Parte V. Il giorno successivo, nella palestra dello Shohoku tutto sembrava procedere normalmente: le fan di Rukawa si offrivano al loro mito gracchiando i loro simpatici slogan; Hanamichi, invidioso e geloso, lo insultava sfidando la pazienza d’Akagi, che con un paio di pugni ben assestati lo rimetteva in riga; Kogure tentava di calmare gli animi, rischiando più di una volta l’infarto; Ayako sventagliava a destra e a manca mentre Miyagi frignava i suoi “Ma Ayakuccia!”, infine Mitsui infilava le sue triple nell’attesa di una lode del signor Anzai…in breve, si stava svolgendo una tipica sessione d’allenamento. La ragazza, in disparte, osservò e studiò i suoi movimenti; era certamente diverso da quel giorno al campo; sicuro di sé, concentrato, non giocava più con rabbia, ma con determinazione e questo era fondamentale per chi come lui voleva diventare il migliore. Gli allenamenti terminarono, i ragazzi che avevano affollato gli spalti se n'erano già andati; così pure i giocatori, tranne uno che come il solito si era fermato per qualche tiro supplementare nella solitudine della palestra, ma non era proprio così solo. Preso a tal punto dai suoi esercizi non si era accorto di una presenza, a lui famigliare, che lo stava fissando da tutto il pomeriggio. “Ciao!” Un brivido lo percorse lungo la schiena, conosceva quella voce. “Come stai?”continuò “…” “Il silenzio è il tuo modo per salutarmi e dirmi che stai bene o più semplicemente non vuoi parlarmi?” “…Che ci fai qui?…Tuo nonno è già andato via…”le disse con aria seccata. “Lo so benissimo, ci siamo salutati poco fa!”gli rispose sorridente. “…” “Gli ho detto, che stasera avrei fatto un po’ tardi, perché avevo bisogno di allenarmi con un amico!” raccontò afferrando una palla dal cesto e realizzando un canestro perfetto. “…?” “Ti va di giocare?” “Avevi detto che era inutile…” “Lezione numero uno: è una ben nota prerogativa femminile cambiare idea!”lo istruì divertita “Numero due, mi dispiace per ieri, non intendevo offenderti. Allora, ti va di giocare?”il tono della sua voce era ben diverso dal giorno primo, così dolce e sereno che Rukawa non credeva alle sue orecchie. “…Uh!”acconsentì il ragazzo. “Uh?…Lo prenderò come un sì!Stesse regole dell’altra volta, ti va?” “Uh!” “Mi faresti un favore?…Smettila con tutti questi uh da scimmia, comportati <<da volpe…cioè…>> da persona normale!” “Uh!” “Che fai persisti?” “…””Lasciamo stare prima che mi venga un’ulcera!…Palla a me!”disse prendendo possesso della sfera e posizionandosi oltre la linea dei tre punti. “Perché?” “Come perché?Oseresti negare il diritto di precedenza ad una fanciulla indifesa?<<Ogni tanto quei precetti medievali della nonna ritornano utili!>>” “Non vedo nessuna fanciulla indifesa, ma solo chi ha deciso di sfidarmi di nuovo!” “…Senza pietà?” Il ragazzo annuì. “Allora preparati, perché non sarò per niente gentile!Ho intenzione di non farti segnare neppure un punto!” “Vedremo…” Abbandonarono gli sguardi amichevoli che si erano scambiati fino a poco prima e si gettarono a capofitto nella partita. Yukari pressante in attacco, costringeva Rukawa a far ricorso a tutta la sua forza fisica, ma questo non era sufficiente per fermarla; come già aveva appurato la volta precedente era terribilmente astuta; appena credeva di aver indovinato la sua prossima mossa, lei lo confondeva subito con un’azione imprevedibile; i suoi movimenti erano di una naturalezza sconcertante, dava come l’impressione di non aver fatto altro nella vita. L’ammirava, doveva ammetterlo a se stesso; apprezzava la sua capacità di andare a canestro, il modo in cui lo marcava, l’agilità dei suoi salti e la velocità d’esecuzione. Neanche a dirlo fu sconfitto di nuovo, ma questa volta il punteggio fu più dignitoso: dieci a sette. “…Non…male…veramente…”Yukari aveva il fiato rotto dalla stanchezza “…si può sapere…dove…la tieni…tutta quell’energia?…Mi hai fatto fare una faticaccia!” “…Tu hai faticato?…Io…cosa dovrei dire?…T’incolli al parquet quando giochi…non riuscivo a spostarti di un millimetro…eppure sei così esile…” “Mi sembra un complimento o sbaglio?”domandò dopo essersi riposata un po’. “…”il moretto arrossì leggermente, imbarazzato le lanciò una bottiglietta d’acqua “Bevi…” “Grazie” Sorseggiò un po’ di quel “nettare” e gliela restituì. “Al volo”urlò tirandogliela. Rukawa l’afferrò sicuro. “Ottima presa!”si complimentò la ragazza. “Bel passaggio!” “Bene è proprio arrivato il momento di andarmene” “…S..” “Tranquillo”l’anticipò “non c’è bisogno che m’accompagni; non sono tanto indifesa, so correre velocemente, urlare forte e poi essendo nata e cresciuta in una grande metropoli come Tokyo ho imparato a badare a me stessa!”affermò sorridente “Ti va di vederci di nuovo?” “Per un’altra partita?” “Certo e per cosa?” “Quando vuoi!”l’idea lo entusiasmava. “Bene!”gli s’avvicinò maliziosa “Intanto, se non ti dispiace, mi prendo il premio che mi spetta per averti battuto due volte su due!”concluse sfiorandogli la guancia con le sue rosee e morbide labbra. Assurdo, c’era riuscita di nuovo, l’aveva sorpreso un’altra volta; ma come accidenti faceva a fregarlo così facilmente?Con la testa in subbuglio s’infilò sotto la doccia tentando di non pensare a lei. °°°°continua°°°° Parte VI Parte I Parte II Parte III Parte IV Torna alla pagina di Slam Dunk Torna all’indice delle Fiction |