NAPOLI BONSAI CLUB (Antonio Acampora)

    Un'essenza in               

      particolare:

FICUS TROPICALI


foglie ficus retusa FICUS TROPICALI

Ordine: Urticales

Famiglia: Moraceae

Genere: Ficus

 Specie: circa 800

 

Il genere Ficus comprende diverse centinaia di specie distribuite nelle zone temperate, subtropicali, e tropicali d’Asia, Australia (F.macrophylla, F. rubiginosa e F. platypoda), Africa e America. Gli aspetti comuni sono: fuoriuscita di liquido lattiginoso dalla corteccia e dai rami, foglie carnose e spesse, radici superficiali ed aeree. I ficus fanno parte di quelle essenze che sono senz’altro da suggerire ai principianti per la loro generosità, per la maniera in cui sopportano sia la potatura sia le cimature, per l’adattabilità alle tecniche di formazione.
 

Ficus microcarpa h. 73 cm.  

 

Origine del nome
Dal greco sycon, trasformato in ficus nella lingua latina. Etimologicamente il termine ha dato origine, secondo alcuni linguisti, anche alla parola Sicilia; per altri potrebbe essere la stessa di "secco".
Il Ficus come bonsai non possiede una lunga tradizione la Cina e il Giappone hanno iniziato a valutarlo solo quando il mercato occidentale l’ha richiesto.
Esiste una gran confusione riguardo ai nomi delle numerose varietà di Ficus. La scelta del materiale adatto conviene farlo considerando la forma, la dimensione iniziale delle foglie, e la silhouette del soggetto.
Tra le più utilizzate come bonsai si trovano le seguenti specie: Ficus retusa, Ficus panda, Ficus superba, Ficus pumila (o Ficus microphilla o Ficus kinmen), Ficus benjamina, Ficus nataliensis (o Ficus triangolaris), Ficus neriifolia, Ficus buxifolia. Una varietà interessante per le foglie piccole e la fittezza della sua vegetazione è il Ficus repens, che resiste bene anche a temperature basse e quindi in molte nostre regioni può passare l'inverno all'aperto. Ricaccia dal tronco con facilità.
 

Descrizione:

Piante arboree, di rado rampicanti o arbusti, con foglie sempreverdi spesso coriacee, semplici, alterne, a margine intero, più raramente frastagliato o lobato. I frutti sono achenii e sono contenuti nel ricettacolo fiorale ingrossato (siconio) che talvolta a maturità è commestibile (fico, sicomoro, ecc). Nelle varietà esotiche usate di solito per bonsai raggiungono perlopiù il diametro di un solo centimetro, la buccia è levigata ed inizialmente coperta di lenticelle. In questi Ficus sempreverdi i frutti spesso compaiono all'ascella delle foglie o direttamente sul tronco. Prima verdastri, maturando diventano poi rossi o viola o gialli secondo la specie. Sui Ficus diversifolia o deltoidea i frutti (giallo-arancio) compaiono assai facilmente ed aggiungono un notevole valore decorativo al soggetto. I fiori, molto piccoli, sono unisessuali: i maschili e i femminili possono presentarsi su piante separate. Il breve tubo corallino termina con due, tre o quattro lobi più o meno arrotondati.
Molte varietà di Ficus presentano delle lenticelle (formazione che prende origine sulla corteccia di giovani piante ed è molto importante per gli scambi gassosi fra atmosfera e tessuti profondi) sulla corteccia, di solito dei rami giovani fino a due-tre anni, altri le conservano anche sulla struttura più vecchia. Tali formazioni sono normali e non vanno confuse con parassiti, anche se certe cocciniglie le possono simulare. Va tenuto presente che le foglie sono sempre prive di queste lenticelle.
La peculiarità che più colpisce l’appassionato è quella delle radici tabulari, una variazione della radice che subisce il ficus: queste sono tipiche d’alberi di grosse dimensioni come quelli delle foreste tropicali: hanno la forma di grandi lame ed emergono dal suolo verticalmente alla base del tronco, estendendosi tutt'intorno sul terreno per consolidare l'ancoraggio della pianta.
Nel Bonsai di ficus queste radici evidentemente non si eliminano, anzi vanno potenziate perché evidenziano la bellezza della pianta. Per aumentarne la crescita si ricopre il tronco con sfagno.
In diverse quantità tutte le specie del genere Ficus contengono latice, sostanza organica secreta dai canali laticiferi. Questo liquido denso non ha niente a che vedere con la linfa. Questa caratteristica è condivisa da tutte le Moraceae, è una sostanza lattiginosa e appiccicosa la cui funzione non è ancora chiara, benché si presume abbia uno scopo antipredatorio. Questa secrezione esiste già nel giovane embrione e perdura per tutta la vita della pianta. È un'emulsione molto complessa, contenente, accanto a cellule, enzimi, proteine e altre sostanze ossidanti, anche idrocarburi ad alto peso molecolare cui deve la particolare consistenza. Particolarmente abbondante nei momenti d’intenso sviluppo può essere irritante per gli occhi e la pelle.

