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RINASCIMENTO
Durante questo periodo, il gatto iniziò a riguadagnare il suo spazio come animale da compagnia nell'ambito di una rivalutazione a carattere scientifico di un po' tutti gli animali.
In Francia e in Inghilterra divenne alla moda possedere un
gatto. Molti scrittori, possessori di gatti, iniziarono a ispirarsi a loro e
alle loro affascinanti qualità per le loro opere. In Francia il cardinale Richelieu fu noto per le sue attenzioni a per il suo amore verso i gatti. Sporadicamente il gatto inizia a comparire in opere d'arte. Queste il più delle volte sono a carattere religioso e ritraggono il gatto marginalmente o addirittura in atteggiamenti legati alle tradizioni demoniache del medioevo. Nelle opere non religiose di questi secoli il gatto è ancora rappresentato nei suoi atteggiamenti tipici di cacciatore e mai a diretto contatto con l'uomo come un'animale da compagnia o eventualmente vicino a un focolare, come invece verrà sempre ritratto nei secoli a seguire. Purtroppo ancora sono vive molte delle credenze medioevali legate ai gatti. Specialmente nelle campagne, il gatto riesce a sopravvivere solo grazie alla sua capacità di cacciatore di topi. Tuttavia rispetto al medioevo, in questi secoli, inizia per gatto una inarrestabile riabilitazione che trova nella letteratura la sua leva più forte ritraendo il gatto con quei caratteri con cui lo conosciamo oggi.
ROMANTICISMO
Nel XIX secolo si inizia a delineare una mentalità ed un sentimento che aggiunge alla figura del gatto utile anche quella di animale da compagnia. Questo suo ruolo è tale quasi esclusivamente nelle città presso le famiglie di livello culturale più alto come scrittori e artisti. Per contro nelle campagne, il gatto viene visto sempre e solo in veste di cacciatore di roditori.
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