....VERSI LIBERI.... by Lilith

Oscure forze lacerano la nostra anima
Si contendono lupi bramosi
Di carne sanguinolenti brandelli
In sé raccoglie straziata
Una triste creatura
Sempiterno l’orrore
E la sublime bellezza
Mille e più anime si dibattono informi
Di vite trascorse ricordi
Di ciò che fu fantasmi
Di un tempo felice
Illusioni
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DIAFANA LA LUNA
Diafana la Luna sorride malinconica alla sua corte
Di stelle
Talvolta concedendosi alla vista dell’uomo
Per ascoltare il canto dei suoi figli che l’invocano
Schiava di Apollo
La tenebra il suo regno
La notte la sua vita…
Rispecchiandosi negli occhi di chi l’osserva
Scorge la bellezza e il potere che le appartengono
E in quegli sguardi
Quando l’alba giunge a condurla ai suoi ceppi
Velandone lo splendore
Può sopravvivere
Nell’attesa di ricongiungersi con i suoi figli…
Diafana la Luna sorride malinconica alla sua corte
Di stelle
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Schiere di demoni e oscuri folletti
Danzano
Nelle lande dello spirito tenebrose
Dall’alto di un trono di fumo
La sofferenza osservo despota aleggiare
Sulla vacuità del mondo
Anello dell’infinita catena che
Al suolo ci costringe
Il cuore nel petto in incessante rogo da fiamme lambito
Da una fredda goccia salata trafitto
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La malinconia divora la nostra anima
Come vermi un cadavere in decomposizione
Al mondo venuti per vivere nella tristezza
Ci nutriamo di chimere
Illusioni di attimi di felicità
Squarci di luce durante un temporale
Veloci fuggono dalle nostre mani
A trattenerli invano tese.
Mestamente il capo chinando
Ad anelare torniamo
il Tempo indistinto che fu
E che forse mai sarà
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Tra lande brumose sperduto
Spirito tremante vaga
Solitario viaggiatore, errante cavaliere
In bramosa ricerca di chimere
Nel sole dormiente chiarore non vede
Ma della marcescenza del mondo la piaga
Di nebbia il cuore in spire avvolto
A dolce misericordia più non crede
Ma domanda al cielo di rosso imbrattato
“dov’è la mia fede?”
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Ella tace
Al mondo cantando parole
Che orecchio mortale non ode
Parean le pallide membra
Di sonno placido dormienti
E dolce di labbra rosea la piega
A carezze d’amante invito
Ella tace
Nell’aere levando pensiero
Che occhio mortale non vede
Avea in siffatto abbandono
Dell’ora d’amore il languore
E abbassate le ciglia lo sguardo a celare
Di chi al sogno s’appresta
Ma traccia nel petto non v’è
Là dove ella giace
D’ansante respiro
Né palpito alcuno
E virgineo candore intatto conserva
Silente nei guanciali a lei
Per sempre scarlatta dimora

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