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U know what’s up
by Aj

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Parte VI.

 

“Che partita! Cielo che partita! Siete stati straordinari! Battere una squadra forte come quella…bravi!” era letteralmente entusiasta, lo Shohoku aveva sconfitto poco prima una squadra formata da alcuni dei giocatori più forti della prefettura “Hai visto Sakuragi che tiri eccellenti ha eseguito? Si è impegnato molto, mi ha detto il nonno, e i risultati si sono visti; ma soprattutto tu, hai giocato benissimo! Hai dimostrato di non essere inferiore a nessuno, tanto meno a Sendo! Sono fiera di te! Ora la vittoria del campionato diventa ogni giorno più concreta, sei d’accordo con me?” gli chiese.

Incredibile si era addormentato! Erano seduti da cinque minuti e lui già ronfava! Si stava complimentando con lui e invece di ascoltarla, dormiva?! Inaccettabile!

“Uhm…uhm…” si schiarì la voce “DANNAZIONE RUKAWA! TI VUOI SVEGLIARE! POSSIBILE? OGNI VOLTA CHE FACCIAMO UNA PAUSA TU N’APPROFITTI PER APPISOLARTI!” gli urlò nell’orecchio.

I loro incontri erano diventati un’abitudine, alla quale era sempre più difficile rinunciare; trascorrevano molto tempo insieme giocando a basket e parlando, più che altro era Yukari a parlare, perché Rukawa il più delle volte sonnecchiava beato sotto il canestro mentre la sua amica cercava di coinvolgerlo in qualche discorso.

“Io non per…” la solita frase <Io non perdono chi disturba il mio sonno > gli morì tra le labbra; Yukari, furiosa, gli premeva il pallone sulla faccia; incurante delle sue proteste.

“LA FINISCI?” strillò liberandosi da quella tortura.

“Ben alzato!” commentò ironica.

“Mi hai fatto male!” piagnucolò, massaggiandosi il naso.

“Tranquillo non ho deturpato il tuo bellissimo faccino! Le tue ammiratrici potrebbero uccidermi se lo facessi! E io ci tengo alla mia vita!” spiegò divertita.

“…Spiritosa…” commentò il ragazzo dai capelli corvini.

“Non ti piacciono proprio, eh?”

“…”

“Ho afferrato il senso… eppure quel completino non è poi così male! Chissà se ne hanno uno anche per me?”

“…?”

“Non fare quella faccia! Sto scherzando!” scoppiò a ridere “Mi ci vedi con i pon pon a gridarti <Quanto è fico mi ci ficco! >?”

Si scambiarono uno sguardo divertito poi in silenzio fissarono le nuvole.

“Il campionato… domani inizierà il campionato…”

“…Già! Ce la hai fatta Kaede Rukawa!”

Quel volto sorridente era il miglior incitamento per fare bene. Chi se lo sarebbe mai immaginato? Lui, il solitario per eccellenza; lui, il misogino; aveva trovato qualcuno con cui condividere qualcosa; aveva trovato un amico, ma non uno qualsiasi: una DONNA! Diversa, è vero, da tutte le altre che aveva “conosciuto”; lei sapeva il vero significato di “fare canestro”; conosceva la sensazione magica ed indescrivibile che si avverte quando ci si trova con il pallone in mano e con davanti un avversario che t’impedisce di volare; il brivido che ti percorre quando provi a scartarlo, temendo di non riuscirci; la gioia e la soddisfazione che t’invade quando scopri di avercela fatta…quelle stesse emozioni che lo accompagnavano in campo le aveva ritrovate anche stando con lei; forse era questo ciò che di Yukari lo tormentava; forse dopo tanto cercare aveva risolto l’enigma che l’assillava dall’istante in cui l’aveva umiliato quel giorno a lui così lontano.

“Ti va di continuare?” le domandò facendo roteare la sfera sul dito.

“Cosa? Ancora? Non sei stanco neanche un po’?”

“…”

“Due tiri!” lo avvertì “Due tiri soli! Non uno di più né uno di meno! D’accordo?”

“…”

“Cominciamo… palla a me!”

“Tanto per cambiare…” borbottò.

“Zitto e muoviti!”