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Propagazione


Propagazione per seme: è un sistema poco usato.
Propagazione per margotta: La maggior parte degli esemplari di Ficus in commercio come bonsai, sono stati ottenuti mediante margotta o talea. Il migliore periodo per la realizzazione della margotta è maggio/giugno. Con la margotta a strozzatura si può far produrre ai Ficus un'abbondante quantità di radici in quasi un mese: è sufficiente avvolgere fortemente un grosso filo (~ 3mm.) intorno alla zona desiderata fino ad inciderla, coprirla con sfagno umido, fasciare l'insieme con un foglio di plastica legato saldamente ed attendere fino a quando il tronco non emetterà le radici.
Propagazione per talea: è un sistema facile. In luglio ed agosto tagliare delle talee di 5-10 cm di lunghezza si riduce l'ultimo germoglio, si eliminano le due paia di foglie alla base della talea, e si piantano in diagonale in terriccio di torba e sabbia in parti uguali. Coprire il tutto con lastra di vetro o foglio di plastica per avere un effetto serra.
Quando le talee inizieranno a vegetare, si scoprono e solo nella primavera successiva (aprile) si possono trapiantare in vasetti singoli. Si possono ottenere delle talee radicate (barbatelle) immergendole in acqua.
Le talee, radicano più rapidamente quelle tolte dalla cima dei rami. Non è indispensabile usare ormoni radicanti che in ogni modo accelerano il processo, è consigliabile porre il semenzaio in mini serra. Un altro metodo di riproduzione poco utilizzato, ma molto valido è la divisione di radici. Si pianta una radice, risultante da una potatura dopo il rinvaso, in vaso lasciandone 1/3 esposto, e in poco tempo spuntano nuove gemme. Qualora si uniscono varie radici, si può creare uno stile a radici esposte, o uno stile a zattera.

