Storia: dalle origini al 1400

Il sale ha rappresentato per millenni una risorsa economica strategica gestita in primo luogo da chi deteneva il potere.

L'estrazione del sale  ha lontane radici in Sardegna: lungo il litorale di Palmas, in alcune colonie fenice, sono state ritrovate tracce di rudimentali saline; nell'antica città di Tharros, sono state trovate tracce di commerci di sale risalenti al periodo punico.

La storia del sale a Cagliari nasce con la sua fondazione ad opera dei Fenici, 2500 anni fa. Apprezzate per la qualità del sale, le saline vennero sfruttate dai cartaginesi  e dai romani , che ne curarono anche gli aspetti gestionali.

Furono create delle Societates Publicanorum, alle quali aderirono mercanti addetti alla gestione collegiale delle saline, e un Corpus salariorum, con un sistema di controllo pubblico.

Durante il periodo giudicale vi fu una ripresa delle produzioni in parte destinate ai commercianti di Marsiglia, ritenuti già dal secolo XII importanti imprenditori del sale nel Mediterraneo, che a partire dal 1016 e per quasi due secoli furono i primi ad ottenere la concessione per l'esportazione del sale.

I commercianti di Marsiglia erano legati all'ordine religioso dell'Abbazia di San Vittore e fondarono a Cagliari il priorato di San Saturno.

Per decisione del giudice Costantino, vennero assegnate allo stesso ordine religioso le saline, la capella di Santa Maria de Portu Salis, attualmente compresa tra il quartiere La Palma e Su Siccu, punto di imbarco del sale, insieme ai magazzini e alle abitazioni delle maestranze.

Iniziò così la fase demaniale delle saline di Cagliari. Le saline facevano parte de "su rennu" (paragonabili ai beni pubblici) dai quali i governi traggono le tasse.

I pisani, grazie ai buoni rapporti con i giudici, svilupparono una fiorente attività commerciale e dal 1104 Pisa ebbe il permesso di estrarre il sale.

Con la dominazione catalano-aragonese le saline erano diventate vere e proprie ricchezze in grado di assicurare benessere economico e politico.

Dal 1323 con l'allontanamento dei pisani sconfitti e con l'inizio della dominazione aragonese nell'isola, il sale proveniva da Major e Riba, cioè da Molentargius e da Quartu Sant'Elena.

Le salines de Sardenya non erano che stagni privi di strutture attorno a Cagliari. La raccolta del sale durava dai quattro ai sei mesi; il sale si accumulava in piramidi dette bigues che, dovevano avere determinate dimensioni, dalle quali si stabiliva il peso, importante per la contabilità.

Documenti sulle saline risalgono al 1327, quando il re d'Aragona, occupato il giudicato Caralis, impose le norme che governarono per 400 anni lo sfruttamento delle "Saline Reyales".

Le saline sarde producevano sale di ottima qualità a basso costo, in quanto non prevedevano spese di manutenzione o investimenti.

 I cittadini cagliaritani ricevevano gratis il sale dal 1327 mentre i contadini dei paesi limitrofi (Quartu, Quartucciu, Selargius, Monserrato e Pirri), erano obbligati o, come si diceva "comandati", a lavorare nelle saline.

Disegno a inchiostro

Cagliari, 1832. Prospetto riguardante la riforma delle Saline del Regno.
Regnante Carlo Alberto I


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