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Home > Opere - articoli e recensioni > City Reading Project, Roma Novembre 2002

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L'agenda del Reading
L'articolo di Baricco sul Reading, pubblicato il 17 Settembre su La Repubblica
La scheda di presentazione del City Reading Project redatta da AB
  
La cartella stampa in PDF del City Reading Project 
I commenti di alcuni utenti
  

> Storie da vecchio West nel teatro di Baricco  La Repubblica 16/11/02
> C'era una volta il Baricco-West Il Corriere 16/11/02
> Storie di cowboy e pugili  Il Corriere 14/11/02
> La "City" di Baricco tra suono e leggerezza La Gazzetta del Sud 14/11/02
> Concerto di parole in nove serate firmato Baricco  La Repubblica 14/11/02
> Baricco, ovvero la parola che suona Il Nuovo 13/11/02
> A Teatro con l'incantatore Io Donna 09/11/02
> Così trasformo il mio libro in concerto  La Repubblica 09/11/02

Commenti sul City Reading Project

Ecco alcuni dei numerosi commenti giunti ad OceanoMare, ad opera di:
Valentina
Michela
Antonella
 
Antonella - Vorrei sapere a chi posso rivolgermi per far pervenire a Baricco il mio disappunto e disistima perché sabato 23 novembre  al Teatro
Valle di Roma non ha eseguito il suo "intervento finale" previsto  sia nel programma scritto, che confermato al momento dell'acquisto dei  biglietti.
Fra l'altro Baricco era presente in teatro quella sera e nessuno  ha comunicato la sua non performance. Mi sembra un caso di  "pubblicità ingannevole" (io mi sono spostata da Milano appositamente per  poter assistere al suo intervento, più che per il resto della serata). 
torna all'inizio
Michela - Ebbene sì, io c'ero! Domenica 24 Novembre, ore 17.00, Teatro Valle a Roma, ultima delle nove rappresentazioni del City Reading Project, ultima delle tre dedicate a "Ring".
Sono trascorse ormai 48 ore. Ancora non riesco a togliermi di dosso lo stupore.
Confesso che non sapevo esattamente cosa aspettarmi da questo progetto. Così sono partita cercando di non aspettarmi assolutamente nulla. E quello che ho trovato è stato veramente eccellente.
Lo spettacolo è diviso in tre parti. O, meglio, in quattro parti.
Nella prima parte, dall'impronunciabile titolo di Wizwonk, in centro alla scena una strana impalcatura con alle spalle un telone su cui è proiettato uno sfondo blu e l'ombra di corde da ring, vista da un'angolazione di 45°. Sull'impalcatura tre persone: due uomini e una ragazza, gambe penzoloni. I due uomini sbucciano patate. La ragazza legge, senza leggere, la parte di City in cui Gould aspetta il suo turno dal barbiere. I due uomini, di quando in quando, cioè quando nel libro è il turno della box, parlano di Mondini e della sua vita e di come avesse iniziato ad allenare Larry Gorman. Come si può fare tra amici che si incontrano in un bar o tra due garzoni mentre sbucciano patate. Tutto molto surreale. Che sensazione strana sentire City…cioè, non leggerlo ma sentirlo…emozione…strana emozione…
Nella seconda parte - quella che francamente, insieme all'ultima, ho gradito di più in assoluto - che di titolo fa Vram - sul palco solo Giovanni Collima e il suo violoncello. Una voce registrata scandisce i pensieri di Larry mentre corre. Fiato corto e spezzato proprio di chi è sottoposto ad uno sforzo fisico. E il violoncello…ora non vorrei sembrare eccessiva ma…immaginatevi una musica che sottolinea la voce che corre fondendosi con lei nella corsa al punto che, chiudendo gli occhi e non ascoltando le parole ma solo i suoni, mi è sembrato di correre davvero…insomma…non so se mi sono spiegata…se non mi sono spiegata, meglio, così se Baricco rimette in scena C.R.P. lo andate a vedere…anche solo per cercare di capire cosa diavolo volevo comunicare…
Terza parte. Titolo: Radio KKJ. Due persone sul palco, sedute a un tavolo con dei microfoni davanti. Uno è Dan De Palma - il giornalista sportivo - l'altro è Larry. Un violoncello vaga alle loro spalle, con incluso violoncellista naturalmente, a dipingere note e sottolineare momenti. E' l'intervista che Larry rilascia a Dan alla radio.
Ecco, questo in sintesi lo spettacolo. Magari descritto così pare poca cosa. Ma mi ha fatto emozionare. Mi sono sentita prendere per mano e portare in City e in una dimensione che non era libro e non era teatro e non era musica. Non so di preciso cos'era. Ma era affascinante e faceva venire voglia che non finisse.
Poi c'è stata la quarta parte. Alessandro Baricco è spuntato da dietro gli attori, dopo aver lasciato loro godere dei ripetuti e caldi applausi. Un libro in mano. E si è messo a leggere. Ha letto il capitoletto in cui Shatsy porta Gould a (non)mangiare un hamburger. Lo ha letto alla sua maniera. Lo ha letto ridendo molto di alcune battute, ammettendo che si era divertito un mondo a scriverlo, quel capitoletto lì. 
E' sempre un piacere enorme sentire Baricco che legge. 
Fine. 
E poi applausi. Applausi. Applausi.

