Sistemi di Riferimento Inerziali
È intuitivo, e la nostra esperienza
quotidiana ce lo conferma, che la velocità di un oggetto può
apparire (e talvolta essere) diversa a seconda delle condizioni di moto
dell’osservatore. Basti pensare per esempio al moto dei pianeti: tutti
sanno che è la Terra a ruotare attorno al Sole, ma per noi osservatori
terrestri e facile concludere il contrario se ci limitamo a
osservare la traiettoria del Sole nel cielo (è del resto ciò che si è
sempre creduto fino alla rivoluzione copernicana); questo perché noi
stessi stiamo in moto nello spazio insieme alla Terra. È allora opportuno, tutte le volte che
si parla di velocità di un oggetto, riferire tale velocità a un sistema
di riferimento che sia fermo o perlomeno
in moto lentissimo nello spazio. Un riferimento di questo tipo
viene detto assoluto e la velocità di un oggetto misurata da un
osservatore solidale con tale sistema viene detta velocità
assoluta. Solitamente si assume come riferimento
assoluto un sistema di assi cartesiani ortogonale solidale con le stelle
fisse, un gruppo di stelle che sono talmente lontane dalla Terra che,
anche se soggette a piccoli moti, possono con buona approssimazione
essere considerate ferme. Un qualunque altro sistema di riferimento in
moto rispetto a quello assoluto viene detto relativo e la velocità
di un oggetto misurata da un osservatore solidale con tale sistema viene
detta velocità relativa. La relazione tra la velocità assoluta e
quella relativa si può ricavare dalla figura 1 , nella quale un
oggetto P si trova in un generico istante nella posizione r
rispetto al sistema di riferimento assoluto di origine O
e nella posizione s rispetto al riferimento relativo di origine
o;
se la terna in moto occupa nello stesso istante la posizione o
rispetto a quella fissa, dalla composizione dei vettori si ha: Se ora analizziamo la situazione dopo un
tempo Δt la (1) diventa
Ovvero chiamando
va
= Δr/Δt
la velocità assoluta del punto P,
va = vr + vt (2) Quando si verifica questa relazione il sistema
di riferimento relativo viene detto
inerziale
ossia è un
sistema di riferimento che non descrive un moto accelerato. Sistemi
di Riferimento non Inerziali
Quando
invece le varie velocità differiscono per singoli intervalli di tempo
allora la (2) diventa
dove aa è l’accelerazione
assoluta, cioè l’accelerazione attribuita all’oggetto in moto
dall’osservatore assoluto; ar è l’accelerazione
relativa, cioè l’accelerazione attribuita allo stesso oggetto
dall’osservatore relativo; at
è l’accelerazione
di trascinamento, ovvero l’accelerazione che verrebbe attribuita
all’oggetto in moto dall’osservatore assoluto
se tale oggetto fosse rigidamente collegato alla terna
mobile (si noti che in generale l’accelerazione di trascinamento non è
l’accelerazione della terna mobile rispetto a quella fissa). Queste
accelerazioni intervengono in tre tipi di moto: rotatorio, traslatorio o
rototraslatorio. Quando in un sistema di riferimento relativo è
sottoposto ad almeno una di tali accelerazioni, si tratta di un sistema
di riferimento non inerziale.
Nell'analisi di sistemi di riferimento relativi non inerziali rientra una particolare categoria di forze dette forze apparenti. Introduciamo questo tipo di forze con un esempio. È a tutti noto che, quando
un’automobile frena, gli oggetti posti sui sedili tendono a cadere in
avanti. L’autista solidale con l’automobile, nell’esaminare il moto
dell’oggetto nel proprio sistema O’ (sistema di riferimento relativo
solidale con l’automobile), decelerato rispetto a O (sistema di
riferimento assoluto solidale con la Terra) , si trova subito in imbarazzo
se vuole rendersi conto dell’accaduto alla luce dei principi della
dinamica. Sull’oggetto, posto sul sedile,
agiscono infatti il proprio peso e la reazione del sedile che fa
equilibrio al peso, per cui l’oggetto dovrebbe restare fermo: questo
invece non avviene durante la frenata. All’inizio della frenata l’oggetto
rispetto alla Terra conserva la velocità che aveva l’automobile prima
che iniziasse a frenare, rispettando il principio d’inerzia. Possiamo perciò concludere che le leggi
della dinamica valide nel sistema inerziale O non lo sono più nel sistema
accelerato o. Però l’autista può spiegare
l’accelerazione dell’oggetto in avanti attribuendola a una
“particolare” forza capace di produrla: il tutto viene così
inquadrato nella logica della dinamica newtoniana. Questa forza è detta
forza
d’inerzia
(in quanto come dimostrato prima serve per dare nuovamente
validità al principio d’inerzia), forza apparente o
forza
fittizia. Dalla discussione fatta emerge che la
forza apparente si manifesta nel sistema s in moto accelerato rispetto
al sistema inerziale S. Il risultato può essere generalizzato
affermando che le forze apparenti si manifestano nei sistemi o in
moto accelerato rispetto a un sistema inerziale. Nel concludere potremmo intuitivamente
affermare che una una
forza reale scaturisce dall'azione di un corpo che agisce su un altro corpo,
mentre una forza
apparente è generata dall'esistenza di un moto accelerato che che
coinvolge il sistema di riferimento relativo.
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Focalizziamo
la nostra attenzione sui sistemi relativi non
inerziali prendendo
come modello relativo una terna
di assi che si muova di moto rototraslatorio
rispetto ad una assoluta. Per poter descrivere tale moto un osservatore
solidale alla terna relativa dovrà necessariamente introdurre un
particolare tipo di accelerazione nota come
Accelerazione di Coriolis e definita come il prodotto vettoriale Pertanto la
è definita una forza apparente perché introdotta come termine
complementare dall’osservatore relativo per giustificare il moto del
corpo nella sua terna di riferimento.
Contrariamente
alle aspettative la
è molto importante per spiegare
fenomeni e comportamenti di corpi sulla Terra. Non
bisogna infatti perdere di vista che la Terra non costituisce un sistema
di riferimento, inerziale in quanto ruota intorno al proprio asse e allo
stesso tempo descrive un’orbita ellittica intorno al Sole. Pertanto
focalizzando la nostra attenzione su un corpo di massa m che si
muova in un eventuale sistema di riferimento solidale con il pianeta,
scriveremo in questo modo il teorema di Coriolis: mar =FA-mwT2R-2mwTVR sen a dove:
-mwT2R
= FT forza
apparente di trascinamento dovuta
alla rotazione terrestre, negativa perché forza centripeta; Il fatto che la Tessa
sia un corpo in rotazione è stato dimostrato in diversi modi proprio
sfruttando la forza apparente
di Coriolis.
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-| Pendolo semplice |- -| Forze apparenti |- -| Pendolo di Foucault |- | |