Persico
Fuori dallo stretto di Portovenere, prua puntata dritta
sulla Rocca della Gaiada (già Scoglio Ferale). E' così che in molti preferiscono andare
a Tramonti: con l'ausilio di una barca, o gommone, o altro rumoroso e navigante corpo
contundente che sia. Alle nostre spalle, la Palmaria. La linea disegnata dalla vegetazione
ci informa dove arriva il mare, quando si agita davvero: ed è un'altezza impressionante.
Si continua lasciando scorrere alla propria destra una scogliera scura e, malgrado ciò,
luccicante, e infinita, a picco sul mare, proprio come dovrebbe essere. Appollaiata su uno
dei crinali, si intravede l'ex fortezza della Castellana, ora un agglomerato di antenne e
trasmettitori. Quindi, d'incanto, le rocce nere diventano rosse.
E' obbligatorio affrontare lo scenario scolpito dai tramonti di settembre, quando il rosso
del sole si aggrega con il rosso delle rocce, e anche il mare si vergogna, arrossendo per
tutto questo sangue sparso in nome dello spettacolo.
E non si crede ai propri occhi, quando, arrivando in vista della valle dell'Albana, si
palesa un castello, con tanto di merli. E di pannelli solari: siano i benvenuti, anche se
l'impatto ambientale è notevole.
C'è una storia su questo castello. La costruzione fu iniziata i primi del
'900, ma una zingara (sic!) lesse la mano del ricco proprietario, predicendogli sicura
morte se ne avesse terminato la costruzione.
L'uomo fece quello che chiunque di noi avrebbe fatto: sospese la costruzione. Anche
perchè, come diavolo faceva la zingara a sapere che lui stava costruendo un castello?
Naturalmente morì vecchissimo.
La costruzione del castello fu ripresa in tempi moderni dagli eredi, ma, appena terminato,
un incendio lo devastò completamente. Come se la sorte avesse voluto prendersi una
rivincita.
Subito dopo troviamo una spiaggetta di rocce aguzze, protetta dalle barche da una serie di
scogli affioranti, ma che ha un gran pregio: una sorgente di acqua fresca e limpida, sulla
quale è putroppo franata parte della terra soprastante. E' il destino di
Tramonti che si compie. La mancanza di manutenzione ai campi, ai muretti a secco, ai
sentieri, si risolve solo in questo modo. E il parco delle Cinque Terre, con la
complicità del comune della Spezia, ponendo come base la coltivazione di 3000 mq di
terreno per finanziare gli interventi e ristrutturare i rustici, di fatto non fa che
favorire questo decadimento.
L'aiuto va dato ai piccoli proprietari!
Lo spiaggione del Persico (rocce tonde di arenaria grigia, abbacinante sotto il sole
d'estate, enormi biglie bloccate da una strana alchimia), si fa annunciare dagli Aradi,
uno strano scoglio in mezzo al mare, con un palo di ferro piantato nel mezzo. Forse il
palo fu posto per segnalare le secche, o forse per ancorare i pontoni che, con stolida
pervicacia, venivano a fottersi le rocce di Tramonti per costruire la diga. Consiglio un
giro con la maschera tra queste secche.
Dunque, siamo al Persico, davanti ad un aborto di scaletta, più volte
ricoperta dalle frane e scoperta dal mare. Sentieri tracciati dai volonterosi 'contadini
di Tramonti', in passato aiutati dal comune, ma, da trent'anni a questa parte, ignorati.
Beh, non è esatto: ogni volta che la strada frana, il comune si precipita a mettere i
cartelli di divieto di accesso: si vede che fanno attenzione.
Vabbè, dai, siamo nel 2011, il testo è vecchio.
Finalmente, cinque anni fa è stata realizzata un'opera d'arte, che potrebbe
essere da nascondere!. Per carità, il muro è bello, ma ha i piedi
d'argilla.
Però, mai contento, penserà chi legge: ora, se non altro,
la scala c'è.
Speriamo che duri, dico io, e ho scattato un pò di foto.
Riprendiamo il cammino, perché la spiaggia di roccioni, pigramente,
si trasforma in una spiaggetta di sassolini e sabbia. Ma non tutti gli anni è
così: dipende un pò dall'estro del mare, che porta, riporta, sposta e trsporta,
come fa un bimbo piccino con i suoi giochi. A volte nasconde, poi, di botto,
scopre, e si rende conto di disporre di un nuovo gioco, che aveva scodato.
Nel mezzo, lo spiaggione ha una scaramuccia
con le Quattro Rocche, poi si lascia inghiottire da una masnada di enormi rocce, che sfida
il mare con gli scogli della Bernia.
E lì lasciamo il Persico, per andare verso
il Navone e, a seguire, Schiara.
All'orizzonte, la rocca della Gaiada sta ben attenta a quello
che facciamo.
|