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Disclaimers: Tutti i personaggi (tranne qualcuno frutto della mia mente malata) appartengono al grande maestro Inoue (un uomo, un mito… “Ma che fico mi ci ficco!”) etc. etc.

N.d.Aj: Siate buone/i è la mia prima fic; eventuali insulti (spero pochi) e suggerimenti (spero tanti) mandateli a: aneurin_june@hotmail.com

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U know what’s up
by Aj

 

Parte I.

Quella era proprio una bella giornata di sole, ottima per allenarsi ancora un po’, diventare il miglior giocatore del Giappone era diventato il suo obiettivo principale; velocemente arrivò al solito campo con la sua indistruttibile bicicletta, lì però trovò ad attenderlo una sgradita sorpresa: il perimetro di gioco era già  stato occupato da una graziosa ragazza che si stava allenando ai tiri liberi.

<<Merda!Mi ha fregato!>> fu il suo unico commento dopo essersi appostato dietro un cespuglio aspettando la fine degli allenamenti della sconosciuta.

Dopo circa mezz’ora la ragazza era ancora in lunetta e non sembrava intenzionata a smettere; il giovane alto e moro, invece, smanioso di giocare stava diventando insofferente all’attesa <<Ma perché non se ne va?…Basta con questi tiri liberi abbiamo capito che li sai fare, ora smamma!!>> era arrivato al limite della sopportazione decise così di intervenire.

“Quanto ti manca?” le domandò appena entrato in campo; nulla, la ragazza non lo degnava di uno sguardo né di una parola; stava per arrabbiarsi sul serio, di solito era lui l’indifferente della situazione e non gli altri; cercando di dominarsi ripropose la domanda “Quanto ti manca?” sperando in un risultato migliore del precedente; ma come era accaduto poco prima non ottenne risposta. Ecco ora era veramente furioso <<Dannata femmina!!Ora me la paghi!>> s’avvicinò alla giovane, ferma in posizione di tiro, e le tolse con un colpo netto il pallone dalle mani facendolo rotolare a terra.

“Ti spiacerebbe spiegarmi il motivo del tuo insano gesto?” la ragazza ora a pochi centimetri da lui gli aveva rivolto per la prima volta la parola.

“…”

“Tutto qui?Mi aspettavo qualcosa di meglio!” parlava sostenendo il suo sguardo, nessuna ragazza che aveva incontrato lo aveva mai fatto e questo lo sorprese non poco.

“Hai finito?” proseguì lui 

“Di tirare, dici?”

“…”

“Sai, se un imbecille non avesse interrotto la mia sequenza giornaliera di tiri liberi io sarei passata ad altro, ad esempio sarei andata a farmi una corsetta nel parco o lungo la riva del mare visto la bella giornata di oggi, ma purtroppo sarò costretta a ripeterla dall’inizio. Che peccato, non trovi?”

“Hai finito?” ripeté come se non avesse ascoltato nemmeno una frase detta da quell’ irritante ragazza.

“Ti si è rotto il disco?…Senti facciamo così, tu vuoi il campo giusto?”

“Uh” annuì

“Giochiamocelo, mi stai dando noia!”

<<Non sai quanto tu annoi me>> “…”

“Le regole sono semplici, si arriva a dieci, ogni canestro un punto, niente falli o tiri liberi, chi vince sta chi perde se ne va!” (Lo so è la frasetta di “Chi vuol essere milionario” concedetemela in prestito! N.d.Aj)

La sfida ebbe inizio, il ragazzo mise a segno i primi due punti con un tiro in sospensione all’indietro e uno da tre, ma purtroppo per lui furono gli unici che riuscì a realizzare; la marcatura di quella odiosa ragazza era asfissiante, nessuno dei suoi tentativi aveva avuto buon esito; mentre la spiava nascosto tra i cespugli non le era  sembrata così eccezionale, ma osservandola meglio e confrontandosi con lei si era reso conto che quella tipa, estremamente agile e veloce, giocava ad un livello superiore a quello di tutti gli avversari che aveva incontrato.

La sfida si concluse una ventina di minuti dopo con il punteggio di 10 a 2 in favore della sconosciuta.

<<Ho perso, non è possibile!>> il ragazzo era ancora a terra sconvolto dal risultato <<Cosa ho sbagliato?…Ero distratto?… Ho sottovalutato i mio avversario?” non sapeva dare una risposta alle mille domande che si formavano nella sua testa in fibrillazione.

“Ciao”

Si riprese udendo il saluto, la ragazza dai lunghi capelli castani aveva raccolto tutte le sue cose e se ne stava andando.

“Ehi!…Il campo… hai vinto tu…” farfugliò

“Tu ne hai più bisogno di me!”gli sorrise “La prossima volta che ci incontreremo vedi di impegnarti un po’ di più, conosco benissimo le tue potenzialità e so che non giochi così male!Ci vediamo…Kaede Rukawa”.

Non provò nemmeno a raggiungerla, restò immobile a guardarla mentre si allontanava sempre più.

<<Alla prossima>> disse tra sé e sé.

Parte II

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