ANSIA NORMALE E ANSIA PATOLOGICA

a cura del prof. Gabriele Buracchi

L'ansia normale. L'ansia non sempre è nociva, come dimostrano alcune ricerche che indicano come essa  migliori le  prestazioni dell'individuo e gli dia “tono''. Solo se supera una certa misura, che varia da individuo a individuo e da momento a momento, comincia ad avere effetti dannosi. L'ansia è una forza importante nella formazione del carattere e nello sviluppo della persona: considerata sotto questo aspetto, e se rimane contenuta entro certi limiti, essa può esercitare un'influenza positiva, perché neutralizza l'apatia e la tendenza a ''sedersi", ormai soddisfatti di sé.

In determinate occasioni, essa può ancora venir considerata normale, perfettamente fisiologica; è infatti essenzialmente nella natura dell'uomo il provare ansia di fronte a minacce di un dato tipo e di una certa intensità.

Rendersi conto dei propri limiti, della propria impotenza e vulnerabilità, come succede di fronte alle malattie, alla vecchiaia e alla morte, provoca uno stato ansioso che possiamo considerare normale.

Ci troviamo, cioè, nella medesima condizione del bambino piccolo, nel periodo della sua completa dipendenza da coloro che lo circondano. Proviamo, inoltre, un'ansia normale ogni volta in cui passiamo da quanto ci è familiare e ben noto, a qualche cosa di nuovo, sconosciuto, non sperimentato mai ed incerto.

Chi, ad esempio, si trasferisce in una nuova città, in un nuovo posto di lavoro o in una nuova famiglia, abbandonando così luoghi e persone abituali, prova un senso di vuoto: questo avviene anche se il cambiamento è desiderato e considerato come positivo. L'adolescenza ci fornisce comunque il più tipico e comune esempio.

La necessità e il desiderio di allontanarsi dall' ambiente protetto della famiglia e di sentirsi indipendente, ha un suo costo: il momento di decidere la carriera di studi e di lavoro, il primo appuntamento con un partner o i problemi del sesso in genere, l' inserimento nella società adulta con relazioni nuove e personali, in veste di membro responsabile, sono cause di tensione ansiosa. Va però detto che questa ansia, anche se turba profondamente il giovane, non è patologica; è, invece, uno stato positivo, seppure  faticoso, che accompagna 1' "uscita dal guscio", verso la maturazione e la crescita.

L'ansia è quindi il pedaggio che si paga ogni volta che ci si avvia a lasciare il mondo delle cose collaudate per affrontare il mondo del possibile.

Oggi, però, il possibile si è enormemente allargato. La società moderna ci pone di fronte ad un numero praticamente infinito di possibilità e sempre più ognuno di noi è solo di fronte all’assunzione di responsabilità; quanto più siamo liberi nel comportamento e nel giudizio, tanto più ci troviamo in situazioni ansiogene.

L’ansia patologica si differenzia da quella normale quando viene vissuta con un profondo senso di debolezza e di impotenza verso il futuro, così che l’individuo prova la sensazione di non farcela. Anche in questo caso, ci sono delle notevoli differenze: il livello d'ansia può presentarsi più o meno elevato secondo la persona e variare da momento a momento; inoltre, bisogna tener presente la singola capacità di sopportazione. C'è, infatti, chi sembra in grado di vivere in modo soddisfacente pur con un'ansia considerevole e chi, invece, crolla di fronte ad ansie apparentemente più deboli. L’ ansia ha. quindi manifestazioni soggettive e la sua presenza come la sua intensità non sono sempre osservabili dall'esterno.

Un dato importante, che si può notare facilmente da un esame dei sintomi, è che l'ansia patologica si presenta come un fenomeno multidimensionale: vi è coinvolto l'intero organismo, nelle sue dimensioni psicologica, sociale e somatica.

Cercando di cogliere le varie manifestazioni dell'ansia, si nota come esse abbiano una caratteristica comune: l'ansia è provata sempre allo stesso modo e si presenta sempre con le stesse caratteristiche; ciò che varia è la sua estensione, la sua acutezza, la sua cronicità, il grado della sua fissazione come processo patologico.

A lungo l'ansia e le sue manifestazioni sono state considerate delle nevrosi, un vasto gruppo di disturbi caratterizzati da ansia non legata a fattori specifici. Questi disturbi devono la loro concettualizzazione in buona parte al lavoro di Sigmund Freud, anche se da allora sono stati compiuti molti passi avanti nella comprensione dei meccanismi psicofisiologici dell'ansia e nel suo trattamento psicologico ambulatoriale.

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