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TERAPIA COGNITIVA

Il modello ABC: la relazione tra pensieri, comportamenti ed emozioni

I principi teorici comuni ai vari modelli “cognitivi” nella psicologia clinica (terapia cognitivo comportamentale e psicoterapia cognitiva) evidenziano che non sarebbero le situazioni e gli eventi “obiettivi” ad originare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e di comportamento di una persona ma questi verrebbero prevalentemente determinati dai suoi processi cognitivi. Pertanto, ogni risposta dell’individuo è mediata da un ragionamento, quindi dal pensiero, da convinzioni e da immagini.

Questo assunto si ritrova anche nelle teorizzazioni di antichi filosofi: scriveva il filosofo greco Epìtteto “Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose ma dalle opinioni che essi hanno delle cose… e perciò quando siamo in difficoltà, o turbati o angosciati, non dobbiamo mai dare la colpa agli altri ma a noi stessi, cioè alle nostre opinioni.”

Il seguente esempio può semplificare la presentazione del modello. Una persona si trova in casa di notte e sta dormendo. Improvvisamente viene svegliata da un rumore proveniente dalla porta d’ingresso Se egli crede che siano entrati dei ladri sarà spaventato, manifesterà a livello fisico sintomi caratteristici di una reazione di paura (tachicardia, tremore …) e si preparerà a reagire con un comportamento conseguente; mentre se pensa che sia suo figlio che sta rientrando tardi potrà forse essere infastidito o irritato e la sua reazione sarà molto diversa.

Nella concettualizzazione del problema psicologico e nella pianificazione di un adeguato trattamento, la terapia cognitiva fa riferimento ad una schematizzazione di base per individuare i pensieri e le emozioni collegate con una situazione: lo schema ABC. Consiste in uno schema a tre colonne dove ciascuna colonna identifica uno specifico contenuto. A indica gli Antecedenti, gli avvenimenti e gli eventi, così come li vedrebbe una telecamera, che fungono da stimoli per il soggetto. B (Beliefs) indica le convinzioni, i pensieri automatici (ideazione immediata, non ragionata), le attività e le immagini mentali che riguardano gli antecedenti. C identifica le Conseguenze di natura emotiva e comportamentale, dati i contenuti di B, in presenza di una condizione A.

 

 

Alcuni autori hanno proposto una interpretazione lineare della relazione tra le tre componenti: B causa C, in quanto le valutazioni soggettive e le convinzioni dell’individuo determinano le emozioni e le conseguenze comportamentali. Secondo altri modelli esiste un processo circolare tra pensiero ed emozione, poiché indifferentemente l'uno può innescare l'altro.

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La psicoterapia cognitivo comportamentale

 

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (Cognitive Behavior Therapy CBT) è attualmente considerata in tutto il mondo accademico e clinico, uno dei più efficaci, ampiamente convalidati ed applicati modelli per la comprensione e il trattamento di numerosi disturbi psicopatologici. In primis, il trattamento dei disturbi dell'umore (depressione maggiore, disturbo distimico), di diversi disturbi d’ansia (attacchi di panico, fobie semplici, fobie sociali, ansia generalizzata,  disturbo ossessivo compulsivo, disturbo post-traumatico da stress), dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia nervosa, sindrome da eccessi alimentari o "binge eating"), nonché dell’abuso di sostanze e dei problemi di coppia. Più recentemente la CBT è stata inoltre applicata, in modo efficace, ai disturbi bipolari, ai disturbi di personalità, ai disturbi somatoformi (somatizzazione ed ipocondria) ed al trattamento degli aspetti comportamentali e cognitivi relativi a disturbi organici cronicizzati (es., diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, ecc.), a disturbi funzionali (es., cefalea da tensione, colon irritabile, ecc.) e del dolore cronico.

La CBT integra la terapia cognitiva e quella comportamentale. La prima si basa sul modello cognitivo che ipotizza, in tutti i problemi psicologici, la presenza di pensieri distorti o disfunzionali che influenzano l’umore, le emozioni ed i comportamenti delle persone. Questa psicoterapia si propone pertanto di aiutare i pazienti ad individuare e valutare in maniera realistica tali pensieri e convinzioni e gli “errori” di interpretazione della realtà, al fine di modificarli e/o integrarli con schemi mentali più funzionali. La terapia comportamentale è finalizzata a modificare la relazione tra le situazioni che creano difficoltà al paziente e le correlate abituali reazioni comportamentali (solitamente maladattive) che egli mette in atto. L’intervento si realizza mediante l’insegnamento di nuove modalità di risposta, l’ampliamento del repertorio di abilità interpersonali, l’esposizione graduale alle situazioni temute ed il fronteggiamento attivo (coping) degli stati di disagio.

