Bonsai ottenuti  per talea  

 

chiare cascate:   
tra le onde si infilano verdi 
gli aghi dei pini

Mtsuo Bashò (1644-1694)

 

Il metodo di moltiplicazione per talea o sashiki è molto più veloce di quello per seme e possiede inoltre i vantaggi di rendere utilizzabili i rami potati dagli altri bonsai per creare nuove piantine ad un costo in pratica nullo, e quello di formare soggetti che mantengono fedelmente le caratteristiche della pianta madre, cosa questa che non avviene sempre per la riproduzione da seme, ed inoltre si hanno nuove piantine senza fittone. La talea è un sistema di moltiplicazione; per questo viene tagliata una parte della pianta con lo scopo di metterla nella terra e farla radicare, ottenendo così un'altra pianta. Questo avviene perché il cambium emette prima un callo di cicatrizzazione, e quindi produce una nuova crescita di cellule che interrate ed umide, si formano come radici. Esistono quattro categorie di talee: 1) ha-zashi, che è la talea di foglia, 2) shinme-zashi o talea di germoglio, 3) eda-zashi o talea di ramo o legna e 4) ne-zashi, che è la talea di radici. Ci occuperemo di talee di ramo o legna, perché sono le più usate nella coltivazione bonsai.

TALEE DI LEGNA TENERO

Sono i germogli dell’anno in corso, che si tagliano in primavera inoltrata con un taglio obliquo. La temperatura ideale del terreno per la maggior parte delle specie è da 23°C a 27°C, con una temperatura ambientale di 21°C. Conviene collocare la parte inferiore del vaso nel suolo, lasciando la porzione superiore del vaso e le talee in ombra. Emettono radici in quattro/cinque settimane. Le migliori talee sono quelle che si asportano dalla parte più vigorosa dell’albero madre, ed è importante che presentino almeno due nodi(gemme o ascelle di foglie) fig. n 1. Si strappano le foglie della parte che rimarrà interrata, e si abbia cura di lasciare interrate un paio di gemme. fig. n.4. Il substrato può essere sabbia di torrente, o un composto di sabbia e torba. Dopo aver bagnato a fondo, si pongono le talee in ombra.

TALEE DI LEGNA SEMIDURO  

Queste sono più dure delle precedenti e si asportano in estate. Sono adatte per la riproduzione d’Azalea, Cotoneaster, Pyracanta, Gelsomino, Chamaecyparis, Evonymus, Agrumi, Olivi, e Fichi. Sono lunghe da sette a quindici centimetri e si piantano togliendo le foglie della metà inferiore. Le talee semidure si asportano dalla pianta madre con un taglio a smusso o doppio smusso, e si piantano inclinate in modo che la zona esposta del cambium rimanga sempre in posizione orizzontale. fig. n.3 Anche per questo tipo di talee il calore del suolo stimola il radicamento. E’ bene assicurarsi che il terriccio aderisca alle talee, ed è importante anche un buon drenaggio.

