) e successivamente nel
1922 (anche se la specie è stata descritta nel 1924) quando le ultime piante viventi
arrivarono poi anche in europa, provenienti da una località completamente diversa nel
Vietnam del sud. Due di queste giunsero una ai giardini di Kew e una al vivaio di
Vacherot&Lecoufle. Quando la pianta dei giardini di Kew morì (e si vocifera che fosse
la più bella tra le due), quella di Vacherot & Lecoufle rimase l'unica esistente e da
questa sono derivate tutte quelle in coltivazione fino agli anni 90.
Questo non vuol dire che la specie sia particolarmente rara nel suo habitat, solo che il
Vietnam (o almeno parte del suo territorio) è stato a lungo negato ai botanici
occidentali. Inoltre gli appassionati locali di orchidee fanno un po' come noi Europei,
disinteressandosi un po' di quelle native ed appassionandosi invece a quelle
"esotiche", Cattleya in primis.
Comunque, nuovi cloni di delenatii sono recentemente apparsi sulla scena occidentale.
Tra il '90 e il '92 pare infatti che alcuni venditori di Dalat abbiano illegalmente
esportato a Hong Kong e Taiwan un gran numero di piante di delenatii (si parla di alcune
tonnellate di piante, vendute a pochi dollari al chilo, che avrebbero raggiunto Taiwan per
poi essere inviate in Giappone, Stati Uniti ed Europa).
Quindi, nel 1995 il Dr. Averyanov con alcuni colleghi "riscoprì" piante di
delenatii in natura, proprio nella zona dove erano state raccolte le piante del 1922, nel
sud Vietnam.
E lo stesso Dr. Averyanov riporta che l'habitat dove sono state trovate le nuove piante
(costoni e canyon di roccia granitica) sia piuttosto caldo per tutta la durata dell'anno,
asciutto in estate e piovoso in inverno. In seguito alcune nursery locali hanno iniziato
la riproduzione per seme di questa splendida specie, facendo tornare (legalmente questa
volta) nuovi cloni di delenatii sui mercati occidentali.
Tra le nuove piante giunte in coltivazione sono state anche trovate una varietà dai fiori
molto grandi, una varietà alba completamente bianca ed una varietà alba che si presenta
di un colore uniforme giallo-crema
La pianta, di vegetazione compatta, presenta foglie lunghe circa 10/15 cm e larghe 5, con
una bellissima tassellatura verde chiaro / verde-azzurro scuro. Va coltivata (perlomeno i
vecchi cloni, anche se come si è detto, Averyanov parla di clima caldo) come pianta da
serra intermedia, con luce abbondante ma non sole diretto e un periodo di basse
temperature (sui 10/12°) invernali per l'induzione alla fioritura.
Moltissimi e bellissimi gli ibridi di questa specie, soprattutto recenti o riscoperti di
recente: si va dai P. Deperle (x primulinum) e P. Delophyllum (x glaucophyllum) al P.
Magic Lantern (x micranthum), al P. Wanda M. Pearman (x bellatulum) al P. Delrosi (x
rothschildianum).
A dispetto del suo aspetto spesso solo leggermente rosato, il P. delenatii trasmette ai
discendenti brillanti sfumature rosa, diffuse in tutte le parti del fiore. Ed ecco quindi
che il P. Delrosi assomiglia come forma assai più al rothschildianum ma il fiore si
presenta interamentecolorato da intense rigature rosa carico su sfondo rosa tenue.
P. emersonii Koopowitz & Cribb
Cina/Vietnam, singolo fiore abbastanza grande di colore dal bianco/crema al bianco avorio,
labello piuttosto schiacciato di colore dal giallo al verde , maculato all'interno. Lo
staminodio presenta due "carenature" o creste, a forma di "V" con la
punta verso il basso, di colore rosso arancio.
Vive in costoni rocciosi che guardano ad est, sui 650 metri di quota, con inverni secchi e
freschi ed estati calde e piovose. Le foglie sono prive della tassellatura caratteristica
dei parvisepalum o presentano una lieve maculatura.
Questa specie è stata descritta abbastanza recentemente, nel 1985.
P. hangianum Perner & Gruss
Questa bella specie, scoperta recentemente (la descrizione è del 1998) presenta il fiore
più grande di tutto il gruppo dei Parvisepalum ed uno dei più grandi dell'intero genere.
Infatti il fiore, di colore che varia dal bianco avorio al verde pallido, al giallo crema,
arriva come dimensioni ai 16 cm, con parti fiorali molto "rotonde", bei petali
ben aperti che presentano spesso un reticolo di venature marroni più o meno intense ed un
labello rotondeggiante dello stesso colore del resto del fiore che può presentare
sfumature scure.
Molto bello anche lo staminodio stesso, di colore bianco con molte venature
rosso-aranciate.
La parentela con l'emersonii si vede anche dalle foglie, prive o quasi della tassellatura,
tuttavia il fiore molto più grande e le differenze nella forma e nel colore dei petali e
del labello distinguono nettamente le due piante.
Si stà discutendo sulla validità della specie, in quanto secondo alcuni potrebbe essere
un ibrido naturale tra l'emersonii ed un'altra specie, forse il delenatii, forse il
malipoense.
Tuttavia gli ibridi artificiali P. Larry Heuer (emersonii x malipoense) e P. Joyce
Hasegawa (emersonii x delenatii) presentano caratteri che non concordano con l'hangianum
pur presentando notevoli somiglianze. Il P. Larry Heuer ha il colore e le dimensioni
giuste, lo staminodio abbastanza somigliante ma il labello è nettamente differente per
forma e colore. Il P. Joyce Hasegawa invece avrebbe pure la forma generale giusta,
tuttavia si presenta più piccolo, con lo staminodio nettamente differente (giallo/rosato,
simile a quello del delenatii) e di uno sbagliato colore bianco/rosato.
