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Il termine gengivite sta ad indicare l'infiammazione delle gengive che inizia intorno al colletto del dente e causa emorragie; se non è curata (vi sono particolarmente soggetti gli anziani), può provocare danni permanenti alle gengive e caduta dei denti.
Come si manifesta?
I sintomi più frequenti sono sensibilità spiccata, sanguinamento delle gengive e
dolore all'atto della masticazione, mentre il segno più diffuso è un arrossamento
del margine gengivale.
La presenza di questi segni e sintomi, evidenzia la formazione di "tasche parodontali",
che sono delle aree di raccolta dei batteri responsabili di questa malattia, i quali
trovano il loro habitat ideale in quelle zone in cui l'abbondanza di residui di cibo
e la scarsa presenza di ossigeno, gli permettono di sopravvivere e riprodursi in
grande quantità.
Se non si inizia tempestivamente una cura, nelle tasche gengivali si può formare
del pus, che farà evolvere la gengivite in parodontopatia cronica, uno stadio della
malattia parodontale in cui i denti, avendo perso definitivamente il loro sostegno,
cominciano a muoversi spontaneamente.
Qual'è la causa?
La mancanza di igiene accurata dei denti è una delle cause della gengivite:
i residui di cibo si fermano tra i denti o tra i denti e le gengive, permettendo
ai batteri presenti nella bocca di iniziare la loro azione infettiva sulle gengive stesse.
Le altre cause potenziali della gengivite sono il tartaro che si deposita
sui denti, la presenza di carie e le protesi che irritano le gengive.
Se lo stato di salute generale contribuisce a causare la gengivite, è
indispensabile una visita medica.
Una dieta ben equilibrata, scarsa di cibi zuccherini e ricca di vitamine
è un buon coadiuvante nella cura dei disturbi delle gengive.
È importante sottolineare, infine, che, mentre per la gengivite la
soluzione terapeutica è relativamente semplice e poco impegnativa,
quando la malattia evolve verso la parodontite cronica, il piano di
trattamento diventa più complesso e richiede più disponibilità e
attenzione da parte del paziente.
Articolo a cura del dott. Marco Rossi |