La rocca della Gaiada
Sulle carte compare con il nome di scoglio Ferale
o scoglio del Ferale.
Gli fu dato questo nome perché, sulla fine dell'Ottocento, un tenente di
vascello del Real Genio Militare, tal Luigi Garavoglia, si avventurò sulla
rocca per effettuare rilievi topografici.
Purtroppo scivolò e, dopo essersi abbondantemente schiantato
sui costoni rocciosi taglienti come lame, finì in mare e morì.
In suo ricordo, sulla sommità della rocca della Gaiada fu posta una croce e dal
quel momento fu additata come Scoglio Ferale. O almeno credo. Però la storia
del TV è verissima.
Di certo non le
rende onore, visto l'umanità imbarcata che per tutta l'estate la sceglie
come luogo di balneazione e/o pesca subacquea.
Qualcuno afferma (?) che il toponimo rocca della
Gaiada
abbia un'altra genesi: leggete questa bellissima storia, sebbene un pò triste.......
cliccate sul dito, ve
la racconta magnificamente lo spezzino Alberto Cariola.
Ma noi, indigeni autoctoni, siamo certi che
Gaiada è il suo vero nome, e lo è sempre stato. La roccia si erge in
mezzo al mare, gagliarda, e resiste impavida alle onde del mare in tempesta (un
po' di poesia non guasta!).
Eppoi, il mio amico Giancarlo Natale,
nel suo libro Di là dai monti, ci diverte con il racconto del suo
avventuroso incontro-scontro con un gabbiano che dimorava sulla rocca.
Ci vuole un bel fegato a chiamare ferale un posto così!