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Famiglia
Inondazione emotiva Quando i bambini accorrono in preda al pianto o alla rabbia, in una situazione di inondazione emotiva, i genitori assumono diversi atteggiamenti: Trascuratezza: i genitori sminuiscono la causa della concitazione del figlio ed aspettano che sbollisca spontaneamente. Oppure ostentano interesse e si schierano con il proprio figlio, colpevolizzando chi gli ha provocato le lacrime e promettendo vendetta. Si tratta di un comportamento improntato alla finzione e finalizzato a liquidare la reazione emotiva del figlio, senza occuparsene sinceramente ed empaticamente. Statisticamente inoltre le madri sono più tolleranti verso il pianto delle bambine, mentre invitano i maschietti a reagire con distacco, come si addice ad un "ometto", avvalorando lo stereotipo dell'uomo duro e della donna remissiva. Lassismo: pur di ottenere che il figlio si plachi o che smetta di piangere, i genitori ricorrono alle lusinghe, promettendo di accontentare un capriccio, per distogliere l'attenzione dall'esplosione emotiva del figlio.Oppure lasciano che il figlio sbrighi da solo la faccenda, lasciando che ricorra anche all'aggressività, senza fermarlo per indurlo alla ragione e per aiutarlo ad esplorare risposte alternative. Disprezzo: i genitori stigmatizzano l'inondazione emotiva del figlio e rispondono con durezza e superiorità alla richiesta di supporto e di interessamento del figlio.
Risposta empatica La risposta empatica consiste invece nella disponibilità e nell'attenzione prestata all'inondazione emotiva del figlio. Non si attua interrogandolo per estorcere una versione corretta dei fatti (che forse il figlio non fornirebbe mai), ma ascoltandolo esprimere i sentimenti che prova, per educarlo a riconoscerli e per indirizzarlo verso risposte alternative a quelle impulsive che vorrebbe mettere in atto. L'ascolto empatico deve scattare però con naturalezza e convinzione, esso non si presta ad un'esecuzione meccanica o ad una simulazione.
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