:Intro:

«Edipo Re» di Sofocle
«Nàvrat - Il Ritorno» di Peter Jilemnický
Definizione dei caratteri e messa in relazione dei personaggi

Sofocle e Jilemnický a confronto
Il senso del cambiamento
Prima e dopo il muro: un Edipo Occidentale
Conclusioni

 


Da Sofocle e Jilemnický alla realtà di oggi




Alla luce di quanto detto fino ad ora, possiamo abbozzare un’analisi del nostro mondo e quindi della società in cui viviamo, relazionata al racconto di Jilemnický (cultura del villaggio) e all’Edipo di Sofocle (l’uomo nuovo che torna).

La storia dell’uomo è sempre stata anche una storia di migrazioni, volontarie o forzate. Tutto questo movimento di popolazione da un capo all’altro della terra, ha portato, e porta tutt’oggi, inevitabilmente ad uno scontro-incontro di culture, di idee, di concezioni della vita differenti, che a loro volta, giustapponendosi o fondendosi le une alle altre, danno vita a nuovi ideali e a nuove realtà (sovvertimento della tradizione – acquisizione di nuovi valori). Il mondo in divenire è una realtà sociale che non può essere trascurata.

Se fino agli inizi del secolo scorso spostarsi da un paese all’altro poteva rappresentare un problema e, in ogni modo, richiedeva tempi dilatati (quindi anche il mutamento sociale richiedeva più tempo e permetteva un accomodamento dei nuovi valori in seno a una società), oggigiorno il fenomeno è maggiormente facilitato da mezzi di trasporto ultramoderni, dalla globalizzazione in atto e soprattutto dalla tecnologia sempre più avanzata (i vecchi valori cadono repentinamente e sono sostituiti da nuove forme di comportamento malamente assimilate e spesso in netto contrasto con la tradizione di un luogo).

L’interscambio di informazioni e pensieri in tempo reale porta a conoscere altre realtà e a mutare il proprio modo di vedere il mondo. Nell’andare incontro all’altro uscendo dalla propria quotidianità per scoprire il diverso, si entra quindi in un processo temporale che implica un continuo flusso in divenire caratterizzato da movimento, mutamento e trasformazione. Tutto questo porta a costruire una concezione nuova del mondo in cui si è abituati a vivere e del mondo che vive al di fuori dalle abitudini quotidiane.

Questo cambiamento, se da taluni può essere visto come un segno di progresso, spesso nasconde tra le sue trame un disegno ben diverso. Ne è una dimostrazione il cambiamento strutturale avvenuto nell’Europa dell’est dopo la caduta del muro di Berlino. Noi, proseguendo nel nostro lavoro, abbiamo potuto mettere a confronto il positivo e il negativo nei cambiamenti avvenuti in seno alla Slovacchia partendo da due domande ben precise.
2. Cosa è cambiato e cosa sta ancora cambiando?



Abbiamo intervistato parecchie persone adulte dentro e fuori la scuola per poter comprendere come si viveva prima della caduta del muro, durante gli anni del regime. In seguito, abbiamo sottoposto la seconda domanda ad un altro gruppo di persone miste: adulti e giovani per poter produrre un confronto e abbozzare un quadro di quel che è accaduto e che sta accadendo nel nostro paese.


Ecco i risultati:



prima della caduta

attorno alla caduta

dopo la caduta

aspetti positivi

La vita comunitaria era più sentita: ci si incontrava più spesso tra amici dopo il lavoro (il lavoro finiva e non se ne parlava più fino al giorno dopo).

C’era più tempo da dedicare alla famiglia e agli hobby.

Si organizzavano spesso feste della ditta.

La tradizione di paese era molto più sentita. Oggi molte persone sono venute a vivere in città e quindi non hanno più tempo per seguire gli usi e i costumi tipici della campagna.

I programmi televisivi per l’infanzia erano fatti meglio e vertevano ad un discorso più educativo. Oggi manca un po’ di censura.

Il regime faceva molto per l’infanzia: colonie, campi estivi, vacanze nei centri delle diverse ditte. Il tutto era gratuito o richiedeva un contributo minimo da parte delle famiglie.

La criminalità era molto minore: la sera si poteva andare in giro tranquilli. Poteva succedere qualcosa di spiacevole, ma le probabilità erano molto minori di oggi.

Con l’avvicinarsi dell’89 le cose miglioravano. Da quando Gorbaciov è salito al potere si è sentita aria di cambiamento. All’interno del sistema c’era più apertura. Qualcuno ha capito subito che stava per cadere il muro e che la disgregazione dell’URSS era vicina. Molti non credevano fosse possibile: la propaganda ci aveva fatto credere che l’URSS fosse un blocco indistruttibile.

In Slovacchia, già durante il regime, la gente criticava abbastanza apertamente i politici. La Sicurezza Statale (Štátna Bezpecnost – ŠTB) era abbastanza tollerante.

L’89 ha segnato una grande euforia a livello popolare. Le frontiere sono state aperte subito il giorno dopo la dichiarazione della caduta del muro. Per viaggiare in Austria non serviva più un visto. Ci si sentiva uniti: la gente ha iniziato a rendersi conto della propria nazionalità (non nazionalismo, ma coscienza di sé in una nazione).

La libertà imprenditoriale ha aperto molte porte.

La merce sul mercato è aumentata esponenzialmente e con essa anche la varietà. La libertà di movimento ha permesso a molti di conoscere il mondo esterno rendendosi conto dell’as-surdità della propaganda.

È stato favorito lo studio di lingue straniere.