Esposizione:  
Il ficus nelle regioni settentrionali va collocato per metà anno in casa esposto a nord (da settembre ad aprile) in un luogo luminoso intorno a 20.000 lux o superiore, lontano da fonti di calore diretto e con un tasso d’umidità atmosferica (U.R.%) alto, 70-80% e poi sistemato all'esterno da maggio a settembre. Prima di ritirare le piante in casa, vicine ad una finestra, per circa 20 gg. ridurre sensibilmente le innaffiature per non fare cadere le foglie (prima diventano gialle e in 2-3 giorni cadono). Mentre nel meridione può trascorre tutta la stagione invernale all'aperto senza problema.
In generale si adattano con qualche difficoltà alla vita in appartamento quelle piante tropicali il cui clima originario somiglia più o meno a quello dei nostri ambienti, con temperature che oscillano tra 18° e 24° C. Tenendo presente che i nostri ambienti non possono sostituire il loro habitat naturale: foreste con quel tipico caldo-umido, senza cambiamenti di stagione ed escursioni termiche.
In realtà per i ficus tropicali nelle ore di luce le condizioni ottimali sono tra i 20 e 22 gradi, ma durante la notte queste piante sopportano temperature più basse.
Quindi è preferibile in quelle ore spostare il Bonsai in ambiente più fresco, (circa 15°-16° C) per assicurarsi questa leggera escursione. Questo evita loro di consumare con la respirazione gli scarsi zuccheri prodotti nelle poche ore di luce utilizzabili nelle giornate invernali. Poiché è fastidioso cambiarli di posto mattino e sera, l'alternativa è di spruzzare la loro chioma quando scende il buio con acqua piovana o distillata (l'acqua "dura" delle tubature è poco consigliabile perché lascia depositi calcarei). L'evaporazione di quest'acqua abbassa per qualche ora la temperatura delle piante.
È necessario quindi in inverno sistemare i ficus a ridosso di una finestra, questo è giustificato dall’esigenza di una certa quantità di luce, da non confondere con sole diretto.
In estate il ficus va posto all'aperto, non direttamente esposto ai raggi del sole, purché la pianta vi si abitui gradualmente. L'aria umida è quasi essenziale. All'interno il Bonsai perde più acqua di quanto ne assorbono le radici con eventuali gravi danni per le foglie che ne vedono pregiudicata la crescita. E' giusto quindi controllare il grado igrometrico. L’ideale sarebbe porre il vaso sopra ad un ampio vassoio con del ghiaietto che contenga una piccola quantità d’acqua sul fondo, ma che eviti il contatto diretto dell’acqua con il vaso. La temperatura ambientale, farà evaporare lentamente l’acqua dal vassoio, creando una sufficiente umidità attorno alla pianta.

Annaffiatura e Nebulizzazione:

Un consiglio che vale per tutti i ficus è quello di procedere a regolare pulizia delle foglie irrorando le foglie con il getto della doccia, oppure pulendo le foglie con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto d’acqua distillata.
Questa operazione va eseguita in particolare durante il periodo vegetativo ed è necessaria perché le piante respirano ed assorbono umidità per mezzo delle foglie. Ambedue le lamine fogliari devono essere mantenute pulite per evitare che gli stomi si ostruiscano.
Al contrario delle piante decidue, i cui germogli crescono solo per un certo tempo, nei sempreverdi la nuova vegetazione, resta erbacea più a lungo e continua a crescere anche per 20-45 gg. L’eccesso d’acqua determina in buona parte questo sviluppo. Quindi nei soggetti maturi, oltre a dare molta luce, è utile moderare le annaffiature per tutto il tempo che prosegue lo sviluppo dei germogli. Le annaffiature saranno copiose nella stagione calda, diradandole in inverno. Il ritmo delle annaffiature deve essere tale che il terriccio non resti mai troppo umido: solo così le foglie divengono piccole e gli internodi corti. Tutti i Ficus d'altronde tollerano meglio periodi asciutti relativamente lunghi, anziché una persistente umidità eccessiva.
Sarebbe opportuno potere usare acqua con pH vicino alla neutralità o inferiore, quindi piovana o acqua trattata con un prodotto decalcificante perché l'acqua corrente calcarea: pH superiore a 7,5 può lasciare depositi calcarei sulle radici, rallentando la crescita.

Substrato:
Ai Ficus è gradita l'acqua, ma non possono sopportare terreni costantemente bagnati. Sono alquanto esposti al marciume radicale ed, è bene mantenere un’alternanza tra terreno quasi asciutto (70%) e terreno bagnato.
Si sviluppano ugualmente in ambiente neutro o leggermente acido, pH 5,5 - 6,5 richiedono un terriccio soffice, permeabile e fertile.
Un composto adeguato è costituito da akadama 80%, pomice o lapillo vulcanico 10%, terriccio di foglie 10% e con l’aggiunta di un 10% di humus di lombrico.

Rinvaso:
Il periodo ideale per il rinvaso è poco prima che inizia il periodo vegetativo, marzo-aprile al sud e maggio al nord.
Poiché crescono molto vigorosamente due anni è il tempo massimo tra un rinvaso e l'altro. Le radici crescono rapidamente e recuperano facilmente, quindi si possono tranquillamente tagliare senza paura, lasciando solamente 1/3 dell'originale pane di radici.
Molti Ficus che si acquistano hanno le radici parzialmente esposte e attorcigliate, al primo rinvaso è necessario "sistemare" il loro andamento. Le radici che non possono essere corrette saranno gradualmente eliminate.
I vasi più adatti sono di colore azzurro marino, beige o in gres, evitare quei vasi cinesi decorati, troppo appariscenti.

