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Le interviste agli autori di "Tanto tempo fa in una galassia lontana..."

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Jochen Dehn è il regista di Tanto tempo fa in una galassia lontana, ultimo di una serie di adattamenti teatrali tratti da opere di fantascienza. Ha partecipato al prestigioso Festival Documenta di Kassel ed ha firmato diverse regie per la Deutche Schauspielhau

D: Dunque, se non sbaglio questa non è la prima volta che fai fantascienza a teatro

R: Si, ho adattato Solaris di Tarkowsky, Time Machine di Wells e Noi marziani di Philip K. Dick

D: Ok, vediamoli più in dettaglio.

R: Si, dunque, fondamentalmente... fondamentalmente io ci vedo delle storie d'amore. Nella fantascienza ci sono dei personaggi che non riescono a costruire un rapporto perchè magari sono dei mostri, o appartengono a razze molto differenti, e non è facile stabilire una comunicazione. Anche in 'Tanto tempo fa in una galassia lontana' ho focalizzato la mia attenzione su situazioni in cui il problema della comunicazione è
sempre in primo piano. E le storie d'amore sono molto contrastate. 

D: Ma fondamentalmente, cosa ti ha spinto a fare questo spettacolo?

R: Volevo farlo per mostrare immagini di morte e sofferenza, ma su un piano differente, molto personale, ed il bello del teatro è che hai degli attori, delle persone che soffrono. In teatro riusciamo a rendere meglio la sofferenza.

D: E come hai reso le storie d'amore su 'tanto tempo fa...'?

R: Vi sono degli attori che recitano più personaggi, Diana Hobel ad esempio interpreta sia Leia che Obi Wan, mentre Alessandro Lanza è sia Luke Skywalker che Darth Fener. Abbiamo quindi due coppie, Luke e Leila e Darth Fener ed Obi Wan,
delle love stories molto 'schizofreniche'. Ian Solo rappresenta un elemento che rende la storia d'amore infelice.

D: E quali sono le altre cose davvero importanti dello spettacolo?

R: Beh, innanzitutto la storia è vista dagli occhi dei droidi, che sono due figure molto 'umane', ed è la storia di qualcuno che compie un percorso e cresce, cioè Luke. Ci sono delle situazioni molto importanti in questa storia, come la distruzione di Alderaan per esempio, questo è un fatto molto drammatico per alcune persone.

 

Christine Vahl ha curato costumi e scenografie dello spettacolo. Lavora attualmente per i più importanti teatri tedeschi occupandosi di costumi e scenografie per opere di drammaturgia contemporanea.

D: Bene Christine, questo è uno spettacolo abbastanza difficile da mettere in scena, sia per gli attori, che per i registi, per i tecnici, e naturalmente per costumisti e scenografi. Quali sono stati gli ostacoli maggiori?

R: Fondamentalmente il fatto che lo spettacolo  si svolge in una specie di grotta, c'è una piscina, per cui si doveva lavorare con elementi di scena gonfiabili, plastica, ecc... E poi il fatto che c'è acqua, sabbia, ed è tutto molto scivoloso.

D: E la parte tecnica? Come avete realizzato i costumi?

R: E' stato un problema, perchè in effetti non avevamo un vero e proprio laboratorio, in più il tempo era poco. Ho voluto fare molta sperimentazione, avvolgendo gli attori nella plastica, e volevo che i costumi si adeguassero all'ambiente, e ne riprendessero un pò le forme. Questo costume da sabbipode per esempio, fatto con la schiuma di poliuretano, ricorda un pò le concrezioni calcaree della grotta.

D: I droidi mi sembrano particolarmente originali. Il design è azzeccato. Perchè li hai realizzati così?

R: Si tratta di personaggi molto umani, per cui volevo renderli molto soffici, a volte tondeggianti, e per nulla metallici. Infatti puoi notare che il costume di D3bo è color carne

D: Ok.Vuoi aggiungere qualcos'altro?

R: Si. Vorrei far notare un'altra difficoltà, ovverosia quella di avere  attori che interpretano più personaggi. Trovandosi a recitare in una grotta con piscina, che è davvero una situazione estrema, non potevo fargli cambiare molti costumi, per cui ho dovuto adottare soluzioni che rendessero i cambi molto rapidi. In alcuni casi non c'è un cambio vero e proprio.

28/08/2002