L'amica con cui sono andata a teatro mi ha poi quasi trascinata dietro le quinte, dopo che quasi tutto il pubblico se n'era andato. Un Baricco sudato e sorridente mi ha autografato il biglietto dello spettacolo ed io non sono stata in grado di spiaccicare nemmeno una parola.
Ma questa è un'altra storia, come si dice di solito…..
torna all'inizio
Valentina - 15.11.02
Piccolo teatro all'italiana. Una platea piccola che si sviluppa in altezza.
Bei colori di tradizione: oro e rosso. I palchi sono gemiti da persone con gambe rattrappite e gomiti puntati a sostenere lo sguardo sul palco. Questo è una straordinaria pedana di legno con pochi indizi di scenografia. Tre impalcature, una chitarra, una tastiera. Tutto qui.
Stasera si recita Western. Tre miracoli cuciti da poche pagine. 
Prima tre donne si sfidano con tonalità differenti, incalzano l'una sull' altra con la voce e con i movimenti. Le impalcature sono ostacoli del corpo, fanno sprigionare tutta l'energia che scoviamo negli occhi.
Poi buio, una registrazione riempie il vuoto di assenza fisica. La voce dell'autore si legge. Peccato! Non si sente. Solo per vecchi maniaci divoratori di libri è facile capire, con la memoria che sostiene la comprensione.
Poi un uomo e una donna raccontano "Bella la puttana di Closingtown". Ora pochi movimenti. Si oscilla dalla voce dolce femminile più animata, alla voce calda maschile, ferma come il fuoco nel camino, immobile, ma arde di insofferenza.
Costumi semplici. Piedi nudi per lo più. Scarpe che si sciolgono per liberare i passi a tempo di musica. Note liberate dagli Air, buffi e assenti artisti francesi, buttati lì come una manciata di prezzemolo sul tiramisù.
Stonano sul palco di teatro. In realtà sembrano distanti da ogni qualsivoglia esibizione. Facce distanti, ma musica presente, coinvolgente, componente che arricchisce questo progetto. Nel complesso corto, ma ben fatto. Peccato ancora per la voce soffocata da Baricco.
In attesa delle altre due puntate.