Potatura dei rami e dei germogli:
I ficus tropicali appena comperati spesso hanno bisogno di essere semplificati nella loro struttura, lasciando un solo ramo per livello, scegliendo esattamente le proporzioni, e facendo comparire una certa conicità nella struttura. La struttura del tronco deve rievocare le forme naturali dell’essenza. In condizioni d’elevata umidità dell'aria, tipiche della zona tropico-equatoriale, i rami più vicini al suolo possono produrre delle radici (dette aeree) che scendono verticali ed entrano nel terreno.Ficus microcarpa Essendo in natura una caratteristica degli esemplari annosi, un’analoga struttura nei bonsai più massicci dà loro un notevole pregio. I F. beniamina e retusa hanno una facile capacità di emettere radici aeree
La presenza di radici aeree accresce questa sensazione d’annoso, purché non si sovrappongono esteticamente con il tronco. Il risultato dovrebbe ricordare delle liane che pendono dai rami alla ricerca d’umidità nel terreno.
E’ sconsigliata la trasformazione dei monconi dei rami in jin, sia per motivi estetici sia costitutivi, il legno del ficus è fibroso e tende a marcire facilmente.
Potare i germogli ancora erbacei provoca una risposta poco rilevante per quanto concerne l'infittimento. Al contrario la riduzione di rami lignificati stimola la comparsa di getti più numerosi all'indietro, cresce la fittezza della ramificazione e di conseguenza contribuisce a ridurre la superficie d’ogni nuova foglia. Quindi quando i germogli hanno sviluppato 6-7 paia di foglie, vanno accorciati a 2 o al massimo 3 paia di foglie.
Mentre la potatura dei rami grossi e delle branche si esegue in inverno; dal taglio uscirà del lattice che dovrà essere fermato con pasta cicatrizzante o con spruzzature d'acqua.

 Defogliazione
Se la pianta è in ottima salute e non è stata rinvasata ed è già strutturata, in giugno si può defogliare, infoltendo
così i rami ed equilibrando gli internodi lunghi, altrimenti si possono tagliare le foglie più grandi al picciolo.

Applicazione del filo:

I rami, essendo molto flessibili, tollerano forti piegature quindi il filo si può applicare durante tutto l'anno, aspettando che i rametti siano lignificati, avendo cura di proteggere la corteccia con carta crespa. Controllare spesso il filo durante le fasi di sviluppo perché entra facilmente nel legno. Molti preferiscono realizzare la modellatura col filo nello stesso periodo della defogliazione, anche perché si può vedere bene tutta la ramificazione; ma attenzione: in un solo mese il filo può incidere la corteccia ed il segno rimarrà per molti anni. È meglio avvolgere con spire più larghe se non si ha la possibilità di controllarlo frequentemente.

Fertilizzazione:

Se usate concimi organici che sono ricchi di fosforo, questi possono anche servire meglio per la comparsa di fiori/frutti.
Se coltivati all'interno devono essere concimati ogni 15-20 giorni con concimi liquidi ricchi d’azoto durante la stagione di crescita, o con concime organico a lenta cessione. Mentre in inverno con concimi più ricchi di fosforo e potassio una volta al mese. All'esterno si concimano ogni 15-20 giorni con concimi liquidi ricchi d’azoto durante la fase vegetativa e da settembre a novembre con fertilizzanti liquidi più ricchi di fosforo e potassio, per lignificare meglio i rametti ed interrompendo totalmente in inverno. Alternare concimi liquidi a solidi e non concimare le piante appena rinvasate, quelle in cattivo stato di salute e nei mesi troppo caldi.

Calendario dei lavori                                                      

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Mese 
 Lavori  
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Pinzatura                        
Potatura                        
Avvolgimento                        
Trapianto                        
Concimazione                        

 Calendario generale di riferimento, che deve essere variato secondo le particolari condizioni climatiche locali.

