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Syberia: come dentro a un film

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In Syberia si narra la storia di Kate Walker, giovane avvocato alla quale viene affidato un compito apparentemente semplice: deve recarsi dagli Stati Uniti in un piccolo villaggio delle Alpi Francesi, Valadilène, per rilevare una fabbrica di giochi ormai sull’orlo del fallimento. Giunta nella cittadina, la stessa Kate si renderà conto della particolare produzione di questa fabbrica, famosa per la costruzione di giocattoli singolari: automi. Al momento dell’arrivo di Kate, la signora che avrebbe dovuto firmare il contratto di cessione, Anna Voralberg, muore lasciando tuttavia un erede: il fantomatico Hans Voralberg, fratello creduto morto e a quanto pare sparito dalla faccia della terra. Le prime scene ci mostrano un terreo funerale sotto la pioggia, con tanto di automi a lutto che seguono in corteo il lugubre carro funebre: tutto, nella famiglia Voralberg, sembra animato da chiavi a molla.

Kate si ritrova così a entrare nel mondo degli automi, a considerarli delle creature speciali (mai chiamarli robot!) e a scoprire che il signor Hans, vittima di un incidente, è cresciuto, a causa di quest'ultimo, rimanendo ad uno stadio infantile e sviluppando però un particolare genio per la creazione di questi strani manufatti. Da qui una corsa all’uomo che dovrebbe firmare il contratto di cessione dell’azienda a favore della società multinazionale americana per la quale Kate è stata spedita fino in Francia.

Per questo fine, la nostra protagonista partirà alla ricerca di indizi che la porteranno nei luoghi più strani del Vecchio continente, utilizzando mezzi di trasporto appositamente creati, conoscendo persone e studiando fenomeni sconosciuti e leggendari, seguendo il filo rosso tracciato dal passaggio di Hans Voralberg, che applica le sue conoscenze sugli automi per creare qualsiasi oggetto funzionante con la speciale Chiave Voralberg. Si passerà dalla vita di campagna di un piccolo paesino montano agli eleganti saloni delle aule universitarie, dalla natura incontaminata in una stazione ferroviaria ai macchinari pesanti di produzione industriale, dallo stile secco di una fabbrica russa all’arte liberty di terme rigeneranti. Il tutto attraverso meccanismi più o meno visibili e investigazioni del caso.

Il gioco utilizza un comune sistema punta e clicca, coadiuvato dal cursore intelligente: sarà nostro compito guidare con il mouse la bella Kate verso la soluzione degli enigmi, facendo attenzione ai particolari che ci verranno segnalati al cambio di immagine del cursore. Quello che stupisce del gioco è la bellezza delle immagini, l’accuratezza nel ricreare i paesaggi, che dà alla fine l’impressione che i luoghi visitati esistano realmente (tutti i nomi di città sono frutto di fantasia) e ci fa immergere totalmente in un nuovo mondo.

Questo risultato è stato reso possibile dall’abilità di tratteggio dei personaggi di Benoît Sokal, che non si è limitato a darci delle belle illustrazioni per una storia e per la soluzione di enigmi ma, anche attraverso qualche immagine di ispirazione cinematografica (veramente spettacolare) ricostruisce un mondo, una visione del mondo. Al di là degli sfondi di paesaggio bellissimi e misteriosi, e anzi ben inseriti al loro interno, prendono vita personaggi assurdi, simboli di un’umanità che soffre e nonostante questo vive nell’illusione della presenza di un nemico o nella certezza che prima o poi Hans tornerà; nella disumanità che investe personaggi teoricamente sensibili al mondo esterno (i professori universitari), e nella umanità strana di creature di metallo (Oscar). Sopra a tutte queste figure primeggia la nostra eroina, che attraverso le prove capisce il senso della vita, la corsa verso il successo, la scoperta di valori reali e fasulli. Tutte queste caratteristiche sono dovute certamente alla scenografia, ma le immagini e i filmati realizzano a colori sensazioni e impressioni; non dimentichiamoci che Benoit Sokal da bravo fumettista, è capace di descrivere le emozioni con il tratto di un disegno.

Dire che Syberia è un videogame, che è un avventura grafica, è quindi forse improprio: al di là degli enigmi più o meno complicati (ma nessuno impossibile), al di là dello scorrere della storia in un’unica direzione senza possibilità di scelte alternative, Syberia supera il concetto stesso di gioco; i personaggi sono tratteggiati nei particolari, gli ambienti sono realistici, la storia è appassionante e lo scorrere degli eventi ci porta ad amare sempre più Kate e ad approvare le sue scelte personali: sembra o non sembra di trovarci davanti (o dentro) un film?

Il voto di Merraigan.it:

19/04/2003