La stampa offset
Che cos'è la stampa offset?
Il termine offset identifica il processo di stampa planografica
indiretta, nel quale l’immagine è trasferita dalla
forma inchiostrata ad un cilindro intermedio rivestito di tessuto
gommato (caucciù) e da questo al supporto di stampa.
i vantaggi
della stampa offset
L'impiego della stampa offset generalmente risulta conveniente
dalle 10.000 copie in su, e in particolare:
Per la stampa offset a foglio, le tirature ideali vanno dalle
10.000 alle 100.000-150.000 con lastre in zinco od in alluminio,
mentre impiegando lastre trimetalliche si possono ottenere tirature
di 300.000 copie e oltre
Con la stampa offset a bobina o rotooffset si possono,infati,
ottenere tirature altisime.
La Stampa rotooffset viene utilizzata per prodotti specifici,
in genere opuscoli composti da 8 a 64 o più pagine, in
tirature elevate da 20.000 a 1.000.000 di copie.
Altri vantagi
sono determinati dall' utilizzo del tessuto gommato che si adatta
meglio della forma rigida alla struttura superficiale del supporto.
Il procedimento offset permette di ottenere buoni risultati anche
su carte o cartoni ruvidi; un altro vantaggio della stampa indiretta
è la maggior durata della forma di stampa, non venendo
questa a contatto con il supporto, sempre leggermente abrasivo.
lastra e trasferimento dellimmagine per
la stampa su cilindro di caucciù
offset o lito-offset
I l nome di questo procedimento di stampa deriva dal termine inglese
«offset», questo termine non è sufficiente
a identificare esattamente un processo di stampa, perché
è un termine generico, che significa «fuori contatto»
e quidi è applicabile a tutti processi che utilizzano la
stampa indiretta: letraset, tamponografia, rotocalco-indiretta….
Sarebbe quindi più preciso usare il termine lito-offset.
Ma essendo il principio offset nato e impiegato sopratutto con
forme planografiche, il termine stampa-offset è divenuto
sinonimo di stampa indiretta con forme planografiche.
Le ragioni della
diffusione
Il processo lito-offset è il più diffuso sistema
di stampa.
Con esso da solo è prodotto quasi il 50% degli stampati
nel mondo.
Le ragioni di questo grande successo, che si è sviluppato
soprattutto dagli anni '70, sono da attribuire soprattutto a due
ragioni:
1) semplicità ed economicità dell'ottenimento della
forma di stampa di ottima qualità;
2) versatilità del sistema, che si può adattare
a tipologie e organizzazioni produttive estremamente diversificate:
dalla piccolissima impresa artigianale alla grande azienda ad
alta produzione.
E in Ogni caso permettendo di ottenere la qualità programmata.
3) l'usura della forma da stampa è praticamente inesistente.
4) la qualità rimane uguale per qualsiasi tiratura.
Le forme di stampa
Larga parte del successo dell’offset, quindi, è merito
della sua forma di stampa: semplice e veloce da ottenere, economica,
standardizzabile, con ottime qualità di riproduzione, flessibile,
di discreta durata…
Le lastre offset sono costituite da un foglio di alluminio, dello
spessore di 0,30-0,40 mm.
L'alluminio e un metallo idrofilo, ossia si lascia facilmente
inumidire, e una volta inumidito rifiuta i grassi.
La superficie della lastra deve essere leggermente irruvidita.
Ciò per varie ragioni:
a) una superficie liscia sarebbe più difficilmente stampabile,
perché la regolazione della pressione dei rulli inchiostratori
diverrebbe molto critica; intatti si potrebbe facilmente aver
l'asportazione dell'acqua di bagnatura dai contrografismi per
effetto della pressione dei primi rulli inchiostratori, e di conseguenza
si avrebbe il cosiddetto «asciutto di stampa»;
b) a parità di volume d'acqua depositata, in una lastra
leggermente ruvida l'evaporazione è più lenta, perché
la superficie di contatto tra acqua ed aria è minore; di
conseguenza necessaria meno acqua di bagnatura, con il miglioramento
della densità e del lucido di stampa;
c) l'ancoramento delle resine costituenti i grafismi è
migliore su una superficie ruvida e di conseguenza la durata.
della lastra è maggiore.
l'irruvidimento della lastra
l’irruvidimento della superficie della lastra è normalmente
ottenuto con un sistema denominato «granitura elettrolitica».
