Nell'ideare questa sezione del sito, mi sono più volte chiesto da dove iniziare. I chitarristi validi da ricordare ed analizzare sono così tanti, e mi risultava difficile sceglierne uno piuttosto che un'altro cui attribuire il titolo di eroe tra gli eroi. Chi scegliere: il più tecnico? il più veloce? il più eclettico? il più originale? il più strano? il più che cosa!!??!! e che cosa vuol dire il più? Così, per inaugurare questa rubrica, ho deciso volutamente di trascurare i "soliti" Page, Blackmore, Vai, Satriani, Hendrix, Clapton, che comunque troveranno sicuramente posto in avvenire, e di accendere per contro un riflettore su un artista forse non conosciuto come i precedenti, in quanto prematuramente e tragicamente scomparso a soli 25 anni, ma che per me rappresenta uno dei più validi esempi che tecnica e feeling possono coesistere fondendosi in un'espressione artistica assolutamente coinvolgente ed emozionante. | |
Ho amato Randy Rhoads sin dal primo solco
di vinile che ho udito più di vent'anni fa. Nei pochissimi anni di
carriera ci ha lasciato testimonianza di una classe cristallina ed una
passionalità immensa. Non oso pensare a che cosa ci avrebbe potuto
regalare se fosse vissuto ancora per molti anni.
...e come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose... God Bless You Randy.
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GENNAIO 2005 - RANDY RHOADS |