P. hiepii Averyanov
Specie di recentissima scoperta, assomiglia molto al malipoense e al jackii (più a
quest'ultimo). Cribb lo dà come varietà del malipoense, riferendosi ad una pianta che
presenta petali e sepalo allungati, con un labello di forma ellittica, uncinato. Certo è
che quella specifica pianta potrebbe anche presentare un fiore malformato (cosa non troppo
rara tra i paphiopedilum) e quindi rientrare nella variabilità del jackii.
P. huonglanae
Pianta scoperta recentemente in vietnam molto simile all'emersonii, tanto da far pensare
ad una varietà di questo.
La differenza più evidente a vedere le poche fotografie che ci sono in giro, è il colore
del labello, di un intenso giallo/arancio piuttosto differente dal giallo crema o verde
pallido delle piante di emersonii viste fino ad adesso. Anche lo staminodio pare leggermente differente (non troppo a dire la
verità).
P. jackii Hua
Simile al malipoense ma privo di reticolo scuro sui petali, se ne differenzia per la forma
più allargata e snella, con petali più lunghi e sepalo dorsale più slanciato.
Differenza più importante è nella forma e nel colore dello staminodio che si presenta
nettamente differente da quello del malipoense.
P. malipoense Chang & Tsi
Cina/Vietnam, fiore singolo abbastanza grande (8/10 cm), verde con reticolo di venature
marroni/porpora sui petali che sono di forma vagamente triangolare. Il labello, piuttosto
grande, dello stesso verde di petali e sepali, si presenta spesso "gibboso", con
tante "gobbette" e spesso con una "incisione" longitudinale. La
specie, descritta nel 1984, porta 5 o 6 foglie larghe fino a venti cm e larghe fino a 4.
Cresce
nell'altopiano del Guizhou, in Cina, tra i 400 e i 600 metri di quota in vallatine tra
colline e montagne rotondeggianti, di calcare, dove boschi misti di bambù provvedono ad
ombreggiarlo. Le estati sono calde e piovose, gli inverni freschi e luminosi. Il fiore
produce un intenso profumo di lampone, caratteristica che viene quasi sempre passata ai
suoi ibridi.
P. micranthum Tang &
Wang
Specie trovata in Cina e Vietnam presenta una pianta molto piccola (foglie sui 10 cm
larghe 1,5/2 cm), tra le più piccole del genere Paphiopedilum. Si potrebbe quasi
considerare una miniatura, se non fosse per il relativamente enorme (e bellissimo) fiore,
che ha un labello di grandezza inusuale, di colore bianco/rosato con venature più scure,
sproporzionato rispetto alle dimensioni della pianta e del resto del fiore. I petali ed il
sepalo dorsale, pur piccoli se raffrontati al labello, sono comunque molto belli, con uno
sfondo bianco/rosato, giallo o verde con un meraviglioso reticolo di striature
rosa/viola/porpora.
E' ancora controverso il nome, in quanto il significato "piccolo fiore" non si
addice proprio a questa specie. Si ritiene che la descrizione originale sia stata
effettuata dissezionando un fiore secco o addirittura un bocciolo secco. Strano tuttavia
che un botanico possa prendere una simile cantonata ed alcuni cominciano a pensare che possa esistere una varietà dal fiore (o anche
solo dal labello) più piccolo. La varietà alba è completamente bianca, con il reticolo
di striature sui petali di colore giallo/verde anziché viola/porpora. La specie è stata
scoperta nel 1940 anche se la descrizione è del 1951.
Si coltiva come pianta da serra intermedia, dando però un deciso periodo di freddo in
inverno, sui dieci gradi (meglio un po' meno che un po' di più, visto che in natura le
temperature si avvicinano allo zero). In natura vive in boschi bassi, ombreggiati, con un
lungo periodo monsonico caldo e piovoso, ed un periodo invernale limpido e freddo. E'
stato largamente usato per ottenere una lunga serie di ibridi primari, tra cui il
bellissimo P. Magic Lantern (x delenatii) o il P. Gloria Naugle (x rothschidlianum).
P. vietnamense Gruss & Perner
Vietnam, specie recentissima, simile al delenatii ma con fiori più scuri e più grandi,
staminodio romboidale, labello a volte striato, petali soffusi e sfumati in rosa.
Curiosamente la descrizione (1999) è stata effettuata quasi contemporaneamente da tre
autori diversi: Gruss & Perner come P. vietnamense, Senghas & Schettler come P.
hilmari, Carvesto & Chiron come P. mirabile. Solo per qualche giorno è risultata
vincente sul filo di lana la descrizione fatta da Gruss & Perner che quindi da il nome
"da mantenere" per questa specie. Gli altri due (P. hilmari e P. mirabile)
saranno considerati sinonimi.
Il vietnamense, pur presentando nette somiglianze con il delenatii, differisce per molti
particolari, come dimensioni (è nettamente più grande), forma dei petali (più
allungati), forma e colore dello staminodio (con una macchia sfumata giallo/verde), colore
(più intenso). C'è da considerare tuttavia che le piante coltivate sino a poco tempo fa
di delenatii presentavano una bassissima diversità, in quanto discendenti da un'unica
pianta.
Quindi il vietnamense potrebbe rivelarsi come varietà (particolarmente
bella, tra l'altro) del delenatii anche se molti particolari non lo fanno credere. I nuovi
cloni di P. delenatii introdotti negli ultimi anni infatti presentano una discreta
variabilità nell'intensità del colore ma non nella forma. Essendo questa specie di
scoperta così recente, non si sono ancora registrati ibridi, anche se tutto fa pensare
che come genitore possa essere al livello del P. delenatii o addirittura superiore.
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