L'alfabeto Egizio
(parte seconda)
Usare
ideogrammi e fonogrammi
Scrivere non utilizzando le
vocali, spesso non rendeva il preciso significato di
quello che si voleva dire. Per esempio come si
faceva a distinguere
hkr ( essere affamato) da hkr (uomo
affamato)? Possono significare sia l'una che
l'altra. Si usava, allora, l'ideogramma.
L'ideogramma può significare una o più parole:
significa mangiare,
bere, parlare, pensare.
Ma scritto così:
si interpreta hkr
e il segno dell'uomo determina che è
un'attività della bocca e quindi vuol dire essere
affamato. La combinazione di ideogrammi e
fonogrammi determinava, quindi, il significato
e si chiamavano quindi determinativi.
Sostantivi
GENERE
Grammaticalmente il medio
egizio distingueva fra il maschile e il femminile.
Alcune parole astratte erano rese al femminile.
Il maschile potevano
avere come finale .w
ma essendo una consonante debole il suo uso si è
affievolito nello scritto e nel parlato nel
tardo medio regno. Questo significò che il maschile
poteva finire con qualunque consonante.
Il
femminile poteva avere come finale .t.
In genere si trovava scritto con il segno
.
NUMERI
Diversamente dal nostro
linguaggio dove il singolare indica una cosa e il
plurale indica più cose, nell'egiziano antico
esisteva anche il duale.
Il duale si usava per
esprimere il doppio di una cosa o di un concetto.
Quindi speso era usato per cose che tipicamente sono
in coppia come le orecchie, gli occhi, le mani
e i piedi. Era anche usato per nozioni che gli
Egiziani consideravano fatte da due cose, come ad
esempio il concetto di Alto e Basso Egitto la cui
unità era spesso rappresentata come "le Due Terre".
Il plurale si usava per
indicare più cose diverse da quelle che erano
in coppia, come spiegato sopra.
ARTICOLI
In senso stretto il medio
egizio non aveva articoli. Quindi la parola "dio"
poteva significare "il dio" come "un dio" e, quindi,
spesso dipendeva dall'abilità del traduttore,
esaminando il contesto, capire come si doveva
tradurre.
Nel nuovo regno spesso si
usarono dei pronomi come articoli. Per esempio
spesso si usava il geroglifico "uno" ,
per indicare "un".
Credo di dovermi fermare qui,
visto che solo la materia trattata in queste due
pagine basterebbe a riempire un intero sito.
Era ed è mio desiderio dare solo una prima impronta,
cercare di avvicinare chi mi leggerà alla
comprensione di questo alfabeto per poi poter,
magari, approfondire con testi senz'altro più
autorevoli.
Il consiglio che mi hanno dato
e che passo a voi è di cominciare con un libro
"leggero" che vi avvicini ancora di più al
linguaggio, per poi passare a testi molto più
complessi come la Grammatica del Gardiner e gli
Appunti di Grammatica Egiziana del Donadoni.