Pertanto, il cambiamento dei contenuti e dei processi cognitivi problematici (convinzioni, valutazioni, aspettative, distorsioni logiche …) non viene perseguito soltanto mediante discussione e riformulazione di convinzioni disfunzionali del paziente bensì attraverso l’impiego di numerosi e diversificati metodi d’intervento, rivolti anche agli aspetti emotivi e comportamentali del funzionamento della persona.

LA CBT si caratterizza per i seguenti principi.

 

E’ BASATA SU CONOSCENZE E METODI SCIENTIFICI.

L’intervento clinico è coerente con le conoscenze sulle strutture e sui processi mentali acquisite dalla ricerca psicologica di base. Inoltre la CBT, attraverso studi controllati ha prodotto risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con gli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia ma si è dimostrata più efficace nella prevenzione delle ricadute.

INQUADRA I PROCESSI COGNITIVI DEL PAZIENTE IN UNA VISIONE EVOLUTIVA.

Inizialmente il terapeuta identifica i processi cognitivi che nel presente contribuiscono a mantenere i comportamenti disadattivi del paziente. Successivamente individua i fattori scatenanti che influenzano la percezione dell’evento e danno vita al disturbo. Infine ipotizza gli eventi evolutivi ed i correlati schemi di elaborazione della realtà che possono aver predisposto la persona a determinate reazioni nei confronti di situazioni potenzialmente critiche.

RICHIEDE UN SOLIDO RAPPORTO TERAPEUTICO.

Per creare un’efficace relazione terapeutica, il clinico CBT manifesta il proprio interesse attraverso interventi empatici, ascolta attivamente e con attenzione, riassume e parafrasa correttamente i pensieri e sentimenti del paziente, è realisticamente ottimista, dà e chiede riscontri.

ENFATIZZA LA COLLABORAZIONE E LA PARTECIPAZIONE ATTIVA.

Il terapeuta presenta e svolge la psicoterapia come una sorta di lavoro di gruppo: insieme con il paziente stabilisce la frequenza ed i contenuti delle sedute e le attività da svolgere tra un appuntamento e l’altro (compiti a casa). Con il tempo, il clinico incoraggia il paziente ad acquisire una graduale autonomia ed a diventare sempre più attivo.

E’ ORIENTATA ALL’OBIETTIVO E FOCALIZZATA SUL PROBLEMA.

Il terapeuta lavora insieme al paziente per individuare i suoi problemi e definire gli obiettivi specifici (a breve e medio termine della terapia), ipotizzando un quadro clinico e concordando con lui un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze. Periodicamente verifica gli eventuali progressi per stabilire se gli obiettivi siano stati raggiunti.

INIZIALMENTE ENFATIZZA IL PRESENTE (QUI ED ORA).

Il trattamento, per la maggioranza dei pazienti, si concentra sui loro problemi attuali e sulle correlate specifiche situazioni dolorose. La risoluzione di queste ultime comporta solitamente la riduzione del sintomo.

E’ PSICOEDUCATIVA.

Lo psicoterapeuta tende ad insegnare al paziente ad essere il “terapeuta di se stesso” e lo istruisce e lo affianca per prevenire le possibili ricadute.

TENDE AD ESSERE LIMITATA NEL TEMPO.

La durata della terapia, nei casi che lo consentono, può essere compresa nell'arco  dei dodici mesi, secondo la tipologia del disturbo, con frequenza solitamente settimanale. Problemi psicologici più gravi e complessi richiedono un periodo di trattamento più prolungato.

ORGANIZZA SEDUTE STRUTTURATE.

Seguire un “formato predeterminato”, da programma protocollare da una parte e da evoluzione del caso dall’altra, rende il processo terapeutico più chiaro e comprensibile ed aumenta la possibilità che il paziente acquisisca capacità di auto gestione dopo la fine del trattamento. Inoltre la strutturazione facilita la focalizzazione sugli effettivi elementi salienti per la terapia e l’ottimizzazione del tempo di lavoro.

UTILIZZA UNA NUMEROSA VARIETA’ DI TECNICHE.

Sebbene tecniche cognitive come il dialogo socratico e la scoperta guidata siano centrali per la CBT, nel trattamento sono impiegate anche tecniche mutuate da altri orientamenti, in particolare dalla terapia comportamentale e dalla terapia esperenziale della Gestalt.

 

 

 

 

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