                  

Stili bonsai: Con queste piante si possono realizzare  tutti gli stili, importante è che la forma dei bonsai di Ficus tropicali deve riuscire a raffigurare bene l'aspetto degli alberi spontanei: molto voluminosi e grandi. Interessante è il bonsai con il F. retusa le cui radici aeree si possono utilizzare sulla roccia.

Parassiti e malattie:

È essenziale una precauzione: alcune varietà, come il Ficus panda, sono molto sensibili ad insetticidi, fungicidi ed altri prodotti chimici. Una dose eccessiva, o un insetticida a base di fosforo, farà ingiallire le foglie con la conseguente caduta.
I parassiti più ricorrenti, tripidi: Frankliniella occidentalis, tripide di difficile individuazione per le abitudini a ritrovarsi all’interno delle gemme, o sulla pagina inferiore delle foglie, di dimensioni di 1-1,5 mm. Sintomi principali: deformazioni delle foglie, bollosità; nello stadio più avanzato piccole tacche color marroncino. Echinotrips americanus: attualmente è presente in maggiore percentuale rispetto a Frankliniella occidentalis.
I sintomi sono rappresentati da lievi deformazioni delle foglie, decolorazione diffusa, rallentamento della crescita, molto simili a quelli provocati da acari. Echinotrips è un tripide di dimensioni maggiori di Frankliniella occ. ; di colore nero, con una sottile linea bianca in corrispondenza dell’attaccatura delle ali, vive generalmente sulla lamina sia superiore che inferiore della foglia. Le larve sono di colore giallo chiarissimo, quasi trasparenti, spesso più frequenti sulla pagina inferiore. I sintomi sono un rallentamento generalizzato della crescita, la presenza di fogliame più chiaro, con strisce di colore verde chiaro "a puntini". Sono molto simili ai danni causati da acari (vedi in seguito).
Alla comparsa di pochi individui di tripide, si consiglia di intervenire alternando due o tre tipi di principi attivi, con prodotti a base di piretroidi (deltametrina: Decis), Methiocarb (Mesurol), Fenpropatrin (Danitol), Acephate (Orthene, Orthofat), Thiodan (Endosulfan).
Se si notano ragnatele sulla pagina inferiore con foglie gialle e macchiate, è presente il ragnetto rosso o Acaro tetranichide: Tetranichus urticae .
Sono visibili ad occhio nudo, si localizzano sulla pagina inferiore delle foglie; uova e forme giovanili sono individuabili grazie all’utilizzo di una semplice lente (uova trasparenti, tondeggianti, sempre poste sulla pagina inferiore). I sintomi sono rappresentati dalla presenza di decolorazioni sulle foglie, a volte puntiformi, rallentamento della crescita. Sono favoriti da condizioni di secchezza dell’ambiente di coltivazione, e presentano in genere un periodo di massima moltiplicazione in estate, anche se la loro presenza è continua, anche se minima, quasi per tutto l’anno. E’ richiesto quindi un monitoraggio continuo e un’attenta e costante osservazione.
Lotta: alcuni principi attivi efficaci contro i tripidi sono anche acaricidi. Inoltre si consigliano: Fenpropatrin (Danitol), Bifentrin (Brigata), Methiocarb (Mesurol), Acrinatrina (Rufast), Abamectina (Vertimec); quest’ultimo si diffonde in modo traslaminare, raggiungendo strati della foglia non direttamente colpiti dal prodotto, e permettendo una maggiore efficacia e durata del trattamento.
Altri principi attivi efficaci: Cyexatin (Acarstin, Pennstyl), Clorfentezine (Apollo), Fenpyroximate(Miro), Tebufenpyrad (Masai).
E’ importante, nel programma di controllo degli acari, alternare più principi attivi, sia come modalità d’azione che come efficacia sui diversi stadi di sviluppo: adulti, uova, forme giovanili o neanidi. Irrorare ogni 15 giorni fino alla scomparsa degli acari.
Le cocciniglie spesso si mimetizzano col colore delle foglie o del tronco, tanto che riesce difficile notarle: gli scudetti sono piccoli (1-2 mm.) e spesso quasi trasparenti. Cocciniglia cotonosa: Pseudococcus longispinus e Planococcus citri, il danno consiste nella presenza di una secrezione biancastra e cotonosa; adulti e forme giovanili (neanidi) danneggiano la pianta nutrendosi della linfa e rallentando quindi la vegetazione, fino a bloccarla, in condizioni d’elevata infestazione. Danni secondari, non meno importanti, sono rappresentati da una riduzione dell’entità fotosintetica, e dallo sviluppo di fumaggini: funghi che si sviluppano sulla superficie fogliare, nutrendosi dei residui prodotti dagli insetti, sui loro secreti zuccherini, che danneggiano gravemente dal punto di vista estetico e funzionale.
Lotta: a base di Deltametrina (Decis), Acephate (Orthene), Methomyl (Lannate). Poiché non è consigliabile l'uso dell'olio bianco, è meglio ricorrere a soluzioni saponose (ad esempio un cucchiaio del comune detersivo per stoviglie diluito in mezzo litro d'acqua) pennellato o spruzzato su tutta la vegetazione. Utile anche l'estratto di tabacco o dell'alcol denaturato applicato con un batuffolo di cotone, che aiuta a "staccare" il parassita. Oppure bagnare il substrato con insetticida sistemico ogni 15 giorni fino alla scomparsa.
Di fronte alle malattie fungine i ficus dimostrano una buona resistenza: il pericolo maggiore viene come al solito da un terriccio troppo bagnato. I rischi più alti li corrono a causa dell'antracnosi: macchie gialle che si propagano dai margini delle foglie e su di esse si evidenziano puntini neri, si cura spruzzando soluzioni a base d’ossicloruro di rame sulle foglie, o benomyl e il riscaldo: il lembo fogliare presenta tacche decolorate che finiscono per disseccare, si previene evitando di nebulizzare in pieno sole e di esporre il bonsai ai raggi diretti del sole, e alle basse temperature.
Fisiopatie
Perdita delle foglie: le foglie basali diventano gialle poi cadono e la pianta si defoglia in modo innaturale e dopo poco tempo può anche morire. Le cause possono essere: insufficiente esposizione del bonsai, correnti d'aria o improvvisa caduta della temperatura. Se quest’evento si nota in inverno, la causa è l'annaffiatura troppo abbondante e/o con acqua troppo fredda. È necessario innaffiare meno e mettere la pianta in un luogo con più luce.