TALEE DI LEGNA DURO

E‘il tipo più usato in bonsai, poiché il fusto radicato presenta già un certo spessore come tronco. E’ il più lento ad emettere radici, rispetto ai precedenti. Si possono tagliare dalla pianta madre in autunno, oppure alla fine dell’inverno, quando la legna è completamente maturata ed ha sufficienti risorse: si tratta di legna di uno o due anni. Il taglio inferiore deve essere sotto la gemma e quello superiore anche, lasciando sul fusto almeno due gemme. I più comuni tagli delle talee di legna dura sono a smusso, doppio smusso, piantando poi la talea, quasi diritta, di tallone, conservando nella parte inferiore un tratto di legna vecchia, di cuneo, che consiste nel praticare una o più incisioni nella base della talea, separandole poi con delle pietruzze. Questo schema assicura una maggiore zona di cambium esposta. fig. n.2. Sono adatte per la riproduzione d’alcune piante da fiore e frutto.(berberis, camelia, chaenomeles, ecc.)  Molti tipi di piante possono essere ottenuti per talea, anche cedro giapponese, ma soprattutto abeti, ginepri, cipressi, aceri, azalee, cotoneaster, melograni, gelsomini, olivi, olmi, salici, zelkova. Numerose talee, come, per esempio, quelle di salice e di zelkova emettono le radici molto facilmente, basta semplicemente immergerle in acqua. Si possono, in teoria, fare talee in ogni periodo dell'anno, ma risultano migliori quando i germogli dell'anno in corso sono sufficientemente maturi per sopportare tale processo. In linea di massima, le talee di piante a foglie decidue dovrebbero essere prese all'inizio dell'estate, quando non sono eccessivamente indurite. Il tempo necessario per la loro radicazione, varia secondo la specie e del clima, in ogni caso quelle verdi o erbacee impiegano meno tempo, ma necessitano di un certo calore e di maggiori cure, mentre quelle legnose radicano più lentamente, ma sono più resistenti. Le talee di conifere non sono facili da realizzare perché stentano a radicare, richiedono molta umidità ambientale, luce e ormoni, facilmente reperibili in commercio; fra i sempreverdi il più facile da riprodurre per talea è il ginepro. Per una buona talea i rami da scegliere devono essere maturi, avere in pratica da uno a tre anni d’età, devono essere robusti, sani non rovinati dagli insetti. Una polvere o un liquido radicanti a base d’ormoni è sempre molto utile perché stimola un precoce sviluppo delle radici; le modalità d'impiego di questi prodotti variano secondo il tipo scelto, ma tutti contengono sempre istruzioni ben dettagliate alle quali attenersi. Una volta raccolti i rametti, si pongono in piccole serre sotto vetro e già nella primavera successiva si dovrebbero avere le piantine. La lunghezza delle talee di latifoglie dovrebbe essere tale da contenere almeno da quattro a sei paia di foghe, quindi da quattro a 10 centimetri, secondo la specie e della distanza esistente fra foglie stesse. fig. n.5. Il taglio della talea va eseguito con cesoie, o con una lama affilata, subito sotto l'attaccatura di un picciolo sul fusto. Si eliminano poi parte tenera della cima e le foglie nel tratto che deve essere interrato, si fa quindi il trattamento radicante e si mettono i rametti nei contenitori, che possono essere di qualsiasi tipo, purché forniti di fori di drenaggio, riempiti con sabbia piuttosto grossa, che deve essere naturalmente di fiume oppure lavata perché la sabbia di mare, contenendo sale, li farebbe irrimediabilmente morire. La sabbia favorisce l'emissione delle radici, ma non contiene elementi nutritivi sufficienti alla vita delle piantine, per cui non appena le talee avranno attecchito sarà necessario rinvasarle. I contenitori possono essere riempiti anche con una miscela di torba e sabbia in proporzioni uguali, in questo caso le talee possono rimanervi più a lungo. Una volta riempito il contenitore con il substrato prescelto, che deve essere pressato con delicatezza, si praticano dei fori e vi s'inseriscono le talee ben spaziate fra loro per una profondità di qualche centimetro, si preme la terra intorno alla base perché rimangano ferme, e si annaffia con un getto molto sottile. fig. n.6   Per evitare il rischio dell'eccessiva traspirazione, si può mettere un pezzo di plastica trasparente sopra al vaso, fissandola al bordo di questo; dei bastoncini di legno saranno più che sufficienti per tenerla staccata dalle talee. Questo procedimento è un tentativo di riproduzione dell'ambiente ideale per far radicare le talee: una serra con alta percentuale d'umidità. Come per tutti gli altri sistemi di moltiplicazione delle piante, l'esposizione migliore dei contenitori di talee dovrebbe essere riparata dal vento, lontana dai raggi diretti del sole e con una temperatura quanto più è possibile costante. E’ importante ricordare che le talee hanno molto bisogno d'umidità, si controlli quindi frequentemente insieme al substrato, che, specie nel caso della sabbia, deve essere bagnato spesso per rimanere sempre umido. Appena sono spuntate le radici, evento questo riconoscibile dall'emissione di nuovi germogli, si può cominciare a sollevare la plastica, prima per poche ore e poi gradatamente sempre più a lungo, così che le piantine abbiano modo di abituarsi un po' alla volta al mutamento, senza bruschi sbalzi di clima e di temperatura. Quando l'apparato radicale ha raggiunto un buono sviluppo, si può procedere ad un primo trapianto in vasi singoli, fig. n.7  dopo il quale, come si è più volte ripetuto, le piante andranno tenute al riparo per un periodo congruo, che di solito si aggira, per una completa ripresa, intorno alle tre, quattro settimane, trascorse le quali, sarà possibile esporre gradualmente i vasetti al sole, evitando però che sia troppo forte e violento. I fertilizzanti vanno usati solo dal momento in cui le radici sono sufficientemente forti da sopportarli, perché altrimenti potrebbero bruciarsi e la pianta morire; le dosi saranno sempre molto ridotte, in special modo all'inizio. Durante l'inverno si abbia cura di proteggere le piantine dalle intemperie e soprattutto dal gelo. Le talee legnose, essendo molto più forti e resistenti di quelle erbacee ­possono essere piantate anche direttamente all'aperto e in piena luce, il che permette una migliore fotosintesi, ma devono sempre essere protette dal sole vivo. Il trattamento bonsai può essere iniziato sulle talee già dopo uno o al massimo due anni, dipenderà solo dalla specie e dalla velocità di sviluppo delle radici.

 fig.1 

 fig.2

  fig.3

fig.4

fig.5

 

                      fig.6

   fig.7