U know what’s up by Aj Parte II. Rincasò di soppiatto, evitando anche il minimo rumore, con la speranza di non essere scoperta. “Yukari!” una voce la bloccò mentre sgattaiolava furtivamente verso le scale “Dove sei stata?” sua nonna fece capolino dalla cucina. “Ehm…Ehm…passeggiata?” era la prima scusa venutale in mente e com’è facile immaginare non ottenne il successo sperato; possedeva molte qualità, ma sicuramente non sapeva fingere. “Certo, perché è normale tornare da una passeggiata tutta sudata e con un pallone da basket nascosto nello zainetto!” le fece notare la nonna, piuttosto alterata. <<Sgamata, ora sono nei guai!>> cercò di pensare al modo per togliersi da quella disastrosa situazione, mentre la nonna le stava propinando la solita ramanzina riguardo alla femminilità che non aveva, al marito che non avrebbe mai trovato, al basket che lei considerava uno sport poco adatto per le ragazze… ma soprattutto il fatto che ora, la responsabile della sua educazione fosse lei e non più quel pasticcione di suo padre che l’aveva tirata su come un maschio… insomma, fosse stato per sua nonna avrebbe trascorso la giornata ad imparare come si diventa una perfetta moglie giapponese muta e rassegnata. “Cosa è questo baccano?” <<Evvai!>> Yukari tirò un sospiro di sollievo, suo nonno da “buon angelo protettore” era venuto a trarla in salvo dalle ire della nonna; una persona cordiale e affabile finché non si disobbediva ai suoi ordini, ma se si era abbastanza scriteriati da farlo, a quel punto ci si ritrovava in mezzo ad un cataclisma di ragguardevoli dimensioni, infatti, come diceva spesso suo nonno, in quei momenti perfino il più perverso degli aguzzini sarebbe scappato a piangere dalla mamma. “Potrei sapere cosa c’è?” continuò l’uomo dai capelli bianchi “Non riesco a finire di leggere il mio giornale” “La solita storia, tua nipote è andata a giocare a basket nonostante io glielo avessi proibito” “…Capisco…ci penso io a lei, tu ritorna alle tue faccende” “Va bene” disse avviandosi in cucina. “Andiamo” le ordinò il nonno. Entrarono nella sala dove il nonno trascorreva gran parte del suo tempo e dove era solito accogliere i suoi ospiti; era una grande stanza dalle pareti verdi e dall’arredamento dimesso, l’unico mobilio presente, infatti, era rappresentato da due cuscini disposti uno di fronte all’altro, in compenso si affacciava sulla parte di giardino più bella della casa; era un posto tranquillo per un uomo tranquillo. “Siediti Yukari” le disse in tono serio. “Sì” obbedì accomodandosi sul cuscino. “Hai deciso di farmi diventare vedovo?” le domandò riacquistando la sua espressione gioviale “Ucciderai tua nonna se continui di questo passo” “Se lei non uccide prima me!”ribatté sorridendo. “Ottima osservazione!” commentò divertito “Cerca di fare più attenzione quando rientri dai tuoi allenamenti!” “Io sto attenta, ma la nonna ha il radar!Nonnino ti prego convincila tu!” pronunciò implorante. “Ci sto provando, ma con il tuo comportamento non mi aiuti di certo!” “Senti, io ce la sto mettendo tutta!Frequento quell'odiosa scuola femminile piena d'ochette viziate il cui unico scopo nella vita è farsi sposare da un uomo facoltoso; non suono più la batteria, ma il pianoforte perché più adatto ad una ragazza di buona famiglia; ho imparato la cerimonia del tè e tutte quelle cose medievali tipo la disposizione dei fiori…almeno il basket me lo volete lasciare?” stava per farsi venire una crisi isterica. “Ora, calmati, io ti capisco, tu sei così giovane e piena d’energie, ma tua nonna è un tipo un po’…come dire…all’antica!” “Un po’ all’antica è riduttivo!”fece notare. “Ti va di raccontarmi com'è andata?” il nonno tentò di cambiare argomento. “Diciamo che è stato…produttivo, sì credo che produttivo sia il termine più giusto per descrivere la situazione” “Ti ha messo in difficoltà?” “Beh, non è stata proprio una passeggiata, se è questo che intendi. Il ragazzo se la cava piuttosto bene, anche se era distratto da non so quali pensieri; sono certa, al prossimo incontro potrebbe anche battermi, non mi sembra il tipo che si fa sconfiggere due volte dallo stesso avversario; è caparbio e questa è un’ottima dote, sei d’accordo con me, vero?” “Oh, oh, oh!Ottima analisi!” “Grazie!” rispose chinando la testa “Se non ti dispiace ora vado a farmi una bella doccia” proseguì alzandosi. “Yukari!” “Si, nonno?” “Ecco…come dire…dovrei…punirti!Oh!Oh!Oh!” “Cosa?!” domandò con un’espressione tra il minaccioso e il sorpreso. “Se la nonna scopre che non ti ho castigato, lo farà lei al posto mio…” “Oh!E tu pensa se scoprisse che io questa mattina sono andata al campo da basket con la tua complicità!”ora era lei ad avere il coltello dalla parte del manico. “Stai ricattando tuo nonno?”si rivolse sconvolto. “Che brutta parola!È offensivo solo il fatto che tu lo abbia lontanamente pensato; diciamo che è un “do ut des”; tu non mi punisci e io non lo dico a nonna, ci stai?” “Affare fatto!” “Ciao, nonnino!” lo salutò con un bacio sulla guancia prima di andarsene in bagno. °°°°continua°°°°° Parte III Parte I Torna alla pagina di Slam Dunk Torna all’indice delle Fiction |