Le specie più diffuse di Ficus adatte a Bonsai sono:

• F. benjamina (ficus beniamina): è un albero con tronco diritto dal portamento flessibile ed elegante, foglie persistenti di colore verde brillante con la conformazione oblunga. Ha un tronco dal colore grigio.
• F. retusa: assomiglia molto al F. benjamina. E' una specie che cresce nelle isole Hawaii e nelle regioni fra Filippine, Borneo e Malesia. Ha foglie persistenti, allungate e di colore verde brillante. Questa specie emette radici aeree ed è particolarmente vigorosa.
• F. formosanum (fico di Formosa): anch'essa è una specie a foglie più rotonde, persistenti, ma è una pianta più delicata ed ama stare più alla luce rispetto alle altre.
• F. religiosa: Questa pianta è così chiamata perché è considerata in India un albero sacro. Le foglie cuoriformi ad apice allungato hanno venature di colore avorio e rosaceo.
• F. neriifolia: E' un albero di piccole dimensioni che si distingue per le foglie strette e lanceolate di colore verde lucido. La forma delle foglie somiglia a quella del salice piangente. In pochi anni emette radici aeree.
• F. pumila: E’ un albero a foglie piccole che ha uno sviluppo che somiglia ai rampicanti.
• F. microcarpa: Ha foglie piccole, in natura costituisce un albero grandissimo con una vegetazione molto fitta e lunghe radici aeree. Si origina nell'Asia tropicale.
• F. panda: È una varietà di Ficus che produce frutto, ma molto più piccolo del Fico. Ramifica con molta difficoltà
• F. nataliensis: Cresce con foglia sottile e larga in punta, compatta, produce facilmente radici aeree. E’ molto vigoroso.

 

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