©(1986)  

Prose poetiche - Remil  


LA STANCHEZZA

La stanchezza Mosche d'estate Ti ho visto andare via L'assenza
Non c'è nessuno Prima d'addormentarmi Donna di periferia Alla porta del tempo
Semplicemente Nel metrò Cittadino notturno Lasciate stare il poeta
Confusione mentale Un uomo stanco

 

                      LA STANCHEZZA  

 

Quando la citta’ stanca

t’accorgi che la vita e le cose che ami

     non sono altro che punti disperati

    che si uniscono vertiginosamente

    fino a formare il cerchio della noia

            dove muovi i tuoi passi

                in attesa della fine.


MOSCHE D'ESTATE

 

Pomeriggio d'estate.

Tra noia e fumo

si vizia intorno l'aria.

Le mosche sui seni

non ti fanno dormire.

Tu e lui

a letto

d'estate

col sudore sui corpi.

La fronte e le mani sudate

d'un sudore umido

che t'incolla il lenzuolo sul fianco.

L'estate.

Tu e lui insieme

con le mosche che vi tormentano il sonno.

Un motore stonato porta via il silenzio

e una voglia di smetterla

nasce nell'aria.

Un desiderio di urlare

di fumare

ma il caldo vi opprime

e restano vani

gli scatti nervosi del corpo

per cacciar via le mosche

che vi punzecchiano sottilmente la pelle.

E la colpa di tutto

la date all'estate

al caldo

al sudore

al desiderio di fare qualcosa di grande

di nuovo

di strano

e restate li'

con i vostri problemi

di miseri intellettuali

con l'amore a cambiali

e gli eterni problemi del piacere

mentre queste mosche nauseanti

vi disturbano i sogni

ripescati nella memoria.

Tu e lui l'estate

come morti

qui

a cercare l'amore che non viene

mentre ti masturba stancamente

con la tua mano addormentata sul suo pene

e le mosche

che non si fermano un momento di ronzare,

di ronzare,

di ronzare maledettamente.


 

TI HO VISTO ANDARE VIA

 

T'ho vista spostare

le tue cose con indifferenza.

Fuori pioveva.

Era il nostro inverno

che accompagnava in silenzio

il nostro stanco addio.

T'ho vista riempire la tua valigia.

Non hai dimenticato nulla.

Ho provato a sorriderti,

a sfiorarti i capelli,

a chiuderti le mani,

Poi ti ho aiutata

e t'ho visto andare via.

Il mio sguardo t'ha seguita

fino a che la strada

non si e' congiunta con l'orizzonte,

poi mi sono seduto

mi sono acceso una sigaretta

e prima che spiovesse

mi sono addormentato.


 

L'ASSENZA

 

Non qui, fa troppo male!

Solo un letto d'erba e stelle.

Non qui

mia compagna eterna,

non piu',

fa troppo male!

Solo quando complete

scenderanno le ore dell'assenza

cerchero' il sonno che da' quiete


 

NON C'E' NESSUNO

 

Non c'e' nessuno!

Le pietre le case le macchine.

Non c'e' nessuno!

I sogni le parole le speranze poi la certezza:

Non c'e' nessuno!

Il pianto la gioia l'amore la fine.

Non c'e' nessuno.

Gli anni il tempo che passa il silenzio la morte.

Non c'e' nessuno.

Ma chi ha vissuto in questa casa?

Il silenzio parlo'

quando gia' avevo voltato le spalle.

Nessuno ascolto' la risposta.


 

PRIMA D'ADDORMENTARMI

 

Prima che io m'addormenti

me ne vado via

e non torno che al mattino

quando mi sveglio

e sento sempre piu' venir meno

la forza per vivere

la nostra morte quotidiana.


 

DONNA DI PERIFERIA

 

Donna di periferia

penosa e irriverente.

No non ce l'ho con te.

Credimi, ti voglio bene.

Amo la tua giornata impossibile

fatta di coraggio e paura.

Amo la tua certezza

d'un giorno migliore

e la tua rassegnazione

quando sei delusa.

 

Donna di periferia

cosi' sfrontata e leale

cosi' schietta

cosi' normale.

Non offenderti,

mi sei cara

nonostante il tuo rossetto assurdo

e quell'incredibile vestito

da grande magazzino.

Mi hai messo in difficolta' oggi

chiedendomi l'amore.

Nessuno me l'aveva mai chiesto cosi'.

 

Donna di periferia

cosi' semplice e vera,

cosi' donna;

io cosi' cerebralmente compresso

da amori falsi nascosti repressi.

 

Donna di periferia,

mia donna,

tu non sai

come ho vissuto l'amore finora.

Non essere cattiva.

Porto ancora con me

la tua risata beffarda

quando ti ho detto

che non era il posto giusto,

che non era l'ora giusta

e sono andato via

perche' non sono piu' abituato

alla verita'

d'un momento d'amore spontaneo.

Perdonami,

donna di periferia,

perdonami!


ALLA PORTA DEL TEMPO

 

Alla porta del tempo mi sono fermato.

Non un passo

ne' uno sguardo oltre.

Ho visto le vostre schiene

e il tuo profilo delinearsi

e poi sparire.

Alla porta del tempo

ho seminato il mio amore

come un contadino su terre senza speranza.

Alla porta del tempo

mi sono seduto

aspettando un tuo ritorno

mentre il tempo

chiudeva la sua porta sul mio viso

su tutto il mio corpo

avvolto nell'ombra.


SEMPLICEMENTE

 

Lui

e' semplicemente lui.

Avanti a te.

E'stanco.

Ha lavorato.

vuole dormire, ma non puo'.

Non puo' farlo

perche' tu mangi

e ti guarda mangiare

sorridere

vestirti

spogliarti

e rivestirti ancora

e ti guarda uscire.

E lui si addormenta

aspettando che torni.

Poi,

semplicemente

come ha sempre fatto

aspetta la sua cena

e ti guarda cucinare

apparecchiare

servirlo

e ti sorride con la semplicita'

che lo ha sempre distinto,

con la semplicita'

che tu amavi

ed ami

e lui ti guarda

t'abbraccia

e va a dormire.

E lo vedi lavarsi

spogliarsi

fumare

leggere

chiudere la luce.

Un giorno, forse tra due...o tre

semplicemente

cosi'

vi ucciderete!


NEL METRO'

 

Com'e' difficile morire tra la gente

quando la morte

e' il gesto e le parole

degli uomini senza senso,

quelli che ti guardano

con gli occhi sapienti della civilta'.


CITTADINO NOTTURNO

 

Mio Dio

accogli questa pena:

di notte tutto puo' sparire

meno l'ansia

di restare prigioniero ugualmente!


LASCIATE STARE IL POETA

 

Lasciate stare il poeta

dove si trova.

Nudo o vestito,

sveglio o dormente

lui non e' mai come lo vedete

come lo vorreste.

Lui e' sempre altrove

e sempre dall'altra parte.

Non vi volta le spalle

vi chiama.

Non piange

e' felice.

Non ama mai una cosa sola

poiche' morrebbe.

Lasciatelo com'e'.

Il poeta e' sempre stanco

ecco perche' talvolta

s'abbandona al dolce vizio d'uccidersi,

perche' per lui la vita

e' vivere costantemente

la propria morte.


CONFUSIONE MENTALE

 

Non sento niente.

Non sopporto niente.

Non percepisco nessun odore.

Non vedo niente,

eppure sono vivo

come un deserto senza sabbia.

Eppure sono vivo

come un letto senza amanti.

Eppure sono vivo

come un uomo

senza piu' se stesso.


UN UOMO STANCO

 

Sono un uomo stanco.

Lasciami stare.

Non amarmi.

Non vedi che il tuo amore mi uccide?

Le tue premure mi annoiano.

Sono un uomo stanco

senza cibo

senza soldi

senza fame

senza speranza e senza sogni.

Cosa vuoi?

Non cercarmi.

Voglio solo dormire.

T'accorgi che neanche t'abbraccio?

Che non parlo,

non sento,

non vedo niente.

Voglio solo tacere

chiudere gli occhi

e lasciarmi andare.

Tu va' via.

Non ti sopporto.

Non sopporto nulla di te e di me.

I tuoi occhi e le tue forme,

le tue labbra ed il tuo corpo,

non m'importa nulla.

Sono un uomo stanco

che muore in questa citta' stanca

senza voglia di vivere questo secolo,

senza amore per nessuno,

senza cervello,

senza latte,

senza cazzo,

senza cappello,

senza fede,

senza tetto,

senza cielo,

senza,

senza,

senza,


Prefazione Parte I (L'amore) Parte II (L'illusione)
Parte III (La ribellione) Parte IV (La stanchezza) Parte V (La violenza)

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