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Cacciatori di replicanti

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Nella Los Angeles del 21° secolo (come se già non ci fossimo…),  trasformata in un vero e proprio formicaio umano, una giungla d’acciaio con immense costruzioni e un’umanità tanto varia quanto caratterizzata da tratti sempre più marcatamente orientali,  Rick Deckard è un Blade Runner, un cacciatore di replicanti. I replicanti, come dice il nome stesso sono perfette riproduzioni artificiali degli uomini, tanto perfette da essere pressoché irriconoscibili  e da essere in grado di provare emozioni. Deckard deve trovare 6 di questi replicanti sfuggiti al controllo e “pensionarli”.

Ma della bella Rachel della quale si innamorerà, che ne sarà del suo destino?

Blade Runner è stato realizzato nel 1982 dal genio di Ridley Scott che ha immaginato un futuro visionario e realistico al contempo che verrà ripreso successivamente anche per altre realizzazioni del genere. Un futuro dove le città sono trasformate in ammassi decadenti di costruzioni e di corpi, dove la lotta per la sopravvivenza  fa parte della vita quotidiana. E dove la genetica ha fatto passi da gigante ricreando degli esseri perfetti sotto ogni punto di vista, anche quello dei sentimenti. E quale caratterizzazione migliore per far trasparire la complessità dei sentimenti se non il personaggio di Rachel, magistralmente interpretata da Sean Young? Lei che si crede umana fino a quando Deckard (Harrison Ford) mette in crisi le sue certezze e nonostante questo se ne innamora e le fa apprezzare e risvegliare quei sentimenti che ancora non riescono ad essere così limpidi nei replicanti.

Ed è proprio la storia d’amore fra di loro che nella versione “director’s cut” del film, comunemente rintracciabile in commercio, che viene esaltata, addirittura con un inedito sogno di Deckard nel quale la corsa di un unicorno bianco fa sospettare di essere lui stesso un replicante.

Nel frattempo il film scorre con la vicenda dei rimanenti replicanti che lottano per la loro sopravvivenza cercando di ritrovare il loro creatore e costringerlo ad una impossibile modificazione genetica che permetta loro di vivere più a lungo.

Si giunge in fretta alla conclusione dove Deckard sta per soccombere di fronte alla perfezione da combattente dell’ultimo replicante che, proprio quando sembra avere il sopravvento sul cacciatore, fa prevalere i suoi sentimenti e, lasciandosi andare ad un pianto molto umano si arrende alla morte.

Blade Runner è un film di una complessità incredibile per tutti i risvolti che contiene, i riferimenti, le costruzioni mentali, i pensieri di Scott. Senza contare che molto riceve anche dal racconto di Philip K. Dick da cui è tratto, "Do Androids Dream of Electric Sheep?": Per questo il film, che ebbe uno scarso successo al botteghino, è stato (ed è) oggetto di un vero e proprio culto da parte degli appassionati che cercano di trovare tutti i riferimenti della pellicola, ricostruendo anche il mondo nel quale si svolge il film, le armi, i vestiti, le organizzazioni…Un esempio? La partita a scacchi che si gioca fra Tyrrell e Sebastian è stata giocata realmente nel 1851 a Londra fra Anderssen e Kieseritzky. In rete si trovano siti che si propongono di sviscerare tutti i segreti del film: cito per completezza http://www.blade-runner.it , completamente in italiano, ben fatto e preziosa fonte di informazione per appassionati e non.

Per il resto, magnifica colonna sonora di Vangelis e un seguito che non ha precedenti tanto da aver eletto  Blade runner  “il cult movie degli anni ‘80”.

Si parla di una nuova versione del film in due DVD e addirittura di un seguito, un Blade runner II.

Comunque sia, l’originale ce l’abbiamo e continueremo a godercelo e a scoprire ogni volta nuovi particolari che ci invoglieranno a vederlo ancora.

08/03/2003