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di Rodolfo di Giammarco
Data di pubblicazione: 16/11/2002

Dal teatro Valle per il Romaeuropa Festival è andata in scena la prima parte di 'City Reading Project' - Storie da vecchio West nel teatro di Baricco 

ROMA - Il debutto del City Reading Project ideato da Alessandro Baricco al Teatro Valle nel quadro di Romaeuropa Festival 2002 è basato su tre spezzoni avventurosi e bruschi del libro "City", su tre movimenti sonori di fluxus elettronico, su cinque tecniche d' un mettere in voce wilsoniano più un monologo registrato beckettiano.
In effetti i realizzatori, lo stesso Baricco, la regista Lorenza Codignola e la coreografa Raffaella Giordano nella messa in scena di questo inedito western hanno ottenuto che non si recitasse ma, a dispetto del titolo-manifesto, il primo dei tre appuntamenti che si articoleranno in nove notti non è stato un reading, una lettura nel senso più inglese del termine. 
Posti su tre pedane sghembe, gli attori non hanno letto, ma detto, evocato, scandito a memoria alcuni paragrafi del romanzo di storie di Baricco del 1999, rivolgendosi sempre al pubblico come se leggessero, un po' come certi interpreti del teatro irlandese (pensiamo a McPherson). E questo procedere fondato su varie forme di "largo" narrativo con lievi fratture jazzistiche s' è connesso sempre bene alle sequenze live dei due Air, Nicolas Godin e Jean-Benôit Dunckel, l'ala più colta della musica dance francese. La prima terna di serate è dedicata, in base a un nuovo disegno dell' autore, al linguaggio western in cui "City" volentieri indulge, con percorso inverso, qui, a quello cronologico del libro. 
Il sottoparagrafo iniziale è "Caccia all' uomo", e tratta le incessanti e meticolose pagine di un pedinamento nelle praterie e nei villaggi che segue all' orrida uccisione di un ragazzo undicenne: la fantasia di Shatzy, l' anima descrittrice cui Baricco s' affida, struttura un duello infinito tra sceriffo e indiano sospetto, una spirale di avvistamenti e di tragitti cui danno voce al femminile la pragmatica Tatiana Lepore, la fabulatrice Moira Grassi e la "contorsionista" Alessandra Casali. Poi è la volta di "Bird", e il palcoscenico è al buio tranne una fioca lampadina che pende in mezzo, e non c' è nessuno tranne l' amplificazione di un brano degli Air e di un a solo registrato, coi timbri e la calma di Baricco. In questo caso è il ritratto di un vecchio pistolero pieno di fascino, cui Shatzy promette un modo bellissimo di morire. 
La terza tranche è "La puttana di Closingtown", con interventi di una straniata Sara Valbusa e di un conciliante e giovane Simone Gandolfo, con gli Air sempre a ridosso: ora la crudezza si sposta verso orizzonti trash, con il racconto raccapricciante di una prostituta stuprata con una pistola e uccisa da cinque proiettili nel sesso. Un' ora e dieci in tutto, che il pubblico mostra di apprezzare molto. Un' esperienza seria, non dandistica, che promette bene anche per i prossimi capitoli.