La granitura elettrolitica, consiste nell'immergere la lastra
sgrassata in un bagno elettrolitico acido e con l'azione della
corrente elettrica alternata
In questo modo è prodotta sulla superficie dell'alluminio
una struttura microporosa, che svolge perfettamente i compiti
elencati sopra.
Alla gratinatura segue l'anodizzazione che provvede alla formazione
di uno strato superficiale di ossido di alluminio.(Al2O3) dello
spessore di circa un micron
Non si tratta di uno strato compatto, bensì di una struttura
porosa, attraversata nel senso dello spessore da microcanali,
che aumentano gradatamente l'idrofilia della superficie (Per idrofilia
s'intende la proprietà fisica delle molecole a legarsi
con l'acqua. La parole deriva dal Greco dove hydros sta per "acqua"
e philia sta per "amicizia").
.
Lo strato di ossido ottenuto con l'anodizzazione evita la cosidetta
«ossidazione in macchina», ossia il formarsi, soprattutto
durante le soste della macchina da stampa, di macchie di idrossido
di alluminio, che rendono la lastra lipofila in corrispondenza
di tali zone.
Inoltre, essendo Io strato di Al2O3 più duro dell'alluminio,
la superficie risulta più resistente alla lisciatura provocata
dalla tiratura
la fase di formatura
La fase di formatura per offset consiste essenzialmente nel generare,
sulla superficie idrofila dell’alluminio granito e anodizzato,
i grafismi lipofili.
lipofilia è sinonimo di idroifilia,
Per idrofobico s'intende la proprietà fisica delle molecole
di essere respinte dall'acqua. Il termine deriva dal Greco, dove
hydros sta per "acqua" e phobos per "paura"
.Le specie idrofobe o lipofile tendono ad
essere elettricamente neutre e apolari, e preferiscono solventi
neutrali o apolari e ambienti molecolari. Idrofobico è
spesso intercambiato con i termini oleoso e lipofilico.
l'ottenimento dello strato lipofilo
Esistono oggi fondamentalmente due modi per ottenere lo strato
lipofilo che costituisce i grafismi: con le lastre presensibilizzate
e con le lastre elettrografiche.
Le lastre presensibilizzate
Le lastre presensibilizzate possono essere positive o negative;
la denominazione deriva dal fatto che le prime richiedono l'esposizione
at-traverso in dispositivo, mentre le seconde attraverso un dianegativo.
La lastra positiva
Le fasi operative per ottenere una lastra positiva sono:
1) esposizione attraverso il diapositivo: l'operazione provoca
la solubilizzazione della resina diazoica in corrispondenza delle
zone colpire dalla luce, cioè dei contrografismi;
2) sviluppo, con una soluzione alcalina tamponata, che scioglie
e asporta la resina resa solubile;
3) ritocco, per sciogliere manualmente eventuali sporchi;
4) eventuale stesura della «gomma» di protezione;
5) eventuale «cottura» o termotattamento che, producendo
una cristallizzazione della resina diazoica, ne aumenta gradatamente
la resistenza alla tiratura in macchina.
la lastra elettrografica
Le lastre eletrografiche sono usate soprattutto In reprografia
e nel settore dei quotidiani.
Esse sono ottenute sfruttando il principio elettrografico, ossia
la tecnologia utilizzata nel campo delle fotocopiatrici e delle
stampanti laser; questa tecnologia si basa sulla proprietà
di alcuni materiali, detti fotoconduttori, di essere in grado
di ricevere e conservare delle cariche elettrostatiche quando
sono al buio, e di scaricarsi in corrispondenza delle zone che
sono colpite dalla luce.