Quella sarebbe stata l’ultima partita che avrebbero disputato prima della partenza per Hiroshima, non si sarebbero affrontati chissà per quanto tempo e volevano lasciarsi un bel ricordo.

“Vediamo se riesci a battermi campione!” lo stuzzicava la ragazza mentre attaccava decisa “Guarda che bel giochetto ho imparato a fare oggi!” accelerò improvvisamente la sua andatura poi altrettanto rapidamente si bloccò, palleggiò e tirò a canestro “Uno a zero per me! Hai notato come apprendo in fretta?!”

“…”

Era la prima volta che vedeva Yukari “cambiare ritmo”, ma non rimase sorpreso, da una come lei ci si doveva aspettare di tutto, anche il voler sconfiggere il “nemico” utilizzando le sue stesse armi.

“Avanti fatti sotto!” lo incitò.

“Non me lo lascio ripetere due volte!” finse a sinistra; fece un veloce cambio di direzione, talmente fulmineo che la ragazza non riuscì a reagire, e se n’andò indisturbato a canestro.

“Uno ad uno…” sogghignò il moretto.

Al canestro di uno seguiva quello dell’altro, nessuno dei due era intenzionato a perdere; il punteggio era fermo ormai sul nove pari.

“Questo è il punto della vittoria!”affermò Yukari stravolta.

Rukawa, però, non del suo stesso avviso, impedì alla palla di centrare il bersaglio toccandola leggermente; stremato dalla fatica riuscì, dopo diversi tentativi, a smarcarsi ed ad involarsi verso il canestro; tuttavia la sua avversaria, ben decisa a non concedergli nulla, spiccò un salto con l’intenzione di frapporsi tra lui e la vittoria; Rukawa, invece, per niente intimorito dalle capacità della ragazza, schiacciò la palla nel cesto con tutta la forza e la determinazione che possedeva.

“Vinto!” sussurrò appeso all’anello, mentre Yukari, che nell’impatto era finita rovinosamente a terra, lo guardava con soddisfazione.

“Sì sei stato bravo, ma non montarti la testa per una volta che vinci!” disse fingendo superiorità “Cerca di fare qualcosa di più utile che ciondolarti, aiutami ad alzarmi!” continuò tendendogli le mani.

Il ragazzo le afferrò prontamente e la tirò verso di sé.

“Metti troppa energia quando giochi!” lo rimproverò l’amica mentre riacquistava la posizione eretta “Su torniamocene a casa, tu domani devi partire…”

“…”

“Beh! Cos’è quella faccia? Non vuoi più partecipare al campionato?”

“…Tu non vieni?”

“No!” scosse la testa “Ma farò un tifo così sfegatato che mi sentirai fino a Hiroshima!” cercò di consolarlo “Nel frattempo mi allenerò duramente così quando tornerai sarà impossibile battermi!” ridacchiò.

“…È vero! Ti ho sconfitto! Me n’ero dimenticato…” disse candidamente.

“Accidenti! Ci tenevi proprio! Un mese fa non vedevi l’ora di darmi una bella lezione ed adesso che ci sei riuscito te ne scordi! Potrei offendermi Kaede Rukawa!” affermò simulando risentimento.

“Andiamo, se fai tardi i tuoi mi potrebbero uccidere…” la invitò a salire sulla bicicletta, dando l’impressione di non aver ascoltato neanche una parola detta dall’amica.

“Uccidere te?!” lo irrise mentre si accomodava sulla canna “Casomai io rischio la morte! Mia nonna ti adora, mio nonno è il tuo coach e di certo non torcerebbe mai un capello alla sua punta di diamante…”

Il sole stava già tramontando; il vento scompigliava i lunghi capelli di Yukari che solleticavano dolcemente il naso del giovane ciclista inebriato dal loro delicato profumo.

“Allora ciao!” lo salutò sorridente appena arrivata a destinazione “Cerca di non tornare tanto presto!” si raccomandò.

“Te lo prometto…” aggiunse il giovane vedendola rincasare.

<<La ricompensa!>> sobbalzò sulla bicicletta, ripensando al “premio” che Yukari aveva preteso, o meglio, si era deliberatamente presa dopo la loro seconda partita <<Vorrà dire che l’avrò al mio ritorno!>> sorrise soddisfatto, diede una pedalata decisa e se ne tornò a casa.

°°°continua°°°

Parte VII

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