20.11.02
Osservo le foglie d'autunno volare nell'aria, scandalosamente simili a fiocchi di neve, navigano sospese alla ricerca sempre più lontana di un atterraggio di fortuna. La vista di questo arcobaleno lento mi ha portato tra le luci e lo sfarzo di vestiti d'occasione. Sempre il piccolo teatro all'italiana a metà tra il goffo, il tradizionale o semplicemente cilindrico.
Straordinario sempre il palco, distese di tavole di legno da solcare, di nuovo un'impalcatura, stavolta a sostenere un banco con alle spalle una grande lavagna. La musica accompagna l'entrata dell'autore.Niente note dal vivo. Questa volta c'è solo un sottofondo d'inizio e uno di fine. Sto mangiando pizza mentre penso a Mondrian Kilroy, autore del saggio sull'onestà intellettuale e l'unico vero testimone di cosa accadesse durante un crossing act.
Voce.
Intonazione.
Vibrazione.
Gesti.
Qualche sorso d'acqua.
Proprio questo immaginavo, sentire Alessandro Baricco leggersi è uno degli spettacoli più inebrianti e soddisfacenti che abbia mai visto. I polmoni fremono di sospiri, le bocche fanno scappare continue risate, ogni fossetta si rigenera nel buon umore che sale dalla platea trai palchi. Meraviglia.
Ecco cosa è. Meraviglia di sentire esattamente la voce che pensiamo di sentire mentre lo leggiamo. E ora finalmente è proprio la sua voce a leggere quello che noi apprezziamo, ma che comprendiamo fino in fondo solo ed esclusivamente ora.
Mi è successo di registrare su nastro una lettera che ho scritto. Risultato, era ancora più mia. City questa sera era ancora di più un'opera di Baricco, ma che lui ci ha sapientemente regalato, facendocela apprezzare ancora di più.
-Grande!- avrebbe detto Shatzy
Grande!


24.11.02
Domenica uggiosa, calda ma impressionantemente invernale. Il tepore del velluto rosso solletica il sonno del pomeriggio, ma la curiosità e il vociare dei miei coinquilini di palco mi tengono sveglia. Sipario aperto. Una pedana stretta e lunga è sospesa. Due ciotole bianche sopra. Poche patate dentro. Prima dello scoccare dell'inizio si affacciano gli attori, chiacchierano tra loro, come facciamo noi spettatori. Mostriamo identica curiosità. Anche se la loro emozione non trapela, anzi sono già parte in gioco. Anche l'autore calpesta il palco, ma non proferisce parola.
Si parla di boxe.
Di nuovo, tre episodi divorano trenta minuti ciascuno.
Dietro i primi tre protagonisti tra parole e patate da sbucciare, uno schermo proietta un'immagine fissa. l'angolo del ring. La ragazza, volutamente incapace di immobilità, conquista l'attenzione con la storia del barbiere e i suoi minuscoli me interminabili gesti. Due uomini pelano patate e presentano Larry Lawyer Gorman. 
Sipario. Luci. Buio. Sipario.
Collima suona il suo violoncello e una voce nel buio corre. Corre perché ha fretta. E la boxe la fai quando hai fretta. Sipario. Luci. Buio. Sipario.
Una cattedra verde e marrone, due microfoni. È una stazione radiofonica. L' ultima intervista a Larry. Nel buio Collima suona camminando. Nel buio un' attrice aspetta immobile il tempo per la sua battuta.
Fine.
Emozioni si sciolgono in applausi. Esce l'autore e sfila con gli attori. Ringrazia tutti. Ma trova il suo modo per ringraziare gli attori. Legge per loro.Legge City per loro.
Ogni tanto ride. Ogni tanto ricorda quanto lo aveva fatto ridere quella cosa che aveva scritto.
Il pubblico ha commoventi sorrisi ebeti sul volto.l'affabulatore ha fatto di
nuovo centro.
Tutti aspettano ora.
Tutti aspettano un'altra occasione.
Tutti restano sempre e comunque paghi delle sue pagine, dove ora ritroveremo anche quei volti, quei gesti, quei suoni e, perché no, anche le risate di Baricco.

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