La lastra elettrografica è costituita da in foglio di alluminio
granito e anodizzato, sul quale è steso uno strato di materiale
fotoconduttore
Le fasi operative per ottenere una lastra eletrografica sono:
1) deposizione di una carica elettrostatica sull'intera superficie
della lastra;
2) esposizione per riflessione del paste-up, con conseguente eliminazione
delle cariche elettrostatiche in corrispondenza dei contrografismi;
3 ) tonificazione o «sviluppo», ossia deposizione
per attrazione elettrostatica di una finissima polvere, detta
«toner», in corrispondenza dei grafismi;
4) fissaggio del toner per mezzo del calore;
5) scioglimento e asportazione dello strato fotoconduttore dai
contrografisini;
6) operazioni di finissaggio: risciaquo, gommatura, asciugamento,
eventuali ritoccchi.
la preparazione delle lastre con
CTP
Attualmente sono largamente diffusi
i sistemi computerizzati di preparazione delle lastre, i cosiddetti
Computer to plate (CTP), che permettono di trasferire direttamente
sulle lastre gli stampati da realizzare.
In questo modo, l’unico macchinario ancora necessario rimane
la sviluppatrice per le lastre, visto che alcuni passaggi come:
gli impianti ed il loro montaggio, vengono eliminati.
fotounità CTP computer to plate
Il Computer to plate (CTP) è
una tecnologia usata per trasferire immagini su lastre da stampa.
Il termine "CTP" si usa
per indicare la "stampante" che fisicamente trasferisce
l'immagine digitale su una lastra predisposta (le più comuni sono
di alluminio con un lato ricoperto da un materiale sensibile,
ma ce ne sono a base polimerica).
Di solito i tipi di lastra si riferiscono
alla radiazione a cui sono sensibili, i più diffusi sono:
- verde - violetto - termico (o infrarosso).
Ogni lastra ha le sue condizioni di esposizione, si va dai 20
micro Joule/cm^2 per quelle a sali di argento ai 200 milli Joule/cm^2
per le termiche
Il sistema CTP comprende un computer
e una unità di esposizione.
il primo ordina le pagine secondo la disposizione che dovranno
avere sul foglio di macchina e invia i dati alla seconda: qui
vengono impressionate le lastre.
in questo modo molti passaggi intermedi (gli impianti e i loro
montaggio) vengono eliminati.
Sopra unità CTP (computer
to plate) prodotta dal Linotype-Hell
sottto sullo schermo delcomputer si può verificare la
disposizione delle pagine sulla lastra prima di trasmettere i
dati ala unitàdi esposizione
Le macchine da
stampa offset
Esistono diversi modelli di macchine da stampa offset:
Il funzionamento
Le macchine da stampa offset usano una pressione cilindrica indiretta;
possono essere: a foglio o da bobina, monocolori o pluricolori,
con stampa solo su sul lato del foglio oppure in bianca e volta
contemporaneamente.
La struttura fondamentale di un elemento stampa di una macchina
offset consta di tre cilindri ruotanti attorno al proprio asse:
il cilindro porta-lastra, il cilindro porta-caucciù e il
cilindro di pressione; i tre cilindri sono comunemente di uguale
diametro, eccetto in alcuni modelli nei quali il cilindro di pressione
è di diametro doppio.
Normalmente la posizione del cilindro
di pressione è fissa, mentre quella del cilindro caucciù,
u è regolabile, nel senso che può essere accostato
o allontanato dal cilindro di pressione per ottenere la giusta
interferenza (pressione) necessaria al trasferimento dell'inchiostro,
adattandosi a supporti di diverso spessore.
Il diametro del cilindro porta-lastra prevede, oltre allo spessore
della lastra, l’aggiunta di alcuni fogli calibrati di carta,
lino a raggiungere la circonferenza prevista; ciò consente
di montare lastre di diverso spessore.
Siccome il principio litografico richiede che la lastra venga
sia inumidita che inchiostrata ad ogni copia stampata, vi sono
due distinti gruppi di rulli: i bagnatori con relativa vaschetta
contenente la soluzione di bagnatura, e i macinatori e inchiostratori
con il relativo calamaio per l'inchiostro; ad ogni giro la lastra
incontra prima i rulli bagnatori e poi gli inchiostratori.
Le configurazioni delle macchine
offset pluricolori
Esistono vari modelli di macchine per
la stampa offset:
la offset cilindrica a foglio e la rotativa offset.
la stampante cilindrica a
foglio
Q quella cilindrica a foglio è la macchina da sampa offset
più diffusa è disponibile in diversi modelli in
grado di stampare su diversi formati di carta, dal 35×50
centimetri al 140×200.
particolare schematico della machina
offset cilindrica a foglio
L’inserimento del foglio in macchina avviene mediante una
serie di aspiratori che, alzando il foglio lo staccano dai sottostanti,
ponendolo su un piano di scorrimento.
Su quest’ultimo, il foglio viene posizionato grazie ad una
squadra per consentire poi alle pinze di agganciarlo, sempre nel
medesimo punto.
L’operazione serve per assicurare che la stampa avvenga,
per tutti i fogli, ad una distanza costante ed univoca; il cosiddetto
registro. (la parte “presa” dalle pinze non può
essere chiaramente stampata, cosa da tener conto nella progettazione
dello stampato).
La maggior parte delle macchine offset possono stampare a più
colori e se il metodo dei “tre cilindri” era descrittivo
per un colore, all’aumentare dei colori aumentano anche
i cosiddetti “castelletti di stampa”. Ovvero la struttura
in grado di stampare un colore per volta.
Per capire meglio il funzionamento di questo processo,
si può osservare l’immagine sottostante che mostra
una macchina da stampa 4 colori.
Come possiamo notare è composta essenzialmente da 6 elementi:
I castelletti di stampa, uno per colore,
che contengono al loro interno i 3 cilindri della stampa offset.
Ad inizio macchina ci sono gli “aspiratori” e le squadre
di registro
A fine macchina la raccolta dei fogli ed eventualmente altri macchinari
di finitura
Il foglio, preso dagli aspiratori e messo a registro, passa nel
primo castelletto dove verrà stampato il primo colore per
poi passare nei successivi (attraverso cilindri) per ricevere
gli altri, ed uscire a stampa completata. Riassumendo, ogni castelletto
è un colore ed ogni colore una lastra.
Nelle macchine attuali molte operazioni sono state
automatizzate: tra queste i cambi di formato e lastra, il lavaggio
e la regolazione degli inchiostri tramite sofisticate centraline
di controllo.
stampante offset Litrhone, Quattro colori
in linea nel formato 35 x 50
stampante offset Litrhone, Quattro colori
in linea nel formato 50 x 70
stampante offset Litrhone, Quattro colori
in linea nel formato 70 x 100
la stampantre rotativa offset
La rotativa offset si basa sullo stesso principio della offset
cilindrica.
Il nastro di carta bobina pasa però tangenzialmente tra
il cilindro di riporto e il cilindro di pressione
particolare schematico della rotativa
offset
le tipologie delle macchine da stampa offset
pluricolori
Nelle macchine pluricolori l'unità
di stampa può essere progettata secondo una delle tre configurazioni
fondamentali:
1) a elementi separati, cioè con ciascun gruppo stampa
completo in se stesso, costituito dai tre cilindri fondamentali;
è la configurazione più comune nelle macchine da
foglio;
schema di una offset a elementi
separati
2) a cilindro di pressione comune, dette anche «a cinque
cilindri»; ogni gruppo stampa è bicolore, composto
da due cilindrilastra, due cilindri-caucciù e un unico
pressore comune; nel caso che attorno all'unico grande cilindro
di pressione siano disposti quattro gruppi stampa la configurazione
viene denominata «a satellite» ed è usata solo
nelle macchineda bobina
schema del gruppo di stampa offset a
cilindro di pressione comune
;
c).caucciù; la stampa avviene
contemporaneamente in bianca e volta; ciascuno dei due caucciù
funge da pressore per l'altro. E la configurazione tipica delle
macchine a bobina.
schema di un elemento di stampa di una
offset da bobina caucciù contro caucciù
rotativa offset
Con machine da stampa rotativa offset
è possibile stampare prodotti a piùpagine per esempio
per stampare 32 pagine è necessaria una macchina di stampa
a 8 castelli di stampa, 60 cm giro cilindro, 96.5 cm lunghezza
max bobina,
Oppure sempre per uno stampato a 32 pagine, si può utilizzare
anchre una macchina a 5 castelli di stampa, 126 cm giro cilindro,
96.5 cm lunghezza max bobina
Queste roto offset sono dotate anche di elementi di piega, filo
colla, taglio e raccolta, queste macchine sono in grado di produrre
una vasta gamma di stampati editoriali, commerciali e promozionali.
rotativa offset a 8 castelli Euroweb
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