C’è stata data apertura verso il mondo occidentale.

Molti dei vantaggi apportati dalla caduta del muro sono ormai una routine e quindi non ce ne rendiamo più conto.

(In linea di massima, tra le persone adulte, si riscontra una certa titubanza. Qualcuno ha addirittura dichiarato che il cambiamento ha portato più lati negativi che positivi al nostro paese).






aspetti negativi

La mancanza di proprietà pubblica non permetteva di apprendere il senso di responsabilità sul lavoro.

Mancava la motivazione (se lavoro o no, sono pagato ugualmente) per cui si produceva il minimo senza voler produrre di più.

Durante il regime, alla gente è stata tolta la terra. Quando si è parlato di restituirla, molti non l’hanno voluta indietro poiché ci sarebbe stato troppo lavoro da fare. Le cooperative che la lavoravano prima dell’89, producevano il necessario per tutta la popolazione.

Durante le cooperative molti operai rubavano per compensare gli stipendi molto bassi.

Non si poteva praticare la propria religione anche se c’era chi andava in chiesa. I preti c’erano ma erano pochi.

Gli insegnanti e i poliziotti non potevano andare in chiesa.

C’erano spie dappertutto che denunciavano chi andava in chiesa.

Durante il regime viaggiare liberamente era vietato. Anche nei paesi del blocco si poteva viaggiare solo a gruppi organizzati. Da soli si poteva andare in Polonia,

 

I prezzi sono aumentati velocemente e con essi anche la criminalità.

È aumentata velocemente anche la corruzione bassa.

Il mercato è stato invaso da una quantità maggiore di merce ma spesso di II o III categoria. Prima la merce era brutta da vedere ma di buona qualità. Ora, invece, è il contrario.

I programmi televisivi sono pieni di violenza o raccontano storie da telenovela. Il livello della lingua è molto basso e i contenuti sono deleteri.

La scelta di libri è aumentata, ma la qualità è scaduta. Le traduzioni non sono più curate come un tempo e molti libri per bambini importati dall’Occidente e tradotti, hanno un livello di lingua bassissimo.

La criminalità è in aumento e con essa il consumo e la vendita di droghe, la corruzione e la mafia.

Le grandi industrie e i grandi commerci occidentali entrano nel sistema e distruggono i piccoli imprenditori.

Il consumismo distrugge i nostri vecchi valori tradizionali.

Le cooperative alimentari non funzionano più. Erano già poco efficaci prima benché sovvenzionate dallo stato. Oggi non ci sono più sovvenzionamenti statali per cui non vale più la pena produrre.






aspetti negativi

Germania dell’est, Ungheria ma la Jugoslavia era vietata e per la Russia serviva un visto. In Romania non si andava perché si rischiava di non trovare da mangiare. Anche in Bulgaria la situazione era precaria: chi ci andava, si portava quasi tutto da casa. Si trovavano solo i generi di primissima necessità.

Nei negozi mancava la merce. Bisognava fare delle code lunghissime anche per prodotti banali. A volte si stava per dei periodi in cui mancava la carta igienica o altro…

Bisognava attendere molto tempo per avere un visto per l’estero e non si poteva partire senza una garanzia economica.

I modelli dei vestiti erano tanto brutti che spesso per vestirsi decentemente era necessario modificarli da sé.

Le riviste di moda estere (es. Burda) erano vietate. Quando se ne trovava una era come se fosse Natale.

I libri costavano poco e così anche i dischi, ma la scelta era limitata a quello che la censura permetteva.

I dischi dei Beatles, per esempio, si potevano trovare, ma costavano talmente cari che pochi se li potevano permettere.

aspetti negativi

I film occidentali arrivavano solo dopo aver passato il taglio della censura e non erano molti.

La propaganda affermava che i capitalisti sfruttavano la gente, non la pagavano abbastanza, che al di là del muro la disoccupazione era molto alta e che tutti gli occidentali invidiavano il sistema russo. Era la negazione della libertà.






Volendo riassumere il pensiero dei tre strati principali di popolazione, ne risulterebbe che:



fascia anziana

fascia adulta

fascia giovane

 

Nostalgia: sindrome del cane alla catena (tenuto per anni legato, una volta liberato gode dei primi momenti di libertà e poi torna dal padrone per farsi nuovamente legare).

Abituati a uno stile di vita con poche responsabilità perché lo stato pensava a tutto, vedono il mondo di oggi come una specie di mostro che fagocita ogni sicurezza.

Rimpiangono i vecchi valori e la tradizione perduta.

Stimolo: sfruttare nuove occasioni e accettare la sfida della novità.

In generale sono contenti del cambiamento perché molti possono godere del terreno fertile prodotto dal crollo del regime e quindi hanno la possibilità di mettersi in affari e di diventare produttivi.

Vivono i nuovi valori anche se si trovano in bilico tra la vecchia tradizione e la tradizione che si sta costruendo con il loro nuovo genere di vita.

 

Confusione, indifferenza: per molti l’ombra del regime è solo un capitolo di storia passata. Pochi l’hanno vissuto sulla propria pelle (anche se per un tempo limitatissimo) e subiscono semplicemente il riflesso portato dal vissuto dei genitori.

La società consumistica ormai radicata ha permesso un accumulo di ricchezza e quindi un maggiore mercato al quale questi ragazzi sono sottoposti. Molti di loro si lasciano assorbire dal sistema e ne diventano vittime inconsapevoli. Altri si rendono conto del pericolo, ma non hanno i mezzi per fronteggiarlo.






Schematizzando il discorso in relazione al